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Cronaca
09 Agosto 2024 - 06:46
Gianfranco Trombadore, la vittima, aveva 55 anni. I carabinieri nel cortile della sua azienda
"Gianfranco era davvero una brava persona, non posso credere che gli sia successa una cosa del genere". "E' impossibile, non se lo meritava". "Era solare, sempre sorridente: non meritava di andarsene così".
Nelle piccole comunità di Brusasco e della vicina Cavagnolo, dove la famiglia Trombadore è conosciuta e apprezzata da sempre, la tragica scomparsa di Gianfranco Trombadore, 55 anni, avvenuta ieri pomeriggio, giovedì 8 agosto, in circostanze drammatiche e ancora tutte da chiarire nel cortile della sua azienda, in via Verrua Savoia, ha lasciato tutti senza parole.
Dolore, rabbia, sconforto. "Aveva una bella famiglia...". Dalle sette della sera, appena s'è diffusa la notizia di quello che era successo poco prima, davanti al cancello dell'azienda era un continuo via vai di amici, parenti, conoscenti. Qui, dove tutti conoscono tutti, una tragedia così grande apre una ferita che sarà difficile ricucire.
Gianfranco Trombadore, imprenditore e titolare dell'azienda omonima di pallets e pellet, è morto durante una lite con altre tre persone: inizialmente se ne sospettava una, poi ieri sera la Procura della Repubblica di Ivrea ha accusato tre persone di omicidio preterintenzionale. Gli indagati, al momento, sono a piede libero.
Si tratta di una donna di 55 anni, di nazionalità ucraina, residente a Settimo Torinese, un cittadino albanese di 54 anni, residente a San Mauro Torinese, e un uomo di nazionalità albanese, 25 anni, nato in Grecia e residente a Torino.
Trombadore, indietreggiando, secondo le ricostruzioni dei carabinieri della Compagnia di Chivasso, coordinati dal pm Mattia Cravero della Procura di Ivrea, è morto dopo essere caduto a terra: se è stato spinto oppure colpito con dei pugni lo chiariranno le indagini. Come la causa della lite sarà oggetto di approfondimenti. Trapela poco o nulla: al centro della lite un debito da riscuotere, ma anche su questo è presto per giungere a conclusioni.
Determinante ai fini dell'indagine è la versione dei fatti dell'unico testimone oculare: un cittadino di nazionalità bengalese, dipendente della ditta di Trombadore, trattenuto per diverse ore e interrogato con l'aiuto di un interprete.
Il cortile dell'azienda di Trombadore
Nel cortile dell'azienda dove si è consumata la tragedia i carabinieri di Chivasso e quelli di Cavagnolo hanno passato al setaccio ogni possibile indizio.
L'auto, una Bmw X3 di colore scuro, con la quale i tre albanesi erano arrivati intorno alle 17 di ieri pomeriggio, è stata perquisita.
Un primo esame sul corpo dell'uomo, riverso a terra di fronte agli uffici della ditta, è stato eseguito da parte del medico legale Mario Apostol dell'Asl To 4: nelle prossime ore potrebbe già essere disposta l'autopsia.
Gianfranco Trombadore, fratello dell'ex sindaca di Brusasco Luciana, era persona molto conosciuta in tutto il chivassese. Sposato con Gilma Alves Moura, dalla loro unione erano nate tre bambine, due delle quali oggi ragazze.
L'azienda era passata nelle sue mani dai genitori, anche loro stimati professionisti.
Gianfranco Trombadore era una persona solare, di quelle con cui è facile socializzare. Amava la sua famiglia, il lavoro, la compagnia degli amici.
A Settimo Torinese frequentava da anni la palestra di arti marziali palestra Orvasha. Era cintura nera di karate. Anche qui, alla notizia, sono rimasti tutti sconvolti: "E' incredibile. Era una persona davvero benvoluta da tutti", lo ricordano con dolore e affetto.
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