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Cronaca

Dieci anni di carcere al pedofilo che adescava le ragazzine sul web

Le giovanissime vittime del 34enne operaio lombardo che si fingeva un 14enne sono 26 e tutte tra gli 11 e i 13 anni

pedopornografia

Frasi romantiche, cuori e baci per farsi mandare foto porno.

Era questa la strategia di un 34enne lombardo che sul web adescava bambine tra gli 11 e i 13 anni fingendosi un 14enne innamorato.

Quell'uomo senza scrupoli, un operaio incensurato e con un lavoro stabile, è stato condannato con rito abbreviato a 10 anni di carcere per aver abusato su whatsapp di 26 giovanissime. E solo la scelta del rito speciale gli ha garantito uno sconto di pena che, altrimenti, sarebbe stata di 15 anni di reclusione.

La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Milano dove le indagini, partite dalla tenenza dei carabinieri di Ciriè, sono confluite per competenza territoriale, vivendo l'indagato in Lombardia.

Il pedofilo si presentava in rete come "Luigi, un 14enne di Pinerolo". Entrava in chat di gruppo su Telegram spacciandosi per adolescente e riusciva a carpire la fiducia delle ragazzine facendosi dare il loro numero per poi passare su Whatsapp.

Ed era qui che "Luigi" riusciva a convincerle a spogliarsi e a consumare rapporti sessuali virtuali. Si faceva mandare anche delle foto che poi usava come arma di ricatto quando loro decidevano di bloccarlo.

Ed è esattamente quello che era successo anche con una ragazzina di terza media del ciriacese dalla quale, poi, era partita tutta l'inchiesta. 

Un giorno i suoi genitori l'avevano trovata in lacrime in giardino. Era disperata perché aveva bloccato quel ragazzino tanto insistente, quel "Luigi" che tanto l'aveva corteggiata per poi farsi mandare delle foto osé, e ora lui la minacciava di divulgare quelle foto. 

La mamma e il papà avevano preso lo smartphone della figlia, consegnandolo ai carabinieri della tenenza di Ciriè da dove, nell'ottobre del 2021 è partita la complessa indagine. I primi riscontri avevano portato i carabinieri della Compagnia di Venaria ad arrestarlo, qualche mese fa.

Nel suo computer gli investigatori avevano trovato 177 foto dell'identità con cui il falso 14enne andava "a caccia" sul web. 

In più c'erano dei filmati e quasi un migliaio di immagini digitali a contenuto pedopornografico. A sufficienza per far scattare le accuse di di detenzione, cessione e produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale aggravata dalla minore età delle vittime, nonostante fossero avvenute con mezzo "virtuale". 

Per la Procura di Milano che ha coordinato le indagini, infatti, "l'induzione al compimento di tali atti, in una bambina che non ha volontà, è a tutti gli effetti un abuso".

Il 34enne lombardo si è ritrovato così a dover rispondere di circa una quarantina di capi d'imputazione su 26 giovanissime vittime di cui alcune residenti nel ciriacese, altre nel Canavese e altre ancora nel torinese.

Oltre ai 10 anni di reclusione, l'imputato è stato condannato anche ad una multa di 60mila euro e dovrà risarcire le parti offese.

NEL 2021 6.500 INDAGINI PER REATI LEGATI ALLA PEDOPORNOGRAFIA

La pedopornografia è un fenomeno tristemente diffuso in Italia e nel mondo, che vede la produzione, distribuzione e consumo di materiale pornografico che rappresenta minori. Questo crimine ha un impatto devastante sulla vita delle vittime, che spesso vengono sfruttate e traumatizzate per tutta la loro esistenza.

Secondo i dati forniti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2021 sono state effettuate in Italia oltre 6.500 indagini per reati legati alla pedopornografia, con oltre 1.500 arresti. Inoltre, sono stati sequestrati oltre 50.000 contenuti illegali, tra cui immagini e video.

La diffusione di questi materiali è facilitata dall'utilizzo sempre più diffuso di internet, che consente una circolazione veloce e capillare di questi contenuti. Tuttavia, la tecnologia può anche essere utilizzata per combattere questo crimine, attraverso l'utilizzo di software di rilevamento e la formazione degli agenti investigativi.

La lotta alla pedopornografia è una priorità per le forze dell'ordine e per il governo italiano, che sta investendo risorse significative per prevenire e contrastare questo crimine. Tuttavia, è importante che anche la società tutta si unisca in questa lotta, denunciando ogni forma di abuso e sensibilizzando sull'importanza di proteggere i minori da queste violenze.

I DATI 2022 DELLA POLIZIA POSTALE
I PREADOLESCETI (10-13 ANNI) SONO I PIU' COLPITI

Per quanto concerne l’attività di prevenzione svolta dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online della Polizia Postale attraverso una continua e costante attività di monitoraggio della rete, sono stati visionati 25.696 siti, di cui 2.622 inseriti in black list e oscurati, in quanto presentavano contenuti pedopornografici.

Nel periodo di riferimento sono stati trattati 424 casi per adescamento online: anche quest’anno la fascia dei preadolescenti (età 10-13 anni) è quella più coinvolta in interazioni sessuali online, 229 rispetto al totale.

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