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Ivrea

Infermiere del pronto soccorso preso a calci. Ricoverato con il braccio rotto

I sindacati chiedono un incontro urgente. Cinque aggressioni in poche settimane

Infermiere del pronto soccorso  preso a calci. Ricoverato con il femore rotto

Prima chiede di andare in bagno perché gli scappa la pipì, e poi tenta di fuggire, non prima di aver tirato un calcio e rotto un braccio a un Operatore socio-sanitario dell'ospedale di Ivrea, che è poi stato sottoposto a un intervento chirurgico. È successo il 3 febbraio scorso. Il "paziente" era accompagnato da alcuni poliziotti.

La notizia è di oggi, e a darla sono Cgil, Cisl, Uil e Nursind, che lo scorso 5 febbraio hanno inviato una nota al Direttore Generale Scarpetta, chiedendo un suo intervento e sottolineando che "ormai" nei presidi sanitari è il far west.

E di aggressioni, in verità, ce ne sarebbero state addirittura 5 in poche settimane, e tutte ai danni del personale del pronto soccorso di Ivrea.

ospedale ivrea

"La problematica che denunciamo da tempo - spiegano i sindacati - non riguarda solo il pronto soccorso di Ivrea, ma è il luogo dove nelle ultime settimane si sono verificati diversi episodi...".

Un altro episodio è avvenuto proprio nelle giornate del carnevale, quando un infermiere ha subito un trauma facciale a seguito di un calcio ricevuto in pieno volto.

"Ormai - stigmatizzano - non si contano più le segnalazioni ricevute quotidianamente e non solo nei pronto soccorso. Non solo assistiamo a quotidiane aggressioni verbali, ma gli operatori che lavorano già in condizioni difficili devono vivere con la paura costante che prima o poi la situazione possa degenerare...".

Cosa si chiede? Un posto di polizia.

"Sappiamo - si lamentano - che il problema delle aggressioni non è limitato all'ASL TO4, ma la cosa che più ci fa rabbia è l'indifferenza della Direzione Generale, alla quale abbiamo più volte chiesto di prendere seri interventi...".

Fra l'altro, oltre al danno, anche la beffa. Infatti, non solo gli operatori vengono aggrediti, ma sono costretti a dover fare una querela sobbarcandosi tutte le spese legali.

"Una vergogna inaccettabile - Cgil, Cisl, Uil e Nursind - Ci sentiamo abbandonati da tutti. Chiediamo zero tolleranza, formazione per il personale, procedibilità d'ufficio e un incontro con la Questura e i servizi sociali...".

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