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Cronaca

Violenza dietro le sbarre al carcere di Torino: il grido d'allarme degli agenti penitenziari non può più essere ignorato

Un poliziotto preso per il collo e scaraventato a terra da un detenuto del padiglione D. È il ventesimo agente ferito nel 2025 al 'Lorusso e Cutugno'. Beneduci: “Sistema fuori controllo, servono interventi urgenti e strutturali”

 Detenuto aggredisce

Detenuto aggredisce agente nel carcere di Torino: tredicesimo episodio da gennaio

È bastata una richiesta – quella di farsi una doccia, poi di uscire all’aria – per scatenare l’ennesima aggressione all’interno del carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino. Un detenuto del padiglione D ha afferrato per il collo un agente di polizia penitenziaria e lo ha scaraventato a terra con violenza. Il poliziotto, immediatamente soccorso dai colleghi, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria. Ha riportato contusioni giudicate guaribili in cinque giorni, ma dovrà sottoporsi anche a ulteriori esami ortopedici.

A denunciare il fatto è l’Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, che sottolinea come si tratti della tredicesima aggressione dall’inizio dell’anno nel penitenziario torinese, e del ventesimo agente ferito solo in questa struttura. Numeri che da soli disegnano una situazione esplosiva, che si trascina da mesi nell’indifferenza delle istituzioni. «Il personale è stremato – attacca il segretario nazionale Leo Beneduci – e opera quotidianamente in condizioni al limite della sostenibilità, senza strumenti di prevenzione adeguati, con turni massacranti e strutture sempre più degradate».

Non basta denunciare: servono investimenti strutturali

Il carcere “Lorusso e Cutugno” è da tempo al centro di segnalazioni, esposti e proteste sindacali. Tra padiglioni sovraffollati, cronica carenza di personale, aumento di casi psichiatrici tra i detenuti e assenza di formazione specifica, le condizioni sembrano precipitare ogni mese di più. Le aggressioni – fisiche o verbali – sono diventate quasi routine per chi indossa la divisa. Ma, come denuncia Osapp, ciò che manca davvero è una risposta politica. «Il sistema penitenziario – avverte ancora Beneduci – non può più reggere: o si interviene ora, o ogni giorno sarà una roulette russa per chi lavora nelle carceri».

Secondo i dati raccolti dal sindacato, non solo a Torino ma in tutto il Piemonte si registra un aumento degli episodi di violenza nei confronti degli agenti. E il fenomeno si incrocia con un altro tema scottante: quello dei disturbi psichici non trattati. Molti detenuti coinvolti in aggressioni presentano profili clinici complessi, ma la sanità penitenziaria – da anni sottofinanziata – non riesce a intercettarli e gestirli. Il risultato è che, nel silenzio generale, gli istituti diventano polveriere pronte ad esplodere.

L’agente aggredito al Lorusso e Cutugno tornerà presto in servizio, ma l’episodio resta come ferita aperta in un corpo già logorato. Non basta denunciare: servono investimenti strutturali, assunzioni, presidi psicologici, telecamere nei reparti più critici, formazione continua. E serve, soprattutto, che lo Stato smetta di girarsi dall’altra parte. Perché la sicurezza, dentro e fuori dalle sbarre, non può più aspettare.

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