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Cronaca
12 Ottobre 2023 - 10:02
E' un'indagine partita dalla Polizia Postale del Piemonte e della Valle d'Aosta, quella che ha portato all'arresto di tre persone e ad iscriverne nel registro degli indagati altri 24.
Per tutti l'accusa è quella di diffusione di materiale pedopornografico.
L'attività sotto copertura di oltre un centinaio di cyber poliziotti è durata mesi per consentire agli agenti di accreditarsi presso le comunità pedofile prima del contatto diretto, riuscendo così a dare un'identità reale alla serie di pseudonimi utilizzati dai soggetti in rete.
Con l’utilizzo di accorgimenti tecnici volti al mantenimento dell’anonimato, i criminali scambiavano in rete materiale illecito di diversa natura, che riproduceva anche vere e proprie violenze sessuali, utilizzando un linguaggio “in codice” per non attirare troppo l’attenzione, come ad esempio “Ciao, cerco cucciole” oppure “Hai min?” riferendosi a minori.
Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura Distrettuale di Torino, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer, account email e profili social ed hanno consentito di rinvenire gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e, custodito sui supporti informatici, un ingente quantitativo di materiale illecito. Le operazioni hanno coinvolto 24 diversi uffici della Polizia Postale in tutta Italia: Piemonte, Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Veneto, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria.
La prevenzione e il contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori online vedono impegnata in prima linea la Polizia Postale, con attività di monitoraggio sia in ottica preventiva che repressiva.
È fondamentale anche segnalare la presenza di contenuti illeciti rinvenuti sul web, al portale della Polizia Postale https://www.commissariatodips.it e presso gli uffici della Polizia Postale presenti capillarmente in tutta Italia.
Tra gli indagati nell'operazione 'Lucignolo', ci sono persone di diversa estrazione sociale e di diverse età, anche giovani. Lo spiega Manuela De Giorgi, dirigente della polizia postale della Questura di Torino, che ha condotto le indagini dal centro operativo per la sicurezza del Piemonte e della Valle D'Aosta.
"L'operazione Lucignolo nasce dalla nostra attività quotidiana di monitoraggio in rete della comunità pedofila - afferma De Giorgi - Un'attività complessa portata avanti da personale formato e capace di usare anche il tipo di linguaggio utilizzato su queste piattaforme".
"Tra gli indagati ci sono professionisti, ma anche operai e studenti - aggiunge De Giorgi - Persone che hanno una vita segreta. Per questo l'operazione è stata denominata Lucignolo, perché su questa piattaforme gli indagati andavano di sera e di notte, lontano dagli occhi dei familiari, genitori, moglie e fidanzate. Il materiale veniva scambiato poi anche in privato".
"Tra le vittime ci sono anche bambini che hanno meno di dieci anni. Quello che preoccupa a come le nuove generazioni si siano avvicinate a questi circuiti illegali. Un tempo era più difficile che questo avvenisse", conclude Manuela De Giorgi.
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