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Cronaca
07 Maggio 2025 - 17:13
Maltrattamenti all’ex e minacce con coltello: 40enne portata in carcere
Nonostante un divieto di avvicinamento già in vigore, ha continuato a tormentare il suo ex compagno. L’ultimo episodio, però, ha segnato il punto di non ritorno: si è presentata a casa dell’uomo con un coltello. Non lo ha usato, ma tanto è bastato per far scattare l’arresto. Ora una donna di 40 anni, di origine straniera e residente a Masera, nel Verbano-Cusio-Ossola, si trova rinchiusa nel carcere femminile di Vercelli.
A eseguire l’arresto sono stati i carabinieri della stazione di Crevoladossola, che già da tempo monitoravano la situazione. La donna, infatti, era nota per una serie di episodi di maltrattamento ai danni dell’ex compagno, sfociati nella prima misura cautelare: l’obbligo di tenersi lontana da lui. Una misura che però non ha rispettato. Anzi, secondo quanto riferito dagli investigatori, avrebbe più volte ignorato il divieto, cercando il contatto, appostandosi nei pressi dell’abitazione dell’uomo, facendo pressioni e creando un clima di costante tensione.
Maltrattamenti all'ex
Il fatto che sia tornata a bussare alla porta del suo ex con un coltello in mano — pur senza usarlo — ha rappresentato, per la magistratura, una minaccia concreta e sufficiente per giustificare la custodia cautelare in carcere. È stato il GIP del tribunale di Verbania a firmare il provvedimento, evidenziando la reiterazione dei comportamenti e il rischio che potessero sfociare in atti ancora più gravi.
Un caso che ribalta lo stereotipo della violenza domestica a senso unico e accende i riflettori su un fenomeno meno raccontato ma non per questo meno grave: quello delle violenze agite da donne contro uomini, spesso all’interno di relazioni sentimentali terminate con rancore. Secondo i dati Istat, pur rappresentando una minoranza statistica, gli uomini vittime di stalking e maltrattamenti da parte di partner o ex non sono affatto un’eccezione. Spesso, però, tendono a non denunciare, per vergogna o paura di non essere creduti.
Il caso di Masera è invece arrivato fino al carcere. Ora spetterà alla magistratura valutare l’intera sequenza dei fatti e procedere con il processo. Ma intanto, una cosa è certa: in questo drammatico intreccio tra ossessione e violenza, è scattato un allarme che non poteva più essere ignorato. E che, per fortuna, non è finito nel silenzio.
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