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Cronaca

Un ragazzo di 22 anni voleva suicidarsi per amore gettandosi dal tetto di un condominio

E' successo domenica a Leini. Due carabinieri lo hanno salvato

Un ragazzo di 22 anni voleva suicidarsi per amore gettandosi dal tetto di un condominio

E' successo domenica alla periferia della città. Una scena che sembrava uscita da una pellicola cinematografica.  

C'è un giovane di appena 22 anni che minaccia di lanciarsi nel vuoto dal tetto di un condominio in cui vive con i genitori.

"Deluso dall'amore", pare abbia poi confessato. In ogni caso staconvinto di volerla fare finita con questo mondo e le sue difficoltà.

Fortuna ha voluto che alcuni passanti, con lo sguardo rivolto all'insù, senza tanto pensarci, han chiamato il 112.  

In pochi istanti, una pattuglia dei carabinieri di Leinì è giunta sul posto e mentre uno dei militari cercava di stabilire un contatto con il giovane dal piano terra, un altro ufficiale riusciva a raggiungere il tetto e a impedire l'insano gesto.

Tutto e bene quel che finisce bene, messo in sicurezza il giovane, i carabinieri hanno atteso l'arrivo dei vigili del fuoco con la loro autoscala per riportare il ragazzo a terra.

Successivamente, il giovane è stato visitato dal personale medico del 118 e trasportato all'ospedale Giovanni Bosco di Torino per ricevere assistenza e supporto psicologico.

“Non manca mai a nessuno una buona ragione per uccidersi...." scriveva Cesare Pavese.

Ma c'è un aneddoto e ve lo raccontiamo...

Un giorno Silvio Pellico era andato a far visita a Ugo Foscolo, a Padova. Questi stava in piedi su una sedia, in maniche di camicia, intento ad attaccare un chiodo. Entrò nella stanza uno studente, che s'avventò sul Pellico e gli baciò con effusione la mano esclamando: ‘O Foscolo! lascia che io, prima di uccidermi per amore, baci la mano di quel sommo che ha vergato le lettere di Jacopo Ortis.’

‘O pazzo, o bestia, - gli rispose il Foscolo, dall'alto della sua seggiola - io ho scritto quanto è dolce uccidersi per amore... ma vedi che vivo e non ho nessuna voglia di bruciarmi le cervella.’

Il giovane lo credette un domestico impertinente e si azzuffò con lui. Ci volle del bello e del buono per persuadere l'energumeno che il Foscolo era il Foscolo e il Pellico era il Pellico. Alla fine però Foscolo riuscì a calmare lo studente e a distoglierlo dal suicidio.

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