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Cronaca
28 Ottobre 2024 - 11:07
Rimproverati per un furto di frutta, danno fuoco alla sua azienda
Un richiamo per un furto di frutta che si trasforma in un atto di vendetta devastante. È la terribile storia che ha sconvolto l’agricoltore di Verrua Savoia in provincia di Torino, quando, lo scorso 11 giugno, un incendio ha distrutto il capannone della sua azienda agricola. Le fiamme hanno divorato 250 rotoballe, e sin da subito i sospetti si sono concentrati sulla natura dolosa dell’incendio.
Dopo quattro mesi di indagini, i Carabinieri di Cavagnolo hanno identificato e denunciato i presunti responsabili: quattro minorenni di Crescentino, ora accusati di aver appiccato il fuoco per vendetta. Secondo quanto ricostruito dai militari, il proprietario dell’azienda agricola aveva più volte sorpreso i ragazzi a rubare frutta dai suoi terreni e li aveva ammoniti, cercando di arginare il problema.
"Non è giusto che mi rubiate il lavoro di mesi!" avrebbe detto loro l’agricoltore durante uno degli incontri, nel tentativo di farli desistere. Ma le continue discussioni si sono trasformate in una lite accesa, culminata, secondo gli inquirenti, in un gesto di rappresaglia estrema. I quattro giovani, spinti dall’ira e dall’idea di vendicarsi, avrebbero deciso di appiccare l’incendio, senza immaginare le conseguenze drammatiche del loro gesto.
Nella notte dell’11 giugno, le fiamme hanno avvolto il capannone in pochi istanti, e i Vigili del Fuoco di Livorno Ferraris, Santhià e Torino sono intervenuti rapidamente, con l’aiuto anche della Croce Rossa di Crescentino. Tuttavia, il danno era ormai irreparabile. In un colpo solo, l’agricoltore ha visto svanire mesi di lavoro e investimenti in quella che si è rivelata una vendetta insensata e devastante.
I quattro ragazzi, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero tentato di attribuire la colpa a uno solo del gruppo, nel tentativo di ridurre la propria responsabilità, dichiarando anche di aver chiamato i Vigili del Fuoco quando hanno realizzato di aver perso il controllo delle fiamme.
Questo gesto di rimorso, però, non li scagiona dal reato di incendio doloso, che ora dovranno affrontare nelle sedi opportune.
Le fiamme hanno avvolto il capannone in pochi istanti
Il caso ha profondamente colpito la comunità di Crescentino e delle aree limitrofe, dove le famiglie dei quattro ragazzi sono conosciute. La notizia della loro denuncia per incendio doloso ha lasciato molti increduli e amareggiati.
La vicenda solleva interrogativi sul degrado e sulle dinamiche di rabbia e violenza che sembrano spingere alcuni giovani a comportamenti distruttivi, anche per futili motivi.
Nel frattempo, l’agricoltore, che preferisce rimanere nell’anonimato, ha ringraziato i Carabinieri per l’impegno profuso nelle indagini. L'uomo ha dichiarato di non riuscire a comprendere cosa potesse aver spinto i giovani a un gesto così assurdo. Si è detto sconvolto e deluso, ma ha espresso la speranza che la vicenda possa servire da lezione a loro e a tanti altri giovani.
Danni irreparabili, giustizia e speranza per il futuro...
L’incendio ha lasciato danni economici significativi per l’azienda, che dovrà fare i conti con una lunga ripresa. Il capannone agricolo e le attrezzature distrutte rappresentano una perdita non solo materiale ma anche emotiva per un uomo che ha dedicato la sua vita alla coltivazione della terra e al duro lavoro nei campi.
Le indagini sono concluse, ma le ferite lasciate da questo episodio richiederanno tempo per rimarginarsi. La comunità attende ora che la giustizia faccia il suo corso, con l’auspicio che questi giovani, di fronte alle conseguenze delle proprie azioni, possano riflettere sulla gravità di ciò che hanno fatto e sulle ripercussioni che tali gesti possono avere sulle vite altrui.
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