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Cronaca

Terrore in volo: cittadino americano tenta dirottamento, accoltella due passeggeri e viene ucciso a bordo

L’incubo sul Cessna Grand Caravan della Tropic Air tra Corozal e San Pedro. Il pilota riesce a salvare l’aereo con un atterraggio d’emergenza. Indagini in corso sul passato dell’aggressore e sul passeggero armato che ha evitato il massacro

Terrore in volo

Terrore in volo: cittadino americano tenta dirottamento, accoltella due passeggeri e viene ucciso a bordo

Un volo turistico di routine tra Corozal e l’isola di San Pedro, in Belize, si è trasformato in una scena da incubo quando un uomo armato ha tentato di prendere il controllo del piccolo Cessna Grand Caravan della compagnia Tropic Air, con a bordo 16 tra passeggeri e membri dell’equipaggio.

L’aggressore, Akinyela Sawa Taylor, 49 anni, cittadino statunitense ed ex volontario in aree di guerra, ha fatto irruzione nella cabina di pilotaggio, costringendo il pilota a deviare la rotta e a sorvolare per oltre due ore l’aeroporto internazionale Philip Goldson, nei pressi di Belize City. Un gesto estremo, in un contesto ancora tutto da chiarire, che ha gettato nel panico chi si trovava a bordo.

La tensione è esplosa quando Taylor ha accoltellato due passeggeri, colpendo gravemente uno di loro alla schiena. A quel punto, uno degli altri viaggiatori – la cui identità è attualmente riservata – ha reagito aprendo il fuoco con un’arma da fuoco uccidendo l’attentatore sul posto. Secondo fonti investigative locali, il gesto sarebbe da ritenersi un chiaro caso di legittima difesa, che avrebbe evitato conseguenze ancora più tragiche.

Il pilota, nonostante fosse stato coinvolto fisicamente nell’aggressione, è riuscito a mantenere il controllo dell’aereo e a portare a termine un atterraggio d’emergenza in condizioni di massima criticità. Subito dopo l’atterraggio, Taylor è stato trasferito d’urgenza in ospedale, ma è stato dichiarato morto poco dopo. Le operazioni all’aeroporto sono state interrotte per alcune ore e poi ripristinate in serata.

Le autorità locali, con il supporto di funzionari statunitensi, stanno ora ricostruendo la catena di eventi che ha permesso a Taylor di salire a bordo. Stando alle prime indiscrezioni, l’uomo aveva ricevuto un diniego all’ingresso ufficiale nel paese e potrebbe aver tentato di lasciare il Belize clandestinamente, forzando la sua presenza su un volo interno in assenza di controlli stringenti. Restano dubbi sulle sue vere intenzioni: si è trattato di un atto disperato o di un piano studiato?

Passeggero americano tenta di dirottrare il volo

L’ambasciata americana a Belmopan ha espresso rammarico per l’accaduto, confermando di non essere stata informata della presenza di Taylor sul territorio beliziano e precisando che non risultavano segnalazioni a suo carico nei giorni precedenti. “Ciò che è avvenuto – ha dichiarato un portavoce – evidenzia l’importanza di rafforzare i sistemi di identificazione e controllo anche nei voli nazionali, soprattutto in contesti regionali a elevata pressione migratoria”.

Intanto, gli inquirenti stanno cercando di risalire con certezza al passeggero armato che ha reagito neutralizzando l’aggressore. Sebbene la sua azione sia stata giudicata “decisiva” dalle autorità di sicurezza, si valuteranno le circostanze del possesso dell’arma, che, secondo fonti interne, potrebbe essere stata trasportata legalmente grazie a una licenza internazionale o a una specifica autorizzazione per uso personale.

Tra i passeggeri, il trauma è ancora vivido. Molti di loro erano turisti diretti sull’isola per una breve vacanza. Ora, invece, si ritrovano al centro di un’inchiesta internazionale, dopo aver vissuto uno dei peggiori incubi per chiunque salga a bordo di un aereo.

Un volo breve, meno di un’ora normalmente, si è trasformato in un lungo viaggio nell’orrore, che solo per un soffio non si è concluso in strage. Resta da capire quali falle di sicurezza abbiano consentito tutto questo. Ma una cosa è certa: per chi c’era, quel cielo sopra il Belize non sarà più lo stesso.

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