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Giudiziaria
14 Novembre 2024 - 11:01
La notizia è di oggi. La Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta sul ritrovamento di vermi nei piatti di passato di zucca serviti nelle mense scolastiche di Settimo Torinese e Brandizzo. La decisione di fare luce su eventuali responsabilità e falle nella gestione dell’emergenza è giunta dopo le rassicurazioni dell'Amministrazione comunale guidata da Elena Piastra e della Eutourist New, che però non hanno convinto i giudici eporediesi e placato l'indignazione e le preoccupazioni dei genitori degli alunni.
Il caso risale al 25 ottobre scorso, quando la notizia della presenza di vermi nei pasti serviti il giorno prima nelle scuole Andersen, Teresa Noce, Roncalli, Gramsci e Martiri della Libertà ha fatto rapidamente il giro dei social, innescando un acceso dibattito pubblico.
In tanti hanno espresso il loro malcontento per la situazione, mentre l'Amministrazione comunale cercava di minimizzare, dichiarando l'episodio “archiviato” dal punto di vista politico. Tuttavia, per le famiglie, la questione è tutt’altro che risolta, e la richiesta di maggiori controlli sulla qualità dei pasti scolastici rimane alta.
L’indagine avviata dalla Procura punta a verificare se tutte le procedure di sicurezza siano state rispettate e, al momento, non ci sono persone indagate. Di sicuro c'è che a Brandizzo la sindaca Monica Durante in fretta e furia ha sospeso la mensa, a Settimo Torinese si è fatto finta di niente.
Due sindache, due stili. Da una parte, una leadership a testa alta, dall’altra, un perfetto gioco a nascondino. E la riprova di questa strategia “struzzo-style” si trova tutta nei social della Piastra: foto patinate, sorrisi smaglianti, città perfetta, iniziative che sembrano uscire da una guida turistica.
Nei prossimi giorni verranno ascoltate diverse figure coinvolte, dalla dirigenza scolastica fino ai vertici dell’azienda di ristorazione responsabile del servizio mensa. Si cercano elementi che possano far luce su eventuali errori o negligenze nella gestione del servizio alimentare.
Agli atti è già finita una determinazione firmata con urgenza dal dirigente Stefano Maggio il 28 ottobre, a soli quattro giorni dal “fattaccio”. Un intervento in corsa, che vede l’affidamento del controllo dei cibi alla Be Safe Group s.r.l. per la modica cifra di 24.156 euro (IVA inclusa).
Negli anni passati, infatti, il Comune aveva sempre affidato i controlli igienico-sanitari a una ditta esterna per sopperire alle carenze di personale qualificato interno. Poi, con l’arrivo dell’assessora Chiara Gaiola, quest’anno il Comune pare si fosse “dimenticato” di questo piccolo dettaglio… almeno finché le larve (cucù...) non hanno deciso di fare la loro comparsa pubblica nel menù scolastico.
Diciamo “dimenticato” perché l’alternativa sarebbe pensare che l’amministrazione avesse deciso razionalmente di risparmiare proprio sulla sicurezza alimentare. E non c’è dubbio che la seconda opzione griderebbe vendetta, portando inevitabilmente a chiedere le dimissioni di tutto l'esecutivo.
Nella determina, si legge che l’affidamento diretto alla Be Safe Group è stato ritenuto “economicamente più vantaggioso”. Una frase fatta che, però, si scontra con la totale assenza di dettagli sulle altre offerte: non pervenute.
La Bioleader s.r.l., ditta che aveva svolto il servizio fino allo scorso anno scolastico, non è stata nemmeno invitata ed è forse inutile chiedersi il perchè. Per la fretta. Perchè han cercato il responsabile e non l'han trovato. Chissenefrega.
Il vero problema è che i controlli che si sono sempre fatti negli anni scorsi, quest’anno non erano stati affidati.
Secondo quanto riportato dall’azienda, nelle ore immediatamente successive al fattaccio, la contaminazione avrebbe riguardato solo "porzioni isolate" di pasto, e le larve trovate sarebbero riconducibili a un lotto di farro biologico, presumibilmente contaminato da plodia, un tipo di larva comune nei cereali.
"Dalla visione delle foto ricevute e dei corpi estranei resi al centro cottura, possiamo verosimilmente supporre che le larve siano derivate da una confezione del cereale farro di origine biologica utilizzato per la produzione del primo piatto", si leggeva nella nota. In pratica, il farro, uno degli ingredienti del passato di zucca, sarebbe stato il principale colpevole di questa spiacevole vicenda.
Eutourist New aveva subito tentato di rassicurare famiglie e scuole, sottolineando come tutti i controlli previsti dalla legge fossero stati effettuati in modo regolare e che, sfortunatamente, il controllo visivo degli operatori non aveva evidenziato la presenza di corpi estranei nel piatto durante le fasi di preparazione.
