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Cronaca

Vessazioni in casa, la procura non ha dubbi: chiesta condanna per carabiniere violento

La procura di Torino: clima di violenza domestica, la testimonianza dei figli conferma il racconto della vittima

Vessazioni in casa, la procura non ha dubbi

Vessazioni in casa, la procura non ha dubbi: chiesta condanna per carabiniere violento (foto di repertorio)

Tre anni di reclusione. È questa la richiesta di condanna avanzata dalla procura di Torino nei confronti di un carabiniere imputato per maltrattamenti contro la moglie, in un processo che sta portando alla luce una lunga e dolorosa storia di violenza domestica.

Secondo quanto ricostruito nel corso del dibattimento, l’uomo avrebbe infierito fisicamente e psicologicamente sulla compagna con vessazioni, minacce, litigi e percosse. Un episodio in particolare, raccontato in aula, rivela la banalità con cui potevano scatenarsi le aggressioni: durante la visione di una partita della Juventus, squadra di cui il militare è tifoso, la moglie pronunciò la frase “speriamo che vinca il Napoli”. Fu sufficiente, secondo l’accusa, a provocare una violenta reazione.

A sostenere la versione della donna – che si è costituita parte civile con l’avvocata Alessandra Lentini – ci sono anche i figli della coppia, le cui dichiarazioni sono state ritenute coerenti e attendibili dal pubblico ministero. «Ero sempre in ansia – ha dichiarato uno dei ragazzi – perché temevo di continuo che potesse succedere qualcosa. Una volta si mise a urlare perché mi ero vaccinato contro il Covid. Era contrario, non credeva nei vaccini».

L’imputato ha sostenuto in aula di essere lui la vittima, affermando di aver sviluppato disturbi fisici di origine nervosa a causa del comportamento della moglie. Ma per la procura questa versione non regge: i problemi di salute lamentati risalgono al 1989, ben prima dell’inizio della relazione, come documentato negli archivi dell’Arma dei Carabinieri.

Il processo, che si avvia verso le fasi finali, si inserisce in un contesto più ampio in cui le dinamiche familiari disfunzionali emergono con forza anche all’interno di contesti istituzionali. L’esito del procedimento sarà decisivo non solo per stabilire le responsabilità penali, ma anche per lanciare un segnale chiaro sul fronte del riconoscimento della violenza domestica.

Tre anni di reclusione. È questa la richiesta di condanna avanzata dalla procura di Torino nei confronti di un carabiniere imputato per maltrattamenti contro la moglie, in un processo che sta portando alla luce una lunga e dolorosa storia di violenza domestica

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