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La terra torna a tremare nella contea di Lazi: paura all’alba per una scossa di magnitudo 5.5

Il sisma del 12 maggio riaccende i riflettori su una regione fragile e instabile: interventi in corso, ma il bilancio è ancora incerto

La terra torna a tremare

La terra torna a tremare nella contea di Lazi: paura all’alba per una scossa di magnitudo 5.5

Alle 5.11 del mattino, ora locale, la terra ha tremato nel cuore dell’Asia, scuotendo con violenza la contea di Lazi, nella prefettura autonoma di Xigaze, Tibet. Il China Earthquake Networks Center ha registrato un terremoto di magnitudo 5.5, con epicentro a 10 chilometri di profondità, una scossa netta, secca, che ha svegliato di soprassalto migliaia di persone. In pochi minuti, la montagna sacra si è trasformata in una distesa di ansia e apprensione, in attesa di capire se il sisma abbia provocato danni o vittime. Per ora, non ci sono conferme ufficiali su feriti o morti, ma le autorità cinesi sono già al lavoro per fare chiarezza.

Squadre di soccorso, vigili del fuoco e unità della protezione civile sono state inviate nella zona più prossima all’epicentro, dove l’intensità del terremoto è stata avvertita con maggiore forza. A complicare le operazioni, come sempre in Tibet, è la conformazione geografica impervia, con villaggi remoti e difficilmente raggiungibili anche in condizioni normali.

Il sisma odierno riaccende i timori di una regione che vive sul confine geologico tra due colossi tettonici: la placca indiana e la placca asiatica, che qui si scontrano, si spingono, si comprimono da milioni di anni. È proprio questo scontro titanico a generare una tensione continua nel sottosuolo, rendendo il Tibet una delle aree sismicamente più attive del pianeta. Lo scorso 7 gennaio, una scossa ben più devastante, magnitudo 6.8, aveva colpito la contea di Tingri, causando 126 morti e oltre 200 feriti. Una tragedia ancora viva nella memoria della popolazione, che oggi si ritrova nuovamente a fare i conti con la paura.

Terremoto in Tibet

Mentre proseguono le verifiche e le operazioni di soccorso, si ripropone l’annoso interrogativo sulla tenuta delle infrastrutture tibetane. Strade, ponti, abitazioni: quanto possono resistere a una serie sismica prolungata in un territorio tanto esposto? Le autorità locali stanno valutando lo stato delle costruzioni più critiche e monitorando eventuali repliche, mentre gli esperti non escludono scosse di assestamento nelle prossime ore o giorni.

Intanto, le comunità locali si affidano alla propria resilienza millenaria, fatta di adattamento e sopravvivenza tra le montagne più alte del mondo, ma chiedono anche più attenzione, prevenzione e investimenti. Perché se la terra continua a tremare, non si può continuare a essere impreparati. Il futuro del Tibet passa anche da qui: dalla sua capacità di restare saldo, nonostante tutto, sopra una faglia che non smette mai di muoversi.

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