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Ivrea

Venditore di rose picchiato da tre ragazzini. Il sindaco vuole incontrarlo: "Questa città è diversa!"

Le Istituzioni reagiscono

Venditore di rose picchiato da tre ragazzini. Il sindaco vuole incontrarlo: "Questa città è diversa!"

Malmenato a 50 anni da tre ragazzini mascalzoni e farabutti che volevano divertirsi. Preso a pugni e calci. A destra a sinistra, davanti e dietro, in faccia fin quasi a spaccargli la mandibola.  

A farne le spese un venditore di rose, Laskar Jamangir, 50 anni, di origini pakistane. Conosciuto da tutti e da tutti "amato" e apprezzato. Colpevole di essere nato in un posto (forse) sbagliato, di essere emigrato in Italia, di vivere di stenti, di arrabattarsi come può per sfamarsi, magari cercando pure di mandare qualche soldo alla famiglia. Colpevole di vivere.

E' successo a Ivrea, nella tranquilla Ivrea, nella pacifica Ivrea, nella solidale Ivrea.

Il presidente del consiglio Luca Spitale, la consigliera comunale Vanessa Vidano e di opposizione Massimiliano De Stefano s'erano già organizzati per andarlo a trovare in ospedale, poi han saputo che era stato dimesso.

Alza le braccia al cielo, quasi in segno di arresa, il sindaco Matteo Chiantore.

"Come si fa a commentare un fatto così? -  ci dice e si domanda con il cuore in mano - Non si tratta di uno spintone. L'hanno mandato all'ospedale.... Tutto questo non ha un senso. Esprimo la mia solidarietà a quest'uomo e vorrei incontrarlo appena si rimetterà in forma. In questi giorni, settimane e mesi stanno succedendo fatti che mi preoccupano non solo come sindaco, anche come genitore e cittadino. Dalla violenza di genere alla violenza gratuita, passando dal vandalismo. Osservo che non ci troviamo più solo di fronte a ragazzi cresciuti ai margini o, nel caso della violenza di genere, a rapporti malati. Persone normali, che di punto in bianco esplodono. Chi può dire che questa cosa non succederà a me o nel mio ambito? Insomma dobbiamo fare qualche ragionamento  in più. Ripensare i modelli educativi e le politiche giovanili. Ripensare al nostro linguaggio... E' un tema che affronteremo a livello istituzione…" 

Sbigottiti tutti e questa mattina la città s'è alzata e s'è scoperta indifesa e vulnerabile.

Il pestaggio di Laskar Jamangir in perfetto stile "bronx" è avvenuto nei pressi della Camera di Commercio, sabato scorso, intorno alle 14. Volevano le sue rose ma lui non gliele ha data. Di fronte al rifiuto han cominciato a pestarlo finanche utilizzando una bottiglia di vetro. Ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale di Ivrea è stato dimesso con 30 giorni di prognosi e affidato all'Asl di Torino per competenza. 

Si dirà "baby gang", ma si potrebbe aggiungere molto ma molto di più, con un capitolo specifico sull'odio raziale.

La mattanza (perchè di questo si tratta) del venditore di rose altro non poteva che scatenare un'ondata di indignazione e solidarietà dei tanti che lo conoscono, quasi tutti con il dito puntato sui sistemi di sorveglianza che in questa zona della città, più volte finita agli onori della cronaca (ci troviamo nei pressi del Movicentro e della stazione), praticamente non esistono. 

I Carabinieri della stazione di Banchette, venuti a conoscenza del fatto, si sono subito messi al lavoro per risalire agli autori del grave episodio e pare siano già sulle loro tracce.

Nel quartiere, peraltro, in molti, si starebbero mobilitando non solo per condannare il pestaggio e ribadire l'importanza di promuovere la tolleranza e il rispetto tra individui di differenti origine e cultura, ma anche per consegnare una petizione all'Amministrazione comunale il cui contenuto non è ancora stato scritto.

Insomma, mentre la vittima lotta per guarire dalle ferite, Ivrea si unisce nell'affermare l'importanza del contrasto ad ogni forma di violenza.

venditore di rose

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