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Cronaca

Truffe agli anziani: smantellato un gruppo che ha colpito in 8 regioni. Ma chi protegge davvero i nostri nonni?

Una rete ben organizzata si muoveva su tutto il territorio italiano per colpire le vittime più fragili: gli anziani. Fingevano emergenze giudiziarie e rubavano risparmi, oro, fiducia. Una ferita silenziosa che attraversa le generazioni e impone risposte più forti

Truffe agli anziani

Truffe agli anziani: smantellato un gruppo che ha colpito in 8 regioni. Ma chi protegge davvero i nostri nonni?

Era iniziato tutto da Domodossola. Un paio di segnalazioni a settembre, il sospetto che qualcosa di più grosso si stesse muovendo. E infatti sotto la superficie si celava una vera e propria organizzazione criminale, con base in Campania, che ha colpito anziani in otto regioni italiane. Ventitré truffe in meno di tre mesi, secondo i carabinieri del Comando provinciale di Verbania che hanno coordinato le indagini, portando a sei misure cautelari emesse dal gip. Due persone sono finite in carcere, due agli arresti domiciliari, due sottoposte all’obbligo di firma.

La tecnica era quella tristemente nota: fingendosi carabinieri o avvocati, i membri del gruppo telefonavano alle vittime raccontando di incidenti o arresti che coinvolgevano figli o nipoti. Urgenza, panico, fretta di agire: serviva denaro o oro per risolvere tutto, subito. E così gli anziani, colti alla sprovvista, cedevano. A volte anche tutto quello che avevano. Il copione si è ripetuto in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio, Puglia, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Calabria. I “telefonisti” operavano da Napoli, le “batterie operative” partivano ogni giorno da Caivano, Aversa e Grumo Nevano, raggiungevano la città prescelta e agivano.

Truffe agli anziani

Due truffatori sono stati arrestati in flagranza di reato a Latina e Modena, con in tasca 2.000 euro e mezzo chilo d’oro appena sottratti. Dietro a ogni colpo, c’è una ferita personale profonda. Perché questi non sono solo reati economici: sono ferite emotive, tradimenti della fiducia, colpi inferti a chi, spesso, ha già pagato il prezzo della solitudine. Gli anziani sono vulnerabili non solo per età, ma perché cresciuti in un tempo in cui ci si fidava della divisa e della voce al telefono, in cui una richiesta di aiuto si accoglieva con slancio, non con sospetto.

E allora serve reagire, non solo con gli arresti, ma anche con la consapevolezza. La prevenzione è l’arma più efficace. Chi vive con anziani o ha genitori e nonni soli deve parlare, spiegare, costruire piccoli automatismi di difesa. Nessun vero carabiniere o avvocato chiede denaro o oro per risolvere un problema. In caso di telefonate sospette, bisogna chiudere subito e chiamare il 112. Mai consegnare nulla a sconosciuti, anche se usano nomi di familiari o dicono di essere amici di fiducia. Meglio prendersi qualche minuto in più per verificare, piuttosto che perdere tutto. È utile anche segnare sul telefono numeri sicuri da contattare in caso di dubbio e stabilire con i parenti una parola chiave da usare in caso di vere emergenze.

Leo, Maria, Giuseppe, Anna: dietro ogni truffa c'è un nome, un volto, una vita. E anche se i truffatori sono stati presi, la battaglia per proteggere i nostri anziani non può fermarsi alle manette. È una battaglia che si combatte a casa, ogni giorno, con affetto, attenzione e informazione.

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