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Rivarolo - Feletto
07 Aprile 2024 - 21:44
Guido Zabena perse la vita nel sottopasso allagato
Morì annegando nel sottopasso allagato. Il prossimo 16 aprile, prenderà il via il processo di secondo grado relativo alla morte dell'operaio di Favria Guido Zabena, avvenuta nel sottopasso tra Rivarolo e Feletto nel luglio del 2018.
Le aule del Tribunale di Corso Vittorio Emanuele a Torino si preparano ad accogliere nuovamente gli imputati, tra cui il sindaco Alberto Rostagno, per discutere il ricorso presentato dopo la condanna di primo grado emessa dal Tribunale di Ivrea.
Il sindaco Alberto Rostagno
Le motivazioni della sentenza di primo grado, depositate il 3 febbraio 2023 dal giudice monocratico del Tribunale di Ivrea Antonio Borretta, aveva scosso la comunità, definendo l'evento come "ampiamente prevedibile ed evitabile".
L'incidente, avvenuto nella notte del 3 luglio 2018, ha portato alla morte di Guido Zabena, un tragico annegamento nel sottopasso allagato. Il giudice Borretta ha attribuito una colpa collettiva agli imputati, inclusi il sindaco Alberto Rostagno, il vice sindaco Francesco Diemoz, l'assessore Lara Schialvino, il dirigente Enrico Colombo e il responsabile della Polizia Locale Sergio Cavallo.
Le motivazioni della sentenza di condanna sono state depositate lo scorso 3 febbraio, e gli avvocati hanno potuto ottenerle ieri. 58 pagine in cui vengono ripercorse le tappe del processo, dalle ricostruzioni fatte in aula alle valutazioni dei giudici. Per intanto, i giudici ritengono verificate le motivazioni dell'allagamento del sottopasso.
A partire dalla conformazione del terreno attorno al sottopasso. Una conformazione pendente verso l'interno che ha favorito l'accumularsi di fango, acqua e detriti dentro al sottopasso la notte dell'alluvione. Complice anche l'assenza del fosso di guardia, l'acqua è andata ad ostruire le tre pompe presenti nel sottopasso.
Il vicesindaco Francesco Diemoz
Il blocco di due di queste tre pompe non ha così potuto impedire l'accumulo dell'acqua. Inoltre, come scrive il giudice, "la capacità di smaltimento delle pompe installate nel sottopasso era inferiore del 25%" e perciò "esse erano anche sottodimensionate rispetto all'iniziale progetto".
Ma, al di là di cosa successe quella sera, resta da chiedersi: la morte di Zabena poteva essere evitata? Sì, secondo i giudici. "Quantomeno a partire dal luglio 2014 - si legge nelle motivazioni - il sottopasso [...] fu soggetto di numerosi allagamenti, anche di grave entità, i quali finirono addirittura per destare l'interesse della stampa locale e per diventare oggetto di specifiche doglianze mosse da un comitato nei confronti dell'amministrazione di Rivarolo Canavese". Si trattava del Comitato Mobilità e Sviluppo dell'Alto Canavese.
L'ex assessora Laura Schialvino
Il 7 luglio 2014, ad esempio, un'auto rimase intrappolata nel sottopasso allagato. Stesso copione della vicenda di Zabena, ma dall'esito fortunatamente diverso. Il Comitato Mobilità e Sviluppo aveva persino depositato una richiesta agli uffici di Palazzo Lomellini, in cui segnalava dettagliatamente l'urgenza di diversi interventi di manutenzione e di pulizia.
Il sottopasso allagato la notte tra il 2 e il 3 luglio 2018
Gli avvocati difensori, tra cui Luigi Chiappero per Rostagno e Diemoz, Guglielmo Guglielmi per Schialvino, Simone Buffo per Colombo e Sergio Bersano per Cavallo, cercheranno di sottolineare l'imprevedibilità del violento temporale che ha causato l'allagamento del sottopasso e le presunte carenze nella manutenzione dell'infrastruttura da parte del Comune.
In particolare, si discuterà della conformità dell'opera al progetto originale e delle misure di sicurezza adottate. La Procura di Ivrea sostiene che l'incidente fosse prevedibile e prevenibile, criticando la gestione e la manutenzione dell'area da parte del Comune.
L'incidente ha suscitato un'ampia riflessione sulla sicurezza delle infrastrutture e sulle responsabilità delle istituzioni pubbliche. Mentre il processo continua a suscitare interesse e dibattito, l'intera comunità osserva con attenzione lo sviluppo degli eventi.
La sentenza di primo grado, emessa il 11 novembre 2022, ha condannato gli imputati a un anno di reclusione, con sospensione condizionale della pena. Tuttavia, le difese hanno criticato la mancanza di differenziazione nelle responsabilità e stanno preparando la loro strategia per il processo di secondo grado.
Il sindaco Rostagno aveva espresso la sua amarezza per l'esito del processo, ribadendo la sua correttezza e l'impegno nel rispettare la legge e la sicurezza della comunità. Mentre si attendono le motivazioni della sentenza, la città di Rivarolo Canavese si prepara a una nuova fase nel processo di ricerca della verità e della giustizia per la tragica morte di Guido Zabena.
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