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Cronaca

Presa la banda dei nonni ricettatori: "Re Mida" ha 86 anni

Un'operazione dei carabinieri smaschera un'organizzazione criminale di anziani dedita al riciclaggio di gioielli rubati

Il "Re Mida" torinese ha 86 anni

Il "Re Mida" torinese ha 86 anni

Quando pensiamo ai nonni, immaginiamo dolci racconti d’infanzia e biscotti appena sfornati. Non certo un giro di ricettazione da centinaia di migliaia di euro, con gioielli rubati agli anziani, fusi in laboratorio e rivenduti ai compro oro compiacenti. Eppure, una banda di arzilli pensionati torinesi, guidata da un “giovane” di 55 anni, è finita al centro di un’indagine della procura di Torino, svelando un traffico tanto redditizio quanto insospettabile.

Il modus operandi? Da manuale del crimine organizzato, ma con un tocco di originalità. Le mazzette di contanti, frutto del riciclaggio di oro, venivano nascoste nei cruscotti delle auto o, in perfetto stile rocambolesco, in oggetti curiosi come la vaschetta della bambola che beve e fa pipì.

Dietro a questa sorprendente rete criminale c’era Oreste Ponzano, alessandrino di 55 anni, già noto alle forze dell’ordine, considerato il cervello operativo dell’associazione. A lui facevano capo gli “agenti sul campo”, un gruppo di pensionati torinesi con ruoli ben definiti: c’era chi teneva i contatti con i campi nomadi dell’hinterland, chi separava le pietre preziose dai gioielli e verificava la caratura dell’oro, e chi si occupava della logistica finanziaria.

Il laboratorio abusivo, allestito a Torino nord, era il cuore pulsante dell’operazione. Qui, con bilancini di precisione e reagenti chimici, si determinava il valore della merce, stabilendo prezzi che oscillavano tra i 20 mila e gli 80 mila euro a consegna.

Tra i protagonisti spicca Rocco Chiaramonte, soprannominato il “Re Mida torinese”, 87 anni da compiere e un curriculum criminale di tutto rispetto. Frequentava i campi nomadi e le periferie urbane per acquistare oro rubato, principalmente proveniente da truffe ai danni di anziani con il classico trucco dei falsi tecnici dell’acqua, del gas e della luce.

Al suo fianco, Francesco Di Bari, 80 anni, e Paolo Cottino, 83 anni, completavano il team. Di Bari gestiva il flusso di denaro, mentre Cottino faceva da mediatore tra i raccoglitori d’oro e Ponzano. Quest’ultimo è stato immortalato mentre consegnava banconote a chi portava oro di provenienza illecita, spesso risultato di furti e rapine in appartamenti e ville, soprattutto tra Piemonte e Lombardia.

Il colpo di scena

L’indagine, durata oltre un anno e condotta con pedinamenti e accertamenti tecnici, si è conclusa giovedì mattina con l’esecuzione delle misure cautelari. Ponzano è finito agli arresti domiciliari, mentre per i tre pensionati sono scattati l’obbligo di dimora a Torino e la presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

Durante una perquisizione a dicembre 2023, i carabinieri avevano sequestrato nel laboratorio abusivo un pacco contenente 1,7 chili di oro e 100 mila euro in contanti. Ora le forze dell’ordine stanno lavorando per restituire i gioielli alle vittime, che erano cadute nelle trappole di questi insospettabili “nonni del crimine”.

Un caso che dimostra come l’età avanzata non sia necessariamente sinonimo di quieto vivere, ma, in certi casi, può celare un’imprevedibile vena di intraprendenza… criminale.

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