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Cronaca

Pedopornografia online, la rete degli orrori: 12 arresti e 14 denunce in 18 città

Sequestrate decine di migliaia di file. L'operazione "Viper 2" segue un'indagine che aveva già portato a 28 arresti nel 2024

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Pedopornografia online, la rete degli orrori: 12 arresti e 14 denunce in 18 città

Dodici arresti, quattordici denunce e il sequestro di numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file pedopornografici. È il bilancio dell'operazione "Viper 2", condotta dagli investigatori della Polizia di Stato del Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica (Cosc) di Venezia, coordinati dalla locale procura e dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) del Servizio Polizia Postale.

L'operazione ha interessato 18 città italiane: Lecce, Sassari, Siracusa, Massa, Pisa, Bergamo, Milano, Monza Brianza, Isernia, Caserta, Reggio Calabria, Roma, Alessandria, Cuneo, Novara, Venezia, Vicenza e Treviso. Le persone finite in manette sono accusate di detenzione di ingente materiale pedopornografico.

Un'indagine che affonda le radici nel deep web

"Viper 2" è il seguito di un'operazione analoga condotta lo scorso anno, che aveva portato all'esecuzione di 60 perquisizioni e all'arresto di 28 individui. L'attività investigativa si è sviluppata nel dark web e in gruppi privati su piattaforme di messaggistica crittografata, strumenti spesso utilizzati da reti criminali dedite allo scambio di materiale pedopornografico.

La Polizia Postale ha utilizzato sofisticate tecniche di indagine undercover per infiltrarsi nei circuiti illegali e raccogliere prove contro gli indagati. Gli agenti hanno rintracciato e identificato gli utenti coinvolti grazie all'analisi dei metadati e delle connessioni, ricostruendo le dinamiche di condivisione dei contenuti illeciti.

Il fenomeno della pedopornografia online in Italia è in costante aumento. Secondo i dati forniti dalla Polizia Postale, nel 2023 sono stati registrati oltre 6.000 casi di reati legati alla pedopornografia, con un incremento del 30% rispetto all'anno precedente. Le denunce e gli arresti riguardano principalmente soggetti di età compresa tra i 30 e i 60 anni, ma negli ultimi anni è emersa una preoccupante diffusione del fenomeno anche tra i più giovani, spesso inconsapevoli della gravità delle loro azioni.

Nel 2023, la Polizia Postale ha sequestrato più di 10 milioni di file pedopornografici e chiuso oltre 250 piattaforme web dedicate allo scambio di materiale illecito. Gli esperti sottolineano come la crescente digitalizzazione e l'uso massiccio delle piattaforme social abbiano contribuito alla proliferazione di questo crimine.

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Le misure di contrasto: dalla prevenzione alle operazioni internazionali

Per contrastare la pedopornografia online, le autorità italiane hanno potenziato le attività di monitoraggio del web e rafforzato la cooperazione internazionale con Europol e Interpol. Il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo) opera attivamente con gli agenti della Polizia Postale per individuare e oscurare i siti web contenenti materiale illegale.

Negli ultimi anni sono state introdotte nuove misure di contrasto, tra cui:

  • Tecniche di intelligenza artificiale per il riconoscimento automatico di immagini e video sospetti;

  • Operazioni undercover per identificare gli autori e interrompere le reti criminali;

  • Campagne di sensibilizzazione rivolte a scuole e famiglie per educare i minori sui rischi del web;

  • Sanzioni più severe per chi detiene e diffonde materiale pedopornografico, con pene che possono arrivare fino a 12 anni di reclusione.

Le autorità invitano la popolazione a segnalare qualsiasi contenuto sospetto attraverso la piattaforma "YouPol" o direttamente ai comandi della Polizia Postale. La collaborazione tra cittadini e forze dell'ordine è fondamentale per individuare e contrastare efficacemente questi reati.

L'operazione "Viper 2" dimostra come la lotta alla pedopornografia online sia una priorità per le autorità italiane. Tuttavia, gli esperti sottolineano che il problema non può essere risolto solo con le indagini e gli arresti: occorre un impegno congiunto di istituzioni, famiglie e piattaforme digitali per garantire un web più sicuro per i minori.

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