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Cronaca

Abiti taroccati e giocattoli pericolosi: smantellato un giro da 5 milioni di euro tra Rimini e Alessandria

La Guardia di finanza scopre una rete nazionale di contraffazione: cinquanta denunciati, sequestri milionari e una lunga scia di prodotti falsi venduti online ai danni di famiglie e bambini

Abiti taroccati e giocattoli

Abiti taroccati e giocattoli pericolosi: smantellato un giro da 5 milioni di euro tra Rimini e Alessandria

Un colpo ben assestato al cuore pulsante del mercato del falso. È quanto ha inferto la Guardia di finanza di Alessandria che, con un’operazione su vasta scala coordinata dalla Procura, ha disarticolato un sistema di contraffazione tanto ramificato quanto pericoloso. Da gennaio 2024 a marzo 2025, la rete aveva generato un giro d’affari da oltre 5 milioni di euro, vendendo capi d’abbigliamento, giocattoli e articoli per bambini con marchi taroccati. Il tutto attraverso e-commerce, social network e canali di distribuzione paralleli capaci di eludere ogni controllo. Ma qualcosa non ha funzionato.

Le prime tracce sono emerse a fine 2024: prodotti sospetti messi in vendita online, etichette cucite male, prezzi troppo bassi per essere veri. Da lì, le indagini hanno condotto a una società di facciata ad Alessandria, epicentro operativo dell’intera filiera. Gli investigatori hanno ricostruito una mappa precisa: produzione a Rimini, smistamento da Alessandria, vendita in tutta Italia. Un meccanismo perfetto per inquinare il mercato, danneggiare l’economia legale e – peggio – mettere a rischio i più piccoli. Perché tra i materiali sequestrati non ci sono solo magliette con loghi falsi, ma anche giocattoli non conformi, accessori per la scuola, cancelleria e gadget contraffatti, oggetti che potrebbero essere finiti nelle mani di bambini ignari.

Operazione della Guarda di Finanza

In totale, sono 50 le persone denunciate: imprenditori, distributori, operatori di logistica e venditori online. Tutti accusati di far parte di una catena criminale dove la legalità era solo una maschera. Il sequestro ha riguardato beni per oltre 2 milioni di euro, tra materiali pronti per la vendita e strumenti per la contraffazione, come etichette, stampi e packaging. Un bottino che non fa solo clamore, ma segnala un fenomeno in preoccupante crescita.

La contraffazione oggi non ha più bisogno di mercatini abusivi: vive su Internet, si nasconde tra le offerte lampo, scorre su TikTok e Instagram, spunta negli annunci sponsorizzati. È lì che si infilano i truffatori, sfruttando piattaforme dove il controllo è difficile e le vittime – spesso giovani genitori – sono numerose.

L’operazione condotta dalle Fiamme gialle di Alessandria non è solo un successo investigativo: è una raccomandazione a non abbassare la guardia. A oggi, il fenomeno resta difficile da estirpare perché alimentato dalla domanda inconsapevole e dalla facilità di accesso. Ma con controlli come questo, è chiaro che qualcosa si muove. Che l’illegalità non può sentirsi al sicuro dietro uno schermo o dentro un capannone. E che proteggere il consumatore, soprattutto il più vulnerabile, non è solo un dovere legale, ma una priorità etica.

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