AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
02 Settembre 2023 - 20:51
Massimo Laganà con il figlio Kevin
"Sono venuto qui per vedere il luogo dove è morto mio figlio. Volevo cercare di capire che cosa può essere successo quella notte tremenda".
A parlare è Massimo Laganà, il padre di Kevin, il più giovane dei cinque operai morti nell'incidente a Brandizzo, arrivato a sorpresa alla stazione. Con lui il padre, la compagna, l'altro figlio, parenti e amici.
Tutti con addosso una maglietta con stampato il volto di Kevin. All'interno della stazione hanno percorso i binari fino al luogo dove si è verificato l'incidente e hanno sparato dei petardi. Il padre ha appeso sul muro della stazione un manifesto con la foto del ragazzo e un messaggio della zia 'Kevin ti amo'.
"Non è il momento per lanciare accuse, ora c'è troppo dolore. Nei prossimi giorni però parleremo, mi dovranno spiegare che cosa è successo. Ci hanno detto che una curva impediva di vedere il treno, ma non è così", ha detto Laganà. Ai cronisti i familiari di Kevin hanno detto: "non smettete di parlare di questa tragedia".
Oggi a Brandizzo si respirava un'aria strana. Quasi la sensazione di diverse città in una, in questo borgo di poco più di 8mila abitanti che l'altra notte, in pochi secondi, è stato sconvolto da una tragedia che si è portata via cinque vite.
C'è il paese dei fiori, dei messaggi di cordoglio e dei lumini accesi, che continuano ad aumentare addossati al muro della piccola stazione, e di chi, al mercato o su una panchina, s'interroga su questo dramma.
E c'è il paese che prova, nonostante tutto, a vivere la normalità del quotidiano, affaccendato nelle compere del sabato o seduto ai tavolini del bar di fronte alla stazione, dove si alternano i curiosi attratti dalle telecamere e dalla presenza di ministri e rappresentanti delle istituzioni.
Poi c'è uno spicchio di paese, alle spalle della ferrovia, fra case indecise tra la città e la campagna, dove regna un silenzio quasi irreale, che avvolge la casetta rosa dove viveva Giuseppe Sorvillo, una delle vittime. Dietro quelle finestre che restano chiuse ora rimangono la moglie e i due figli, mentre sulla strada, di fronte al cancello, quasi a volerle proteggere, un gruppetto di familiari, ancora increduli.
Fra di loro anche il fratello di Giuseppe, accorso dalla Campania appena saputo dell'incidente. Aspettano. Di riavere le spoglie di Giuseppe, per un funerale di cui per ora non si sa ancora nulla.
Mentre nella casa in cui la famiglia Sorvillo viveva fino a un paio di anni fa c'è chi si ricorda di loro e dice "siamo tutti sconvolti, è una cosa inaccettabile".
LA CASETTA ROSA DOVE GIUSEPPE SORVILLO VIVEVA CON LA MOGLIE E I DUE FIGLI
A neanche un chilometro da qui ci sono i binari, c'è la stazione, dove i cinque operai lavoravano la notte fra mercoledì e giovedì e dove da due giorni colleghi, autorità, semplici cittadini vogliono far sentire la loro vicinanza.
Oggi sono arrivati i ministri del Lavoro, Marina Calderone, e per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ribadendo la necessità di attenzione al tema della sicurezza sul lavoro, hanno lasciato come testimonianza un mazzo di fiori.
"Stiamo lavorando con tutte le strutture interessante per mettere in campo tutte le azioni necessarie anche per accertare la dinamica e le eventuali responsabilità, ma anche per l'assistenza alle famiglie. Abbiamo supporti che vogliamo attivare subito". Ha detto la ministra Calderone nel coso della visita a Brandizzo.
LA MINISTRA DEL LAVORO CALDERONE IN VISITA A BRANDIZZO
"Ci sono indagini in corso delle autorità competenti che fanno bene il loro lavoro, ma il tema della sicurezza riguarda anche quanto ognuno è in grado di rispettare le prescrizioni. Ci sono errori e umane disattenzioni. È un tema su cui siamo attenti, abbiamo fatto interventi su decreto primo maggio e altri ne faremo" ha affermato poi Calderone, che ha proposto un progetto da avviare nelle scuole sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
"Nessuna passerella. Non ho chiesto di incontrare le famiglie perché è un dolore personale prima di tutto. Non cerchiamo alcun clamore mediatico". Ha aggiunto poi la ministra del Lavoro.
"La nostra - ha aggiunto - è una presenza il più possibile sobria, è un momento di rispetto. Lasceremo fiori con un momento personale di raccoglimento" ha spiegato la ministra, che ha sottolineato la necessità di capire la composizione dei nuclei familiari per definire gli aiuti e ha chiesto all'assessore regionale al Lavoro di verificare se ci sono bisogni lavorativi all'interno delle famiglie.
Accanto ai suoi fiori, quelli deposti da un gruppo di una decina di operai, con la scritta "riposate in pace cari colleghi", e cinque composizioni di rose bianche, ciascuna con cinque rose azzurre. Su ognuna il nome di una delle vittime. Ad inviarle, la Sigifer, l'azienda di Borgo Vercelli per cui lavoravano.
E proprio a Borgo Vercelli il sindaco Mario Demagistri ha annunciato il lutto cittadino per il giorno dei funerali. "Chiederò al parroco di organizzare con noi una fiaccolata e una serata di preghiera in ricordo delle vittime", ha detto il sindaco della cittadina in cui viveva uno degli operai, Michael Zanera, mentre a Vercelli, dove abitavano altre due vittime, Kevin Laganà e Giuseppe Lombardo, il primo cittadino, Andrea Corsaro, si è messo a disposizione delle famiglie.
Famiglie, amici, che in queste ore provano ad affrontare il dolore di quanto accaduto. Chi con palloncini bianchi, fotografie e striscioni sotto casa, come per Zanera e Laganà, chi affidandosi a Facebook, come la moglie di Lombardo, che in un post scrive al marito "amore mi manchi da morire, vogliamo delle risposte e che non passi tutto come un incidente".
Mentre c'è chi preferisce non parlare, come Antonio Massa, l'addetto Rfi, indagato insieme a un collega, che con un messaggio attraverso amici di famiglia dice "non rilascio dichiarazioni, c'è un'inchiesta in corso".
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.