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Cuorgnè
03 Aprile 2024 - 19:06
Il consigliere comunale Davide Pieruccini è subito corso in Pronto Soccorso a Cuorgnè
Tutto è bene quel che finisce bene. Ma poteva avere conseguenze davvero drammatiche la disavventura patita nel giorno di Pasqua domenica 31 marzo, dal consigliere comunale di Cuorgnè Davide Pieruccini.
Pieruccini - come racconta lo stesso in un post su facebook - è rimasto vittima di un incidente tanto banale quanto potenzialmente fatale: mentre era a pranzo con i famigliari, un rametto di rosmarino gli si è conficcato in gola.
Immediata la corsa in Pronto soccorso di Cuorgnè che, per fortuna, è stato riaperto solo qualche mese fa e così lo stesso Pieruccini non ha dovuto percorrere chilometri per raggiungere Ciriè o Ivrea, perdendo minuti che avrebbero potuto solo accrescere le sue difficoltà respiratorie.
Ed è proprio per questo che il consigliere comunale si è sentito di voler condividere questa sua esperienza sui social network.
Davide Pieruccini consigliere comunale di Cuorgnè
E’ successo davvero: il Pronto Soccorso di Cuorgnè ha riaperto. Lunedì 8 gennaio – come il presidente della Regione aveva preannunciato all’inizio dell’autunno – sono arrivati i primi pazienti. In mattinata Cirio è venuto di persona a festeggiare questo risultato, accompagnato dall’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone; dai consiglieri regionali Mauro Fava ed Andrea Cane; dal sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto insieme ad assessori e consiglieri di maggioranza; da numerosi altri sindaci del territorio. Presente ovviamente anche il direttore generale dell’ASL TO 4 Stefano Scarpetta.
Dopo un breve passaggio nei locali del Pronto Soccorso, dove ha incontrato i medici in servizio, il presidente della Regione ha raggiunto la sala-conferenze dell’ospedale (vale a dire l’ex-cappella). Qui ha fatto il punto della situazione insieme alla prima cittadina di Cuorgnè, a Scarpetta, al sindaco di Ivrea e Presidente della Conferenza dei Sindaci Matteo Chiantore.
Autorità intervenute alla riapertura del pronto soccorso
Tutti gli intervenuti si sono mostrati felici per questo traguardo e vedono rosa.
Se possa essere davvero così lo si vedrà col tempo poiché di problemi ne rimangono tanti e seri: la mancanza di personale sanitario ospedaliero persiste e ad aggravare la situazione c’è la carenza di medici di famiglia, che sono sempre più scarsi, sovraccarichi di assistiti, demotivati e che in molti casi, invece di prevenire i ricoveri impropri, li rendono inevitabili visto che non effettuano più visite a domicilio.
Senza contare i ritardi folli di visite specialistiche ed esami, con conseguenze drammatiche per chi ne è vittima ma anche per il sistema sanitario, che si ritrova ad affrontare emergenze in buona parte evitabili. Persino le domande di Invalidità sono diventate una farsa: quelle presentate all’inizio del 2023 sono state esaminate alla fine dell’anno!
“Oggi è un giorno importante – ha esordito Cirio – e volevo esserci”. Trasportato dall’entusiasmo, si è dimenticato che fosse già trascorsa l’Epifania ed ha ha precisato: “Il periodo delle festività è un momento molto importante e delicato per la Sanità Pubblica ed avere le strutture di Pronto Soccorso aperte assume ancora maggior rilievo che negli altri momenti dell’anno”.
Sempre con entusiasmo e con molto ottimismo ha proseguito: “Oggi restituiamo il Diritto alla Salute, che dobbiamo garantire a tutti, a chi vive alla Crocetta come a chi abita a Frassinetto. E’ importante avere ospedali d’eccellenza ma anche strutture che operino sui territori. E’ stato difficile arrivare a questo traguardo ed individuare il personale necessario, dopo 15 anni di tagli e di mancati investimenti. Tuttavia la situazione è cambiata dopo il Covid: ci si è resi conto dell’importanza della Sanità territoriale, che in Piemonte non esisteva più, e si è tornati ad investire su di essa. Senza un filtro che faccia da intermediazione fra territorio ed ospedali, al Pronto Soccorso finiscono anche coloro che non avrebbero motivo di andarci”.
La conferenza stampa di Cirio
I filtri individuati dopo la pandemia sono le Case della Salute, le Case di Comunità, i Centri Operativi territoriali (C.O.T.). Rispetto ad essi – ha proseguito il presidente – “siamo nel pieno rispetto degli adempimenti cronologici richiesti dal PNRR. Abbiamo utilizzato gli 850 milioni di euro dei Fondi di Coesione, cui abbiamo aggiunto di nostro 56 milioni l’anno. Sono previste 2000 assunzioni, delle quali un quarto riguarderanno i medici, gli altri tre quarti il Comparto Sanitario nel suo insieme”.
