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02 Maggio 2025 - 18:43
Atterraggio d’emergenza: 22enne torinese precipita col parapendio
Una giornata di volo tra i cieli limpidi del Monte Grappa si è trasformata in un incubo per una giovane pilota torinese di 22 anni, costretta a un atterraggio d’emergenza nei pressi di Malga Campo Croce, nel primo pomeriggio del 2 maggio. Il suo parapendio, per cause ancora da accertare, ha perso stabilità portandola a impattare violentemente al suolo in una zona impervia. L’impatto le ha provocato traumi seri al bacino e alla colonna vertebrale, rendendo indispensabile un complesso intervento di recupero in ambiente montano.
A dare l’allarme è stata una ragazza svedese, che ha immediatamente richiesto aiuto e poi guidato il personale del Suem di Crespano lungo il sentiero 100, fino al punto esatto in cui la pilota si trovava, dolorante e immobile. Da baita Camil, i soccorritori hanno proseguito a piedi, caricando attrezzature sanitarie e barella tra rocce, radure e dislivelli.
Incidente in volo
Una volta raggiunta, il medico di emergenza ha stabilizzato la 22enne e ha richiesto l’intervento del Soccorso Alpino della Pedemontana del Grappa, che ha attivato un approccio tecnico dall’alto, utilizzando una squadra specializzata per il recupero in ambiente impervio. Dopo la messa in sicurezza, la giovane è stata trasportata in elicottero all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove è ora ricoverata per ulteriori accertamenti. Le sue condizioni sono serie ma non critiche.
L’incidente ha messo ancora una volta in evidenza la delicatezza e la pericolosità del volo libero in zone montane, dove il minimo errore o una folata inaspettata possono trasformare l’adrenalina in dramma. Ma ha anche mostrato l’efficienza di un sistema di emergenza che, sebbene messo alla prova da terreni difficili e dinamiche imprevedibili, ha saputo reagire con tempismo, competenza e lucidità.
Il Grappa, meta prediletta da appassionati di parapendio e deltaplano da tutta Europa, non è nuovo a episodi simili. La giovane torinese è stata fortunata a sopravvivere, ma anche a contare su un sistema di soccorso ben collaudato, capace di garantire risposte immediate anche lontano dalle strade e fuori dai tempi urbani.
Una storia di paura, certo, ma anche di professionalità e salvezza. E un promemoria prezioso: la montagna non perdona leggerezze, ma premia chi è preparato ad affrontarla con rispetto e organizzazione.
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