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Malasanità
05 Gennaio 2024 - 20:01
Stefano Scarpetta, sullo sfondo il pronto soccorso di Chivasso
Caos nei Pronto Soccorso dell'Asl To4. Malati nei corridoi. Uomini, donne, bambini, soprattutto anziani, abbandonati in barella. C'è chi piange. Nessuno se la ride. Una situazione talmente critica che solo un "orbo" non sarebbe risucito a vedere.
Dopo le denunce e il clamore mediatico scatenato nei giorni scorsi, a scoppio ritardato, se n'è accorto anche il direttore generale Stefano Scarpetta che tutto poteva fare tranne che non far nulla.
Morale? E' di qualche ora fa una circolare interna in cui si tenta di correre ai ripari.
A Chivasso con l'utilizzo dei 6 posti letto del day surgery e una specifica sull’iperafflusso che, leggiamo nella nota "verrà gestito con la massima attenzione a consentire tutta l’attività chirurgica programmata...".
Si dice però anche che, in caso si rendesse necessaria una riduzione, si dovrà dare priorità alle patologie oncologiche e alla traumatologia femorale.
A Ivrea con l'attivazione di 8 posti letto nella "discharge room" situata nei pressi della Rianimazione, limitatamene a utenti "a bassa intensità e complessità assistenziale con dimissione già programmata nelle successive 72 ore dall’accesso".
E ancora non basta. Per garantire l’assistenza, la Direzione Generale considera necessario, infatti, individuare risorse interinali e personale medico proveniente da altre strutture con la salvaguardia del turno già precedentemente pianificato. Infine ha già cominciato a chiedere a tutto il personale medico la disponibilità a prestazioni aggiuntive.
"Come negli anni precedenti - si conclude - l’iperafflusso verrà gestito con la massima attenzione a consentire tutta l’attività chirurgica programmata. In caso si rendano necessarie occasionali riduzioni, avranno priorità le patologie oncologiche e la traumatologia femorale...".
Tutto bene? Tutto chiaro? Mica tanto.
A stretto giro di posta, cioè oggi, i sindacati han preso carta e penna e chiesto un incontro urgente a Scarpetta...
"Un intervento tardivo e insufficiente - commentano le segreterie di Nursind, Uil, Cisl e Cgil - Il problema dell'iperafflusso invernale, è come la scoperta dell'acqua calda. È vero che esistono delle responsabilità non aziendali, come quelle di questo pessimo governo regionale, ma il provvedimento rispecchia la totale disorganizzazione di un'azienda totalmente allo sbando
L'ennesimo schiaffo in faccia ai lavoratori. Non stupiamoci se nessuno vuole venire a lavorare in ASL TO4...".
L'influenza picchia ancora duro. Nella settimana tra Natale e Capodanno, secondo il nuovo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, sono stati poco più di 1 milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali.
Il numero reale potrebbe però essere più alto a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine anno. "Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole", afferma Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità.
E ci si avvia verso i 7 milioni di casi. Dal novembre scorso infatti, da quando cioè è partita la sorveglianza, sono 6,7 milioni i casi di influenza in Italia. La passata stagione aveva chiuso il 2023 con un dato piuttosto elevato che ha toccato i 14 milioni di casi. Per quanto riguarda invece gli ultimi dati di questi giorni, la scorsa settimana i bambini piccoli sono stati i più colpiti: se l'incidenza media nella popolazione è stata di 17,5 casi per mille abitanti, al di sotto dei cinque anni, hanno contratto i virus respiratori 48,7 bimbi ogni mille.
Il rapporto Iss mostra inoltre che tra i virus responsabili delle infezioni, aumenta l'impatto di quelli influenzali. Tra campioni analizzati dai laboratori RespiVirNet, il 37,5% è risultato positivo per l'influenza. Quanto alla gravità, al momento, per l'esperta dell'Iss non sembrano emergere segnali di maggiore aggressività del virus influenzale circolante quest'anno. Intanto, sembra rallentare il Covid. Secondo l'ultimo monitoraggio del ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, nell'ultima settimana l'indice di trasmissibilità è stabile e sotto soglia epidemica a 0,75. In calo i contagi segnalati (38.736) e i ricoveri, sia nei reparti sia in terapia intensiva.
In particolare, l'occupazione dei posti letto in area medica è al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all'11% rilevato al 27 dicembre, mentre l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva è al 2,8% (246 ricoverati) rispetto al 3,2% della settimana precedente. "L'andamento epidemiologico, pur risentendo di un inevitabile ritardo del conferimento dei dati da parte delle Regioni a causa del periodo festivo, si consolida come assolutamente poco impattante sui ricoveri ospedalieri, indicatore certamente oggi più affidabile e significativo, oltre che in un decremento degli indici di contagio e trasmissibilità", ha affermato il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia.
Sono invece in aumento i decessi (371).
Il numero, però, "include anche i dati delle settimane precedenti che non erano stati notificati da parte di alcune Regioni", spiega Vaia che invita "a mantenere i presidi di prevenzione e terapeutici per i più fragili" e rileva che "come prevedibile ed in linea con gli altri Paesi, cresce ancora l'influenza che si somma alla trasmissione di altri virus respiratori".
Intanto, arrivano buone notizie sui vaccini anti-Covid. Uno studio pubblicato su Eurosurveillance, la rivista European Centre for Disease Prevention and Control, ha confermato un buon livello di protezione del vaccino aggiornato a XBB.1.5, che ha mostrato un'efficacia del 70,7% contro il ricovero e del 73,3% dalle cure in terapia intensiva nei primi due mesi della campagna vaccinale in Olanda. In Spagna, invece, la ministra della Salute Monica Garcia ha invitato "ad avere sempre a portata di mano la mascherina" da indossare negli ambienti affollati, visto il "notevole aumento" di virus respiratori.
"Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane ci sarà ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole". Così Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità facendo il punto sull'andamento dell'influenza.
"La stagione influenzale appare particolarmente intensa e a oggi il virus influenzale è prevalente anche rispetto al Sars-Cov-2", nonostante questo resti in una quota rilevante, continua Palamara.
E il bollettino di oggi, dice, "conferma che l'incidenza delle sindromi simil-influenzali è ancora alta, anche se si mantiene stabile rispetto alla scorsa settimana".
"Il virus influenzale che sta circolando in questo momento - spiega l'esperta dell'Iss - è di tipo H1N1 ed è ben coperto dai vaccini in uso: questo è dimostrato dal fatto che la prevalenza è più bassa nelle persone più anziane in cui, storicamente, la copertura del vaccino contro l'influenza è più elevata".
Quanto all'apparente maggiore frequenza di casi gravi rispetto agli anni passati segnalata da alcuni clinici nei giorni scorsi, la direttrice delle Malattie infettive dell'Iss è cauta: "Stiamo verificando. Ovviamente quando il numero dei casi è elevato si osservano più casi gravi. Al momento non sembrano comunque emergere segnali di maggiore aggressività del virus influenzale circolante quest'anno".
Palamara per le prossime settimane consiglia ancora prudenza, specie per le persone più fragili, come ad esempio i bambini più piccoli: "È bene evitare di stare a stretto contatto con loro quando si hanno sintomi respiratori. Bisogna inoltre rivolgersi al proprio medico cercando di non intasare i pronto soccorso e non utilizzare antibiotici se non dietro prescrizione medica", conclude.
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