Quanto alla difficoltà di reperire i medici, ha ricordato come la situazione sia difficile soprattutto nel campo dell’Urgenza, alla quale nessuno si vuole più dedicare, ed ha puntato il dito contro un paradosso tutto italiano: “Il governo, finalmente, ha rivisto le modalità di iscrizione alla facoltà di Medicina! Siamo l’unico Paese al mondo in cui mancano i medici eppure si seleziona chi aspira a questa professione con modalità discutibili”.
Tornando al Pronto Soccorso ha ripetuto: “La prima preoccupazione della mia giunta è stata di garantire questa presenza, vitale per il territorio. Un anno fa apriva il Punto di Primo Intervento: non era la stessa cosa ma aveva rappresentato un passo in avanti. Ora siamo di nuovo qui. Ringrazio i consiglieri regionali presenti, Mauro Fava ed Andrea Cane, per aver continuato a sollecitarci, e ringrazio il sindaco di Cuorgnè. Ci sono stati momenti di tensione ma a te ed agli altri primi cittadini – ha detto rivolgendosi a Giovanna Cresto e suscitando l’applauso dei presenti - va il merito di non aver mai mollato la presa. Se ognuno fa la sua parte i risultati si ottengono”.
Molto soddisfatta anche Giovanna Cresto: “Questa è una bella giornata, che resterà un cardine del mio mandato amministrativo. Sono qui come sindaco di Cuorgnè ma anche come rappresentante dei sindaci dell’Area Omogenea, presenti in tanti. La Medicina Territoriale è fondamentale soprattutto in zone come la nostra: trovo bruttissima la definizione di <area disagiata> ma se può servire per avere un ospedale ed un Pronto Soccorso va bene!”.
Una visita tra i reparti
Ricordando le perplessità che aveva espresso lo scorso anno sul Punto di Primo Intervento, ha ammesso: “Non avevo nessuna fiducia nel PPI ed invece ha lavorato veramente bene, ha saputo affrontare adeguatamente anche i casi riguardanti codici differenti da quelli previsti”. Anch’ella ha rivolto molti ringraziamenti: ai medici, a Scarpetta, ma anche a quanti - colleghi sindaci, Fava, sindacati ((in sala c’era la responsabile della CGIL Alto Canavese Angelica Liotine) si erano schierati al suo fianco, nello scorso mese di luglio, nel respingere con sdegno le indicazioni dello studio commissionato dalla Regione ad una società milanese e nel quale il Pronto Soccorso cuorgnatese veniva definito superfluo. “Quel famoso studio – ha detto – che desideriamo rimanga ben chiuso in un cassetto!”.
Rispondendo alla punzecchiatura, Cirio ha ammesso che “ci sono studi che vanno tanto bene per i ministeri e per chi si serve delle cartine piatte. Regalerò a tutti coloro che si occupano della programmazione una cartina in cui siano riportati i rilievi perché a volte due paesi sembrano vicini ed invece sono separati da due montagne!”
Giovanna Cresto ha infine portato l’attenzione sulla scarsa attrattività delle aree periferiche per i medici anche se qualche segnale positivo c’è: “Stanno arrivando anche dei giovani ed è importante che sia così. Capisco la difficoltà di scegliere zone come queste ma, mentre a Torino si è dei numeri, qui è il contrario ed è diverso il rapporto che si ha con i pazienti: questo può fare la differenza”.
Lo stesso tema è stato affrontato da Chiantore: “Mi auguro che in futuro arrivino incentivi per chi opera nelle zone periferiche in modo da invogliare i giovani medici a sceglierle. Con una borsa di 1800 euro al mese, se devono pagarsi gli spostamenti o l’alloggio, è difficile che decidano di venire qui. In Val d’Aosta gli incentivi ci sono: certo là è più facile…”.
Più tecnico l’intervento del direttore generale dell’ASL Stefano Scarpetta, anche se inevitabilmente ha iniziato ricordando le tante difficoltà incontrate per rimettere in funzione il Pronto Soccorso e ringraziando i medici che hanno consentito di arrivare a questo traguardo. “E’ stato un anno faticosissimo ma ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti a riaprire. Grazie al dottor Baron, che due anni fa ha accettato questa sfida, ed al dottor Lanfranco che gli si affiancherà consentendogli di tirare un po’ il fiato”. Riprendendo un tema che gli è caro, ha precisato: “Quando riusciamo a scegliere dei bravi primari, le cose cambiano perché attraggono i pazienti”.
