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Cronaca
02 Settembre 2023 - 16:35
Le vittime della strage di Brandizzo
Le indagini della procura di Ivrea, in queste ore, stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica della strage della stazione di Brandizzo, costata la vita a cinque operai della ditta Sigifer che stavano operando sui binari.
In particolare, le telefonate intercorse tra l'addetto di Rfi al cantiere, Antonio Massa, uno dei due indagati per il disastro (l'altro è il capo cantiere della Sigifer, Andrea Girardin Gibin) e la dirigente movimento della stazione di Chivasso.
Sono agli atti dell'inchiesta, infatti, diverse comunicazioni che certificherebbero l'assenza del nullaosta per l'avvio del cantiere sui binari.
La stazione ferroviaria