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12 Gennaio 2025 - 21:41
Mucca (foto di repertorio)
A Sparone, lo scorso 7 gennaio, due mucche in fuga da mesi sono state abbattute per garantire la sicurezza pubblica. I due animali, sfuggiti alla custodia del proprietario a settembre durante il rientro dall’alpeggio di Ribordone, avevano vagato per mesi nelle campagne canavesane, eludendo ogni tentativo di cattura. L'epilogo si è consumato alle porte del centro abitato, dove la loro presenza è stata ritenuta un rischio per la popolazione.
Il proprietario aveva regolarmente denunciato l’allontanamento degli animali ai carabinieri forestali di Pont Canavese e all’Asl To4, avviando una serie di interventi con il servizio veterinario e diversi collaboratori per catturare i bovini. Tuttavia, nonostante le settimane di sforzi, gli animali si sono dimostrati imprendibili, lasciando le autorità con una decisione drastica: l’abbattimento.
L’episodio ha sollevato numerose critiche tra i residenti, alimentando un dibattito che intreccia sicurezza pubblica, gestione delle emergenze e tutela del benessere animale.
Alcuni cittadini, attraverso lettere e commenti, hanno espresso disappunto sulla scelta di abbattere gli animali. Un residente ha lamentato che i metodi tradizionali di contenimento, un tempo ben noti ai margari, avrebbero potuto evitare questa soluzione estrema. Altri si sono chiesti perché non sia stato possibile narcotizzarli, dato che al momento dell’intervento i bovini stavano brucando tranquillamente in un prato.
La sindaca di Sparone, Anna Bonino, ha difeso la scelta come una misura inevitabile. Secondo quanto riferito, la sedazione non era praticabile in sicurezza, poiché richiede una distanza ravvicinata difficilmente raggiungibile senza rischiare di essere caricati dagli animali.
La decisione, ha precisato la sindaca, è stata presa dai veterinari dell’Asl in collaborazione con i carabinieri, e non dal Comune. Tuttavia, Bonino ha criticato le modalità di comunicazione: “Avremmo potuto informare meglio i cittadini se fossimo stati avvisati con maggiore preavviso. Purtroppo, quando ci è stata comunicata la decisione, l’intervento era ormai inevitabile”.
L’Asl, da parte sua, ha riconosciuto l’errore nella gestione delle tempistiche, scusandosi con l’amministrazione comunale. Resta però il fatto che, secondo le autorità sanitarie, un intervento tempestivo era necessario per evitare rischi alla pubblica incolumità, vista la mole e l’imprevedibilità dei due animali.
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