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Ivrea

Asl To4 di nuovo nelle bufera. Sei dipendenti rinviati a giudizio per favoreggiamento e falso...

Anche due amministratori di Officine Meccaniche Piemontesi a Busano

Asl To4 di nuovo nelle bufera. Sei dipendenti indagati per favoreggiamento e falso...

Aveva subìto la parziale amputazione della falange di un dito della mano e per quell'infortunio sul lavoro avvenuto nel luglio 2018 nei capannoni delle Officine Meccaniche Piemontesi a Busano, un marchio storico fondato nel 1956 e specializzato nell'automotive.

A distanza di sei anni, il Gip Fabio Rabagliati ha chiuso un'inchiesta e ha rinviato a giudizio 8 persone tra cui figurano i titolari della ditta e alcuni dipendenti dell'Asl To4 che avevano accertato e indagato su quell'infortunio.

Nell'elenco ci sono Letizia Bergallo, 48 anni, attuale direttrice dello Spresal d'Ivrea (Servizio prevenzioni e infortuni sul lavoro),  (avvocato Alessia Caserio), l'ex direttore Lauro Reviglione, 68 anni, (avvocato Pio Coda) e i funzionari Massimo Gay, 63 anni (avvocato Luca Fiore), Salvatore Orifici, 62 anni, (avvocato Andrea Aliprandi), Simone Gaida, 31 anni, (avvocato Marta Lageard) e Barbara Masseroni, 53 anni, (avvocato Paolo Campanale).

Sono accusati, a vario titolo, di favoreggiamento, falso e perdita del corpo di reato.

Dovranno rispondere di lesioni, invece,  Michele Rosboch, 81 anni, e il figlio Fabrizio, 52 anni(amministratore delegato di Omp).

I difensori di padre e figlio, gli avvocati Gianluca Vallero e Elena Corgner, hanno presentato una memoria chiedendo l'archiviazione.

Secondo la ricostruzione della pm Valentina Bossi in questa storia ci sarebbero state alcune violazioni di procedure.

Omp

I tecnici Spresal intervenuti poco dopo quell'infortunio avrebbero infatti continuato a far lavorare un macchinario non a norma fino al 2022. Fino a quando, cioè, la Sostituta procuratrice non ha chiesto la valutazione di un consulente esterno.

In un prima momento avrebbero dato il via libera all'azienda ad utilizzare il macchinario ma con alcune prescrizioni, poi, però, non avrebbero più controllato il rispetto delle prescrizioni. Non c'è il due senza il tre nel 2022 la pm Valentina Bossi chiede allo Spresal il perchè e ordina un'altra ispezione ma i due ispettori danno per l'ennesima volta il via libera all'utilizzo peraltro allegando una foto di un altro macchinario simile che non era però quello "incriminato".

Qualcosa non torna e la Pm si rivolge ad un consulente esterno che controlla la macchina e la fa spegnere.

Sulla vicenda i difensori degli indagati non commentano. E’ comunque anomalo che una Procura, già in difficoltà per le carenze di organico di personale, si trovi ad indagare sui suoi stessi uomini di polizia giudiziaria.

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