Bidello condannato per molestie: una storia di abuso e giustizia a Grugliasco
A Grugliasco, la Corte d’Appello ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria che ha lasciato un segno profondo nella comunità locale. Un bidello di 68 anni è stato condannato a un anno e due mesi di carcere per violenza sessuale ai danni di una studentessa, all’epoca dei fatti appena sedicenne. La sentenza, che conferma il verdetto di primo grado, arriva dopo un iter processuale durato anni e riporta a galla un episodio avvenuto nel 2021, quando quella che sembrava una giornata qualunque si è trasformata in un’esperienza traumatica per la giovane.
L’uomo, che lavorava nella scuola frequentata dalla ragazza, l’aveva convinta a seguirlo con il pretesto di un’uscita innocua. Invece di portarla a mangiare fuori, come promesso, l’ha condotta nel suo appartamento, dove ha approfittato della situazione per molestarla. Un abbraccio che doveva essere un gesto amichevole si è trasformato in un atto di abuso, con le mani dell’uomo che hanno oltrepassato ogni limite, posandosi sul corpo della ragazza.
Spaventata, la studentessa è riuscita a contattare un’amica, che l’ha soccorsa tempestivamente, ponendo fine a quell’incubo. Da quel momento è partita una battaglia legale che ha visto la giovane, oggi maggiorenne, affrontare il peso di un trauma difficile da lasciarsi alle spalle. L’avvocato Alessandro Di Mauro, che ha seguito il caso con dedizione, ha accompagnato la vittima in questo percorso, culminato con la decisione della Corte d’Appello.
Il bidello, allontanato dalla scuola già nell’ottobre del 2021, non tornerà più dietro i banchi, ma la condanna, pur rappresentando una vittoria per la giustizia, non cancella le cicatrici lasciate su chi ha subito l’abuso. Questo episodio non è solo una storia di cronaca, ma un campanello d’allarme che costringe a riflettere su quanto siano sicuri i luoghi dove i nostri ragazzi trascorrono gran parte del loro tempo. Le scuole dovrebbero essere rifugi, spazi di crescita e apprendimento, eppure casi come questo dimostrano che la vigilanza non è mai abbastanza.
Gli esperti sottolineano l’importanza di formare il personale scolastico, non solo gli insegnanti ma anche figure come i bidelli, per prevenire situazioni di rischio e riconoscere segnali di disagio. Secondo dati recenti dell’Istat, in Italia i casi di violenza sessuale denunciati tra i minori sono in aumento, con un incremento del 7% tra il 2020 e il 2023, e spesso gli autori sono persone che occupano posizioni di fiducia. Questo rende ancora più urgente un intervento strutturato: controlli più rigorosi, corsi di sensibilizzazione e protocolli chiari per gestire eventuali sospetti.
La vicenda di Grugliasco non è isolata, ma si inserisce in un contesto più ampio che chiama in causa la responsabilità di tutti. Non basta punire i colpevoli, serve costruire una cultura del rispetto che parta dalle aule e arrivi nelle case. I genitori chiedono garanzie, gli studenti meritano serenità, e la società tutta deve fare i conti con la necessità di proteggere chi è più vulnerabile. La giovane vittima di questa storia ha trovato il coraggio di denunciare, ma quante altre voci restano inascoltate? La condanna del bidello è un passo avanti, certo, ma il vero cambiamento passa attraverso un impegno collettivo. Solo così si potrà sperare in un futuro dove le scuole tornino a essere quello che dovrebbero: luoghi sicuri, non scenari di incubi.
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