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Cronaca

Non ospiti, ma piante di cannabis: la scioccante scoperta in un albergo abbandonato

Operazione della polizia porta alla luce una serra di marijuana in un hotel dismesso

Non ospiti, ma piante di cannabis

Non ospiti, ma piante di cannabis: la scioccante scoperta in un albergo abbandonato (foto di repertorio)

Un'operazione degna di un film d'azione. Un albergo abbandonato trasformato in una fabbrica di marijuana con impianti tecnologici all'avanguardia. Un blitz coordinato dalla squadra mobile di Alessandria e dai colleghi di Milano ha messo fine a un'attività illecita che operava nell'ombra. Il risultato? Quattro arresti e la scoperta di 1.300 piante di cannabis pronte a rifornire il mercato nero.

L'ex struttura alberghiera, situata nella provincia di Alessandria, era stata riconvertita in un vero e proprio laboratorio della droga, con ventilatori, lampade, essiccatori e trasformatori per garantire una produzione costante. Un impianto di livello industriale, che nulla aveva da invidiare alle coltivazioni di cannabis terapeutica, se non per la sua natura illegale. Ma chi c'era dietro questo business?

L'indagine, condotta con meticolosità, ha permesso alle forze dell'ordine di individuare il traffico illecito, incastrando tre cittadini albanesi e un ucraino, colti sul fatto mentre curavano le piante. L'energia necessaria a mantenere attivi gli impianti veniva rubata con un allaccio abusivo alla rete elettrica, aggravando le accuse nei loro confronti.

Questo non è un caso isolato. Coltivazioni illegali in strutture abbandonate sono sempre più diffuse, favorite dall'assenza di controlli e dalla crescente domanda di marijuana. La scoperta di Alessandria rilancia un problema sempre più attuale: la necessità di un monitoraggio più efficace di edifici dismessi e una risposta decisa al crimine organizzato.

Ora, i quattro arrestati dovranno rispondere di coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti e di furto di energia elettrica. Gli inquirenti proseguono le indagini per individuare eventuali complici e ricostruire la rete di distribuzione della droga.

Il messaggio alle comunità è chiaro: occhi aperti. Segnalare movimenti sospetti può fare la differenza nella lotta contro il narcotraffico. La sicurezza è un bene comune e tutti siamo chiamati a difenderla.

L'indagine, condotta con meticolosità, ha permesso alle forze dell'ordine di individuare il traffico illecito, incastrando tre cittadini albanesi e un ucraino, colti sul fatto mentre curavano le piante

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