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Cronaca

Torino, quartiere Santa Rita sotto shock: tentata violenza sessuale

Una 22enne affronta un’aggressione con lucidità e coraggio. Decisivo l’intervento di un amico, di un barista e dei carabinieri. Il quartiere si interroga sulla sicurezza notturna

Tentata violenza sessuale

Torino, quartiere Santa Rita sotto shock: tentata violenza sessuale

Ore 4.30 del mattino, Santa Rita dorme, ma in corso Orbassano, all’angolo con via Gorizia, un grido squarcia il silenzio. È la voce di una ragazza di 22 anni, che lotta con sangue freddo e lucidità contro un uomo che ha appena tentato di aggredirla. Lui ha trent’anni, è di origini nordafricane, e l’ha seguita di soppiatto fino a quando, abbassandosi i pantaloni, ha tentato di palpeggiarla e baciarla con la forza. Lei ha reagito subito: ha urlato, attirando l’attenzione di chi poteva fare la differenza.

A sentirla è stato un amico, con cui doveva vedersi poco più avanti, e il gestore di un bar h24 della zona. Entrambi sono intervenuti di corsa, mentre lei approfittava di quegli istanti per fuggire e mettersi in salvo. Una dinamica rapida, feroce, ma risolta – almeno per quella notte – grazie al coraggio e alla collaborazione tra cittadini. Ma il brivido resta.

Pochi minuti dopo, una pattuglia dei carabinieri – già in zona per controlli notturni – è stata attirata dalla confusione e dalle urla. I militari sono arrivati giusto in tempo per bloccare l’aggressore, che nel frattempo aveva provato ad allontanarsi. È stato fermato e arrestato con l’accusa di tentata violenza sessuale, poi condotto in caserma per gli accertamenti di rito.

La zona, ancora scossa, si è risvegliata poche ore dopo con una domanda sulle labbra: quanto siamo davvero sicuri, di notte, per strada? Santa Rita, quartiere storico e residenziale, da anni è attraversato da un senso crescente di insicurezza legato a episodi notturni – furti, molestie, spaccio, aggressioni. L’episodio di oggi riaccende un allarme mai sopito, e conferma che il problema non è solo di percezione.

Violenza a Torino

Chi lavora nella zona parla chiaro. “Da mezzanotte in poi cambia tutto – racconta un barista – c’è gente che bivacca, litiga, urla. La ragazza è stata brava, ha urlato subito. Ma bastava un attimo in più, un secondo in meno, e sarebbe potuto finire molto peggio”. Parole che restituiscono la tensione silenziosa di chi vive il quartiere nelle ore buie.

Le istituzioni si stringono attorno alla vittima. Il sindaco Stefano Lo Russo, in un breve messaggio, ha parlato di “un gesto di grande coraggio da parte della giovane” e ha ringraziato “le forze dell’ordine per l’immediato intervento”. Ma ha anche ammesso che “è necessario rafforzare i controlli notturni nei quartieri a rischio e potenziare le strategie di prevenzione contro ogni forma di violenza”.

Le associazioni femministe torinesi non ci stanno a sentire parole e basta. Chiedono interventi concreti, non solo illuminazione migliore o qualche pattuglia in più. “Servono politiche integrate – scrive il collettivo Non Una di Meno – serve educazione, ascolto, centri di supporto, servizi attivi h24, e un vero impegno culturale per contrastare la cultura dello stupro che ancora oggi, nel 2025, permette che le donne non si sentano mai davvero libere di camminare da sole”.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state denunciate oltre 4.000 aggressioni a sfondo sessuale, e il 70% è avvenuto per strada o in luoghi pubblici. A Torino, tra denunce formali e richieste di aiuto ricevute dai centri antiviolenza, i numeri sono in aumento. Ma quello che non si vede è il sommerso, il non detto, il non denunciato: ogni donna ha una storia, un’ombra, una paura che porta dentro.

La vicenda della 22enne di Santa Rita è fortunatamente finita con un arresto, ma poteva finire molto diversamente. È il riflesso amaro di una città che vuole essere libera ma fa ancora paura, e di una notte che a volte non perdona. Ma è anche la dimostrazione che la prontezza, il coraggio, la solidarietà umana possono fare la differenza.

Nel frattempo, l’uomo arrestato è in attesa di convalida del fermo. Per lui si profila un processo per tentata violenza sessuale. Per lei, invece, si apre un percorso delicato di elaborazione e recupero: perché nessuna notte dovrebbe lasciare addosso il segno della paura.

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