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Cronaca

Apache, il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, a processo per revenge porn

Archiviata l'accusa di violenza sessuale si procede nei suoi confronti

Ignazio La Russa e suo figlio Apache

Ignazio La Russa e suo figlio Apache

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il reato di violenza sessuale nei confronti di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, e dell’amico Tommaso Gilardoni, coinvolti in un’indagine avviata nel 2023 in seguito alla denuncia di una ragazza di 22 anni. I pm milanesi, tuttavia, hanno chiuso le indagini contestando ad entrambi, in episodi separati, il reato di revenge porn per la diffusione di immagini a contenuto sessuale senza il consenso della giovane.

Secondo la Procura, “non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell’assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà” della giovane “nel compiere gli atti sessuali”. I pm, pur stigmatizzando il comportamento definito “superficiale e volgare” dei due ragazzi, ritengono che non vi siano elementi per sostenere in giudizio l’accusa di violenza.

L’inchiesta era nata dopo la denuncia della ragazza, che aveva raccontato di essersi risvegliata nella casa dei La Russa senza ricordare nulla della notte trascorsa all’Apophis, discoteca frequentata dalla Milano bene, e di essere convinta di aver subito abusi. Il caso, esploso mediaticamente a luglio 2023, ha attraversato quasi due anni di indagini condotte dalla Squadra mobile, tra consulenze tossicologiche, analisi su video cancellati e decine di testimoni sentiti.

Una maxi consulenza medico-legale affidata al team di Cristina Cattaneo ha stabilito che la ragazza era sotto l’effetto combinato di alcol, cocaina, cannabis e benzodiazepine, ma non risultavano tracce della cosiddetta “droga dello stupro” (Ghb) nei capelli.

Ora, la decisione finale spetterà alla giudice per le indagini preliminari Rossana Mongiardo, che dovrà valutare l’opposizione all’archiviazione annunciata dall’avvocato della ragazza Stefano Benvenuto. Il legale ha già annunciato battaglia, sostenendo che “l’alterazione della capacità psicofisica può insorgere anche dalla mezz’ora successiva all’assunzione di alcol e droghe” e che la giovane “non era in condizioni di esprimere alcun consenso”.

Nel frattempo, i pm guidati da Marcello Viola, con l’aggiunta Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro, hanno formalizzato la chiusura delle indagini per revenge porn, accusa che resta in piedi per entrambi i giovani in attesa della richiesta di rinvio a giudizio. Alcuni video, secondo l’accusa, sarebbero stati recuperati dai telefoni e condivisi senza autorizzazione.

I legali di Leonardo La Russa, Adriano Bazzoni e Vinicio Nardo, hanno espresso soddisfazione per l’archiviazione del reato più grave: “Siamo molto soddisfatti per questo risultato che arriva dopo un’indagine particolarmente lunga e accurata. Abbiamo sempre confidato in una serena e obiettiva disamina dei fatti da parte degli inquirenti”. E hanno aggiunto: “Quanto alla contestazione residua, ci confronteremo responsabilmente con l’autorità giudiziaria con lo stesso rispettoso approccio che ha contraddistinto la nostra linea difensiva”.

Ignazio La Russa

Anche il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commentato la decisione: “Dopo uno scrupoloso e dettagliato esame di ogni aspetto di questa vicenda, la decisione dei magistrati inquirenti di chiedere al gip l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale mi conforta nell’idea che ho sempre espresso sulla estraneità di mio figlio ai fatti contestati che hanno suscitato un grande clamore mediatico”.

Resta dunque alta l’attenzione sulla vicenda, che potrebbe riaprirsi nel caso in cui il giudice non accolga la richiesta di archiviazione e accolga l’opposizione dell’accusa.

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