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Cronaca

Femminicidio Ilaria Sula, Mark Samson scrive dal carcere: “Non so cosa mi sia successo”. Svolta nelle indagini

Mark Samson chiede scusa per l'omicidio di Ilaria Sula, ma la famiglia rifiuta le sue parole

Lettera dal carcere

Femminicidio Ilaria Sula, Mark Samson scrive dal carcere: “Non so cosa mi sia successo”. Svolta nelle indagini

Una lettera dal carcere, scritta con parole che pesano ma non convincono. È il nuovo capitolo del femminicidio di Ilaria Sula, la studentessa romana uccisa brutalmente il 26 marzo scorso. A scriverla è Mark Samson, 23 anni, ex fidanzato della vittima, in carcere a Regina Coeli con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Nelle sue righe, rese pubbliche in esclusiva dal TG1, Samson tenta un gesto di pentimento, ma le sue parole non sono state accolte dalla famiglia della ragazza.

Ogni giorno penso all’atroce delitto che ho commesso. Non cerco scusanti”, scrive Samson. Nella sua ricostruzione, l’origine della furia omicida è da cercare nel rifiuto di Ilaria, nella sua volontà di chiudere la relazione. “Non so cosa mi sia accaduto”, aggiunge, definendosi pronto a scontare la pena “senza chiedere sconti”.

Ma per i genitori di Ilaria, non è abbastanza. L’avvocato di famiglia, Giuseppe Sforza, ha definito la lettera “un atto autoreferenziale, non un gesto di vera consapevolezza”. La famiglia non accetta queste scuse. Non possono esserci parole che compensino ciò che è stato fatto”, ha dichiarato il legale.

Intanto, le indagini si infittiscono. Un nuovo elemento è emerso sulla scena del crimine: una traccia di DNA maschile non riconducibile a Samson, che apre alla possibilità di una seconda presenza nell’abitazione dove Ilaria è stata trovata morta. Gli inquirenti stanno analizzando il profilo genetico, valutando se si tratti di un complice, un testimone o una contaminazione ambientale. Ma il dato c’è, ed è ora parte del fascicolo.

Il processo è ancora alle prime fasi, ma il caso si fa sempre più complesso. Le parole scritte dietro le sbarre da Samson non bastano a restituire Ilaria, giovane donna che aveva scelto di dire basta a una relazione soffocante, e per questo è stata uccisa. La sua storia si aggiunge alle tante – troppe – che raccontano una verità crudele: in Italia, una donna ogni tre giorni muore per mano di chi diceva di amarla.

Ora la giustizia ha un doppio compito: fare chiarezza su ogni dettaglio e riconoscere pienamente la gravità di un crimine che non può finire nel silenzio. Per Ilaria, e per tutte le vittime di una violenza che non si arresta.

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