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Cronaca

Nomadi a Mirafiori: sgombero inutile, il quartiere ancora ostaggio delle roulotte

Sgombero a Mirafiori per le Universiadi, ma i nomadi si spostano dietro la Chiesa del Redentore

Nomadi a Mirafiori

Nomadi a Mirafiori: sgombero inutile, il quartiere ancora ostaggio delle roulotte

A Mirafiori, quartiere di Torino, la scena sembra ripetersi come un copione già scritto. Nonostante il recente blitz delle forze dell’ordine, che ha portato allo sgombero di un accampamento di nomadi in corso Tazzoli, la situazione non è cambiata di molto. Camper e roulotte si sono spostati in un battibaleno, trovando una nuova sistemazione proprio dietro la Chiesa del Redentore, a pochi passi dalla precedente occupazione. Un “trasloco” che ha suscitato nuove preoccupazioni tra i residenti e lo stesso parroco, ora costretto a convivere con un accampamento a ridosso della parrocchia.

Il blitz delle forze dell’ordine era stato motivato dall’imminente inizio delle Universiadi, evento sportivo internazionale che avrà nel Palatazzoli di Mirafiori Nord uno dei suoi principali scenari. Qui si svolgeranno le competizioni di hockey su ghiaccio e curling, con la partecipazione di atleti e spettatori provenienti da tutto il mondo. La presenza di un accampamento di nomadi, che nelle ultime settimane era cresciuto notevolmente, rappresentava un problema non solo di decoro urbano, ma anche di sicurezza e ordine pubblico. Le rimostranze dei residenti e dei lavoratori della zona avevano raggiunto livelli insostenibili, spingendo le autorità a intervenire con fermezza

Camper e roulotte si sono spostati in un battibaleno

Piazza Papa Giovanni XXIII: un nuovo problema

Tuttavia, il dispiegamento di forze non è bastato a risolvere la questione. In meno di 24 ore, i nomadi hanno trasferito il loro accampamento in piazza Papa Giovanni XXIII, accanto alla Chiesa del Redentore. Un cambiamento che ha spostato il problema di appena qualche centinaio di metri. "Sembra che siamo punto e a capo", ha commentato un residente visibilmente esasperato.

Il Comune di Torino aveva già emesso un’ordinanza, nel novembre 2023, per vietare la sosta permanente nell’area di corso Tazzoli, al fine di agevolare la raccolta di foglie e neve. Un provvedimento che, nei fatti, non è mai stato rispettato. "L’ordinanza è ancora in vigore, ma quei veicoli sono sempre rimasti nel piazzale", ha dichiarato Domenico Angelino, consigliere di Fratelli d’Italia in circoscrizione 2. Con l’accampamento ora spostato dietro la chiesa, le lamentele continuano a piovere.

La situazione di Mirafiori non è solo un problema di ordine pubblico, ma anche una questione sociale e politica di difficile soluzione. Domani pomeriggio, al centro civico del quartiere, si terrà una commissione straordinaria convocata dal presidente Luca Rolandi e dal coordinatore Alessandro Nucera per discutere del problema. L’assessore Marco Porcedda illustrerà i progetti per corso Tazzoli e altre aree critiche del quartiere. Ma resta il dubbio se queste iniziative saranno sufficienti a risolvere una situazione che sembra cronicizzarsi.

I residenti e il parroco della Chiesa del Redentore non nascondono la loro frustrazione. La presenza del nuovo accampamento genera disagio e alimenta tensioni sociali. "Ricevo lamentele continue dai fedeli e dai residenti", ha confermato Angelino. Una situazione che richiede soluzioni a lungo termine e non semplici spostamenti temporanei, che lasciano intatte le problematiche di fondo.

Mentre le Universiadi rappresentano un’opportunità per Mirafiori di mettersi in mostra davanti al mondo, il problema degli accampamenti nomadi rischia di offuscare questa occasione. Il Palatazzoli, uno dei simboli dello sport torinese, potrebbe trovarsi al centro di una vetrina globale con una zona circostante in balia del degrado.

Trovare un equilibrio tra accoglienza e rispetto delle regole è una sfida complessa che richiede il coinvolgimento di tutte le parti in causa. La comunità di Mirafiori, tra incertezze e disagi, chiede a gran voce interventi strutturali e una strategia che non si limiti a spostare il problema da una piazza all’altra. Nel frattempo, la vita quotidiana del quartiere prosegue tra speranze, paure e la consapevolezza che il vero banco di prova è ancora tutto da affrontare.

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