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Cronaca
08 Gennaio 2025 - 09:33
Torino, bidello accusato di molestie: genitori in rivolta al convitto Umberto I
A Torino, tra le mura storiche del Convitto Nazionale Umberto I, si è consumato un episodio che ha scosso profondamente la comunità scolastica e non solo. Un collaboratore scolastico, all'epoca dei fatti in servizio presso l'istituto, è ora al centro di un'inchiesta giudiziaria per presunte molestie sessuali ai danni di due studentesse. Gli episodi, che risalgono all'ottobre del 2023, hanno portato a un'indagine che potrebbe sfociare in un processo per violenza sessuale aggravata.
L'accusa è grave: il bidello, un uomo di 41 anni, avrebbe baciato sulla guancia una sedicenne e tentato di baciarla sulla bocca, mentre a un'altra ragazza avrebbe accarezzato il viso, riuscendo a trattenerla solo per un breve istante prima che la giovane riuscisse a fuggire. Questi atti, avvenuti lungo i corridoi della scuola, sono stati considerati dalla Procura come violenza sessuale aggravata, tenendo conto dell'età delle vittime, del luogo in cui si sono verificati i fatti e dell'abuso della posizione lavorativa dell'indagato.
La notizia ha suscitato un'ondata di indignazione tra i genitori degli studenti del convitto. In segno di protesta, molti di loro hanno deciso di tenere i figli a casa per un giorno, manifestando così il loro dissenso verso la gestione della situazione da parte dell'istituto. La preside, pur comprendendo la rabbia dei genitori, ha spiegato che le norme vigenti non le permettevano di agire diversamente. "Al suo rientro, l’ho assegnato a un reparto dove non è in contatto con gli studenti fino alla fine dell’anno", ha dichiarato, sottolineando che il collaboratore era stato nominato solo due giorni prima degli episodi contestati.
Molestie a scuola
L'inchiesta, avviata su segnalazione della stessa preside, ha visto le due ragazze coinvolte raccontare i fatti in un'audizione protetta davanti al giudice per le indagini preliminari, Paola Odilia Meroni. Durante l'incidente probatorio, le giovani hanno descritto come il collaboratore scolastico le avesse avvicinate in momenti diversi, mentre una si recava a fare delle fotocopie e l'altra si dirigeva in bagno. In entrambi i casi, l'uomo avrebbe tentato approcci non richiesti, fermati solo dalla prontezza delle ragazze nel sottrarsi.
Dopo una sospensione cautelare di tre mesi, il bidello è stato reintegrato nel gennaio 2024, una decisione che ha ulteriormente infiammato gli animi. La presenza dell'uomo nell'istituto è stata percepita come inaccettabile dai genitori, che hanno continuato a esprimere il loro malcontento attraverso assemblee e richieste di accesso agli atti dell'indagine. La direzione scolastica ha cercato di rassicurare le famiglie, affermando di aver fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza degli studenti.
Ora, il destino giudiziario del collaboratore scolastico è nelle mani della giustizia. La Procura ha notificato ai suoi difensori, gli avvocati Emanuela Bellini e Giuseppe Trimboli, l'avviso di conclusione delle indagini, un passo che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. Tuttavia, l'indagato avrà l'opportunità di chiarire la propria posizione durante l'interrogatorio davanti al pubblico ministero Valeria Sottosanti, un momento cruciale che potrebbe influenzare l'esito del caso.
Mentre la comunità scolastica attende con ansia gli sviluppi, il caso del Convitto Umberto I solleva interrogativi più ampi sulla sicurezza nelle scuole e sulla gestione delle accuse di molestie. Come possono le istituzioni educative garantire un ambiente sicuro per i loro studenti? E quale ruolo devono giocare i genitori e le autorità nel monitorare e rispondere a tali situazioni? Domande che restano aperte, in attesa di risposte che possano ristabilire la fiducia e la serenità all'interno delle mura scolastiche.
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