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Cronaca
28 Aprile 2025 - 09:59
Mosca sotto attacco: neutralizzati 115 droni ucraini, un civile perde la vita
In una notte che rimarrà impressa come un'ulteriore cesura nella guerra tra Russia e Ucraina, Mosca ha annunciato di aver abbattuto 115 droni ucraini penetrati nello spazio aereo russo. A pagarne il prezzo più alto è stato ancora una volta un civile, morto nella regione di Bryansk, mentre una donna è rimasta gravemente ferita. La comunicazione ufficiale è arrivata dal governatore Alexander Bogomaz, che ha parlato senza mezzi termini di "atto terroristico" attribuito al governo di Kiev.
Il Ministero della Difesa russo, affidandosi all’agenzia TASS, ha fornito un quadro preciso dell’incursione: 102 droni intercettati a Bryansk, 2 a Kursk, 1 a Belgorod, 9 in Crimea e 1 sopra il Mar Nero. Un attacco su più fronti, coordinato e capillare, che testimonia non solo la determinazione delle forze ucraine, ma anche la loro crescente capacità di penetrare in profondità nel territorio russo. Mosca ha reagito rafforzando immediatamente i sistemi di difesa aerea, nel tentativo di blindare i confini sempre più porosi.
Dal canto suo, l’Ucraina continua a rivendicare il diritto alla difesa della propria sovranità. Fonti di Kiev, pur non commentando direttamente l’operazione, insistono sulla legittimità delle proprie azioni in risposta all’aggressione russa iniziata nel febbraio 2022. In questo quadro, la definizione di "terrorismo" appare come parte di una narrazione che le due capitali si rinfacciano da mesi, in un duello diplomatico che si specchia nella devastazione quotidiana dei territori.
Russia vs Ucraina
Questo attacco arriva mentre il conflitto entra in una nuova fase di escalation militare, più estesa e pericolosa. Non si tratta più solo di scontri sul fronte orientale ucraino: la guerra ha ormai superato confini invisibili, portando la violenza ben dentro il territorio russo. Il rischio concreto è che queste incursioni contribuiscano a una radicalizzazione ulteriore delle posizioni, soffocando ogni residua possibilità di negoziato.
Nel contesto internazionale, la situazione è osservata con crescente allarme. Stati Uniti, Unione Europea e Cina seguono gli sviluppi con la consapevolezza che ogni escalation locale può avere rimbalzi globali. Il timore di un allargamento del conflitto, di un coinvolgimento diretto della NATO o di un incidente fuori controllo è palpabile. Eppure, al di là delle dichiarazioni di facciata e degli appelli alla calma, la diplomazia sembra arrancare sotto il peso di interessi divergenti e strategie di potenza che spingono più verso il confronto che verso la distensione.
Nel frattempo, sul terreno, il prezzo più alto continua a essere pagato da chi si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come il civile di Bryansk, come la donna ferita, come migliaia di persone costrette a vivere ogni notte nell’ansia del prossimo allarme aereo. È la guerra che non fa sconti, che non distingue tra militari e civili, tra strategia e disperazione.
Con l’abbattimento di questi 115 droni, il conflitto tra Russia e Ucraina si avvita in una spirale sempre più difficile da spezzare. La speranza di un cessate il fuoco sembra allontanarsi, inghiottita nella logica della rappresaglia continua. Finché a prevalere sarà il linguaggio delle armi, ogni nuova alba porterà con sé il rischio di un altro attacco, un'altra vita spezzata, un altro passo verso il baratro. E il mondo, ancora una volta, si limiterà a contare i danni.
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