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Cronaca
14 Aprile 2025 - 10:59
Ancora botte in casa, arrestato per maltrattamenti un uomo di 37 anni: picchiava la moglie e i figli
Sotto lo stesso tetto si consumava il terrore. A Vignole Borbera, piccolo comune dell’Alessandrino, una donna e i suoi figli vivevano in un clima costante di violenza e paura. Il responsabile? Il marito, 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, arrestato dopo l’ennesimo episodio di maltrattamenti e aggressioni.
Il caso è emerso con forza nella giornata di domenica 14 aprile, quando l’uomo ha picchiato di nuovo la moglie, incurante della denuncia che la donna aveva presentato solo pochi giorni prima. Una denuncia che segnalava non solo le violenze subite da lei, ma anche quelle rivolte ai figli, troppo spesso spettatori — e vittime — di un’escalation familiare fuori controllo.
All’arrivo dei carabinieri di Serravalle Scrivia, allertati da una nuova richiesta d’aiuto, la scena è apparsa chiara: la donna era in lacrime, sotto shock, mentre il marito tentava la fuga. Ma la sua corsa è durata poco: i militari lo hanno rintracciato e bloccato in breve tempo, portandolo in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Per la moglie, dopo le cure ricevute in pronto soccorso, è arrivato il ritorno a casa. Un ritorno amaro, ma necessario: ha potuto riabbracciare i figli, cercando di rimettere insieme i pezzi di una quotidianità devastata. Il primo passo verso una normalità tutta da ricostruire.
La vicenda di Vignole Borbera è solo l’ultima di una lunga serie. Ancora una volta, una donna ha trovato il coraggio di denunciare, ma la violenza è proseguita. Un segnale preoccupante che interroga le istituzioni sul funzionamento delle misure di protezione, sulla tempestività degli interventi, sulla capacità dello Stato di prevenire e non solo di intervenire a tragedia sfiorata.
Ancora violenza domestica
Secondo i dati ISTAT, in Italia una donna su tre ha subìto almeno una volta nella vita violenze da parte di un partner. Ma dietro ogni statistica c’è una storia fatta di silenzi, urla soffocate, bambini testimoni di scenari che nessun minore dovrebbe vedere. E spesso, il momento della denuncia non è la fine dell’incubo, ma l’inizio di una nuova fase di vulnerabilità.
L’uomo ora è in carcere. Ma la vera giustizia si misurerà nei prossimi giorni, quando si tratterà di capire se a quella donna e ai suoi figli sarà garantito un percorso reale di protezione, di sostegno psicologico, di ricostruzione. Perché la violenza domestica non si spegne con un arresto: si combatte con un impegno costante, sistemico e collettivo.
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