Il direttore generale dell'Asl To 4 Stefano Scarpetta
Il Pronto Soccorso avrà la presenza di un medico in tutte le 24 ore e di un secondo medico nelle ore diurne, dalle 8 alle 20. Ha però precisato il direttore generale: “Dev’essere ben chiaro quali sono le prestazioni che un Pronto Soccorso di Area Disagiata può offrire. Possiamo occuparci di tutta la parte diagnostica (abbiamo anche la TAC) e stabilizzare le emergenze ma le patologie tempo-dipendenti (quelle in cui la tempestività dell’intervento è fondamentale) non possiamo trattarle: in caso di ictus o di infarto riusciamo a stabilizzare il paziente ma solo per trasferirlo ad Ivrea, a Ciriè o, se è il caso, a Torino. Nel periodo del P.P.I. abbiamo avuto a disposizione un’ambulanza messa a disposizione dalla Croce Rossa di Castellamonte (che ringraziamo per essersene privata) però, se si sospetta un infarto, è meglio chiamare subito il 118”.
Riguardo alla Sanità Territoriale, ha spiegato: “Nel Distretto di Ivrea- Castellamonte siamo in linea con i programmi, malgrado le difficoltà provocate dagli aumenti dei prezzi. Il Centro Operativo Territoriale di Ivrea già funziona, quello di Castellamonte aprirà nel mese di febbraio. Sta andando avanti la progettazione delle Case di Comunità (a Rivarolo, Castellamonte, Ivrea) e degli Ospedali di Comunità (a Castellamonte ed Ivrea). Sempre ad Ivrea, finalmente ci siamo con la Risonanza Magnetica: faremo un buco nel soffitto per consentire che passi… A maggio sarà in funzione”.
Riguardo alle Case di Comunità, le procedure saranno abbastanza rapide. Lo ha precisato Cirio spiegando che “si può attingere alle graduatorie nazionali senza indire apposite gare d’appalto”.
Disabato, del Movimento 5 Stelle, con una nota stampa commentava così la notizia della riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè: “Fuori luogo i festeggiamenti di Cirio e del centrodestra, colpevoli dei ritardi nella riapertura. Basta perdite di tempo anche su Lanzo”.
Sarah Disabato
“Questa mattina ha riaperto i battenti il pronto soccorso dell’ospedale di Cuorgnè - spiega in una nota stampa Sarah Disabato - . Una notizia di certo positiva per il Canavese, ma che non giustifica le celebrazioni ed i festeggiamenti in pompa magna voluti da Cirio e dalle forze di Centrodestra. Furono proprio loro, ad inizio pandemia, a chiudere il pronto soccorso, causando innumerevoli disagi ai cittadini di quel territorio. E sempre delle forze di maggioranza è la responsabilità di avere tenuto chiusa la struttura per più di tre anni, con l’emergenza covid ormai conclusa da tempo, nonostante le proteste e le battaglie del comitato costituitosi per chiedere la riapertura il prima possibile. Una battaglia che il Movimento 5 Stelle ha condiviso e sostenuto fin dal principio.
Invece di lanciarsi in questi teatrini totalmente fuori luogo, Cirio chieda scusa ai tanti canavesani che in questi anni hanno dovuto fare a meno di un servizio di fondamentale importanza e che ancora una volta, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, viene lasciato in mano ai medici “gettonisti”, quindi ai privati.
Sarebbe ora di riparlare anche dell’ospedale di Lanzo, con il pronto soccorso prima declassato a punto di primo intervento e poi totalmente chiuso. Il pronto soccorso a Lanzo è un servizio importante per i residenti ed i turisti delle Valli ed è fondamentale per decongestionare Ciriè, dove la medicina d’urgenza è spesso al collasso per i troppi accessi. Da Cirio non vogliamo passerelle, ma risposte”.
La petizione per la riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè è arrivata anche in Consiglio Regionale.
A distanza di 10 mesi dalla consegna presso l’Ufficio di Presidenza della Regione, è stata discussa lunedì 9 ottobre presso la Commissione Sanità.
A promuoverla Davide Pieruccini e Lidia Perotti, i rappresentanti di <Cuorgnè C’è> nel consiglio comunale cuorgnatese. Erano stati loro, nell’estate dello scorso anno, a lanciare una raccolta firme – effettuata nel piazzale davanti all’ospedale – che aveva ottenuto un grande riscontro fra la popolazione: non solo fra quella della città ma del territorio alto-canavesano, che ha sempre visto in quest’ospedale un punto di riferimento irrinunciabile. I firmatari erano stati 3200.
“Giù le mani dall’ospedale”: la protesta a Cuorgnè
Il Pronto Soccorso, chiuso alla fine di ottobre 2020 a causa dell’Emergenza Covid e riaperto l'8 gennaio 2024, è diventato il simbolo di un territorio che vuole sopravvivere e che si ribella all’indifferenza con la quale viene guardato dagli enti superiori.
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