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Cronaca
30 Aprile 2025 - 15:44
Cuorgnè, pensionato travolto da un’auto sul ponte: identificata la pirata della strada
Sembrava una mattinata come tante a Cuorgnè, ma mercoledì 16 aprile, intorno all’ora di pranzo, la routine cittadina è stata infranta da un botto improvviso sul ponte d’ingresso di via Torino. Un’Ape Piaggio, guidata da un pensionato del posto, è stata colpita alle spalle da un’auto che sopraggiungeva a velocità sostenuta. L’impatto ha sbalzato il piccolo mezzo contro la barriera del ponte ferroviario, lasciando il conducente ferito e in attesa di aiuto. Ma l’auto non si è fermata. Nessuna frenata, nessun gesto, nessuna chiamata. Solo una fuga. Vile, frettolosa, inaccettabile.
La città ha tremato, ma le forze dell’ordine non hanno perso tempo. Coordinata dalla commissaria Linuccia Amore, la polizia locale ha aperto immediatamente un’indagine meticolosa, basata su testimonianze, frammenti raccolti sull’asfalto e immagini delle videocamere di sorveglianza sparse nella zona. Un lavoro certosino, fatto di pazienza e competenza, che in poche ore ha portato a un nome. E a una faccia.
La responsabile è stata identificata: si tratta di un’altra pensionata residente nella zona. Convocata presso il comando, è stata denunciata per omissione di soccorso e fuga dopo incidente con feriti, reati che in Italia prevedono pene severe proprio per la gravità etica e sociale che comportano. L’Ape sfasciata, l’uomo dolorante, l’asfalto come unica compagnia in attesa dell’ambulanza: è questo lo scenario che racconta più di ogni sentenza l’infamia di non fermarsi.
Individua
Il pensionato investito è stato soccorso e trasferito in ospedale, dove è stato curato per le ferite riportate. Non è in pericolo di vita, ma la paura e la rabbia restano. E non solo per lui. Perché episodi come questi scuotono l’intera comunità, facendo vacillare quella rete invisibile di fiducia e responsabilità reciproca che regge ogni convivenza civile.
L’omissione di soccorso non è solo un reato. È una ferita al senso stesso di umanità. A Cuorgnè, per fortuna, il senso del dovere ha prevalso. Gli agenti non hanno lasciato cadere il caso in silenzio. Hanno cercato, ricostruito, denunciato. E oggi, mentre l’Ape Piaggio resta un rottame e l’asfalto porta ancora i segni della frenata mancata, la comunità può almeno guardare alla giustizia. Perché la legalità, quando funziona, sa rispondere anche al silenzio di chi scappa.
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