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Il caso
02 Febbraio 2024 - 20:50
Si infittisce il mistero relativo alla vicenda del piccolo Lorenzo, il neonato che circa un mese fa era stato abbandonato vicino a un cassonetto dei rifiuti in Vicolo San Giuseppe a Villanova Canavese.
La notizia è di questi giorni: gli inquirenti che stanno indagando sulla vicenda non potranno disporre dei nomi delle donne incinte negli ultimi mesi del 2023, non avendo la possibilità di accedere ai dati relativi all’Azienda Sanitaria Nazionale e dei medici ginecologi.
Sia l’ASL TO4 (quella di riferimento per il territorio) sia l’Ordine dei Medici hanno escluso questa possibilità: i dati in questione, infatti, sarebbero sottoposti a una speciale normativa sull’interruzione di gravidanza per la donne che fanno richiesta di partorire in anonimato. In sostanza, di mezzo c’è la privacy; anche perché, ricordiamolo, i dati sanitari rientrano tra quelli “super-sensibili”, protetti da una tutela rafforzata.
Le prime controversie sono state sollevate quando alcuni professionisti hanno contattato il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto, chiedendo delucidazioni a riguardo delle richieste degli investigatori di poter consultare l’elenco delle donne in stato di gravidanza di alcuni studi medici privati.
Insomma, niente da fare per il momento: la privacy ha la meglio. È bene dire però che tutto questo ragionamento resta valido solo nel caso in cui la mamma del piccolo Lorenzo avesse effettivamente svolto dei controlli presso una struttura di qualunque sorta. In caso contrario, l’elenco delle donne incinte servirebbe a poco.
Il presidente dell'Ordine dei Medici Guido Giustetto
In queste settimane, per altro, sono cominciate le procedure per l’affidamento del neonato, che molto probabilmente finirà in una famiglia però non del Piemonte. Sulla vicenda, oltre alla Procura, stanno continuando ad indagare anche i Carabinieri di Venaria Reale. Le ipotesi di reato, già formulate qualche settimana fa, sono di tentato infanticidio nel caso in cui ad abbandonare Lorenzo sia stata la madre e di tentato omicidio se, a lasciare il piccolo in un sacchetto di plastica vicino ai bidoni, sia stato il padre.
In ogni caso, dalla Procura sono praticamente certi del fatto che la madre non abbia agito da sola: sarebbe stato infatti impossibile per lei mettersi alla guida immediatamente dopo il parto.
In tutta questa tragica vicenda, però, potrebbe anche sorgere il dubbio che non siano solo coinvolti la mamma e il papà, ma più persone: è possibile che nessuno dei conoscenti della (ipotetica) coppia non si sia accorto di nulla? Di una donna con un pancione completamente sparito il giorno dopo e senza bambino?
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