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Cronaca

Spara ai ladri per metterli in fuga: i carabinieri lo denunciano

E' successo a Monasterolo, frazione di Cafasse, qualche giorno fa

Spara ai ladri: l'episodio è successo a Cafasse

Spara ai ladri: l'episodio è successo a Cafasse

Nella notte tra domenica 3 e lunedì 4 dicembre 2023, a Monasterolo, frazione di Cafasse, un operaio di 35 anni ha aperto il fuoco con una pistola regolarmente denunciata per respingere ladri che avevano fatto irruzione nella sua abitazione passando dal tetto. I malviventi, uditi i colpi, sono fuggiti.

Tuttavia, l'uomo incensurato è ora coinvolto in un caso giudiziario, poiché i Carabinieri della Compagnia di Venaria, intervenuti su chiamata dello stesso, lo hanno denunciato per "esplosioni pericolose" e hanno sequestrato l'arma.

Questo episodio alimenta il dibattito sulla legittima difesa, una questione spesso controversa. Recentemente, un caso simile ha attirato l'attenzione, culminando in una condanna di diciassette anni di carcere. La Corte d'Assise di Asti ha emesso questo verdetto nel processo a Mario Roggero, un gioielliere di La Morra, provincia di Cuneo, attualmente 68enne.

I carabinieri hanno denunciato l'uomo

Roggero era accusato dell'assassinio di due rapinatori, Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e Andrea Spinelli, 44 anni, avvenuto il 28 aprile 2021 nel suo negozio nella frazione Gallo di Grinzane Cavour, Cuneo. Il terzo rapinatore, Alessandro Modica, ferito a una gamba, era riuscito a fuggire ed era stato arrestato poche ore dopo. Il pm Davide Greco aveva richiesto una condanna di 14 anni per Roggero.

In un contesto in cui la legittima difesa è sempre più al centro delle discussioni, è cruciale esaminare attentamente le leggi esistenti e valutare se siano adeguate a proteggere i cittadini che cercano di difendersi da intrusioni violente. La società è chiamata a trovare un equilibrio tra il diritto di difesa individuale e la necessità di mantenere l'ordine pubblico e la sicurezza collettiva.

La discussione sulla legittima difesa non si esaurisce con casi singoli, ma apre la porta a un dibattito più ampio sulla necessità di rivedere e adattare le normative esistenti per garantire un quadro giuridico equilibrato, in grado di proteggere sia i diritti individuali che l'interesse collettivo alla sicurezza.

Va anche ricordato che una denuncia non è una condanna definitiva, e potrebbe servire, come in questo caso, semplicemente a chiarire la dinamica di un fatto determinato.

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