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Cronaca

Mazzè, auto impazzita: tra paura, rabbia e vendetta, ecco cosa è successo nella frazione di Tonengo

La corsa spericolata di un giovane residente finisce con il ritiro della patente. Ma la tensione esplode: sabotata l’auto sbagliata

giovane spericolato

La calma di Mazzè spezzata da un’auto impazzita: tra paura, rabbia e vendetta, ecco cosa è successo nella frazione di Tonengo

Per giorni, la frazione di Tonengo di Mazzè, è rimasta con il fiato sospeso. Una Fiat Punto bianca attraversava il paese a velocità folle, giorno e notte. Alla guida, un giovane residente, noto ai più, ma sempre sfuggente. Le strade, normalmente tranquille, si erano trasformate in piste improvvisate, con sorpassi azzardati, frenate brusche e una presenza costante e minacciosa che ha esasperato gli abitanti.

Le segnalazioni sono state numerose, ripetute e dettagliate: c’era chi temeva per i bambini che giocano nei cortili, chi per gli anziani che attraversano la strada, chi semplicemente per l’idea di non sentirsi più al sicuro nel proprio paese.

Dopo settimane di allarme, i Carabinieri di Caluso sono riusciti a intervenire. Hanno fermato il giovane, lo hanno sanzionato e gli hanno ritirato la patente, chiudendo così un capitolo che aveva scatenato non solo paura, ma anche un’ondata emotiva pericolosa.

Già, perché la rabbia, quando si accumula, può esplodere nel modo sbagliato. A marzo, qualcuno ha deciso di “farsi giustizia da sé”: i bulloni delle ruote di una Fiat Punto bianca sono stati svitati, probabilmente con l’intento di causare un danno – o qualcosa di peggio – al presunto responsabile. Solo che l’auto sabotata non era quella giusta. Nessun incidente, per fortuna. Ma il gesto ha mostrato quanto il clima fosse ormai esasperato, e quanto facilmente la tensione possa sfociare in pericolosi errori di valutazione.

Questo episodio, che ha toccato da vicino la comunità di Mazzè, è un segnale chiaro. La sicurezza stradale non è un dettaglio, è un diritto. E garantirla significa anche prevenire, ascoltare, intervenire per tempo. Ma significa anche restare lucidi, evitare le scorciatoie della vendetta o della “giustizia fai-da-te”, che rischiano di colpire gli innocenti.

Ora che il giovane è stato fermato e la situazione è tornata sotto controllo, resta una lezione per tutti: il rispetto delle regole è l’unica strada per convivere. E quando manca, serve la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, non lo sfogo pericoloso della frustrazione.

Un paese più sicuro si costruisce insieme. Anche – e soprattutto – quando la paura lascia spazio alla lucidità.

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