"La contaminazione è emersa solo durante il consumo degli utenti", aveva precisato l'azienda, quasi a suggerire che non vi sia stato modo di evitarla. A complicare ulteriormente la situazione, Eutourist aveva aggiunto che anche le verifiche straordinarie svolte successivamente, sia nei magazzini che nei locali di stoccaggio, non hanno rilevato altre tracce di contaminazione.
La risposta dell’azienda non era stata sufficiente a calmare gli animi.
Molte famiglie erano e restano furiose. Da mesi, infatti, si susseguono le lamentele riguardo la qualità dei pasti serviti nelle scuole, con porzioni giudicate scarse, piatti poco appetibili e, ora, questa ciliegina sulla torta – o meglio, questa larva nel passato di zucca.
Nel comunicato, Eutourist New aveva anche evidenziato le misure correttive messe in atto per evitare il ripetersi di simili episodi: tra queste, l'acquisto di confezioni di cereali in imballi più piccoli, per ridurre i tempi di stoccaggio, e l'aumento dei controlli degli insetti volanti nelle aree di conservazione.
La ditta aveva infine precisato che venerdì 25 ottobre il centro di cottura era stato ispezionato dall’ASL TO4 e dai NAS, senza che venissero riscontrate violazioni gravi legate alla contaminazione.
Gli ispettori avrebbero segnalato altre problematiche, come la manutenzione del locale lavaggio e alcune carenze nello stoccaggio dei materiali. In seguito a queste rilevazioni, l'azienda ha eseguito una pulizia straordinaria.
La questione si inserisce in un contesto più ampio di malcontento diffuso verso la qualità dei servizi scolastici offerti a Settimo Torinese. Già in passato c’erano state polemiche sulla qualità dei pasti e sulla gestione delle mense, ma mai si era arrivati a un tale livello di indignazione. L'accaduto è ormai diventato un caso pubblico, e molti si chiedono se non sia il momento di ripensare totalmente il sistema di refezione scolastica.
Intanto, i carabinieri della tenenza di Settimo Torinese proseguono con ulteriori verifiche, cercando di fare chiarezza su tutti gli aspetti di una vicenda che continua a sollevare dubbi.
A dare ulteriore visibilità alla questione, ieri, a Mattino Quattro su RETE 4, condotto da Federica Panicucci e Francesco Vecchi è andato in onda un servizio su Settimo Torinese.
In collegamento Cinzia La Rosa di Settimo Torinese con il dito puntato contro un sistema di gestione che sembra ignorare il diritto delle famiglie a essere informate.
E con questo fanno due servizi televisivi. Il primo era stato girato il 30 ottobre proprio davanti ai cancelli della Andersen.
Insetti, escrementi di roditori, cibi mal conservati e prive di tracciabilità: queste sono solo alcune delle irregolarità emerse dai controlli condotti dai Nas in 700 mense scolastiche, una su quattro delle quali è risultata irregolare. Le ispezioni, effettuate dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute in collaborazione con il Ministero della Salute, hanno rivelato un quadro allarmante. Oltre a carenze igienico-strutturali e l’assenza di autorizzazioni, sono stati rilevati pasti scadenti sia per quantità che per qualità, e gravi omissioni nella gestione degli allergeni, con rischi per la salute dei bambini, soggetti particolarmente vulnerabili.
Nel corso dell’indagine, sono state accertate 225 violazioni amministrative e penali e inflitte sanzioni per un totale di 130mila euro. Nei casi più gravi, cinque gestori sono stati denunciati all'autorità giudiziaria, con conseguenti sequestri di dispense, punti cottura e oltre 350 chili di alimenti per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro. Tra i cibi sequestrati, molti erano scaduti, privi di etichettatura conforme o mal conservati.
Gli episodi più gravi si sono verificati in diverse città. A Treviso, è stato chiuso un centro educativo per l'infanzia privo di autorizzazioni e di registrazione sanitaria. A Pescara, un asilo nido ha dovuto sospendere immediatamente tutte le attività di manipolazione e somministrazione alimentare a causa di gravi carenze igienico-sanitarie. A Caserta, il titolare di una ditta incaricata della refezione scolastica è stato denunciato per frode: apponeva etichette della propria azienda su pasti prodotti da terzi.
“I nostri controlli mirano a garantire la sicurezza alimentare nelle scuole. All’inizio dell’anno scolastico intensifichiamo le verifiche per dare un messaggio chiaro: le ispezioni sono costanti e rigorose,” ha dichiarato il tenente colonnello Gianpaolo Greco dei Nas. Nonostante i risultati preoccupanti, Greco sottolinea che “il quadro generale è tendenzialmente sano, sebbene permangano sacche di gravi carenze.”
Il messaggio è chiaro: genitori e cittadini sono invitati a segnalare qualsiasi situazione sospetta, perché la salute dei bambini non può essere compromessa.
A disposizione 24 ore al giorno il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute al 011 5623302. Inoltre, per questioni legate alla sicurezza alimentare, il Ministero della Salute mette a disposizione il numero 1500, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 18:00. Questo servizio fornisce informazioni e raccoglie segnalazioni su problematiche sanitarie, inclusi i rischi alimentari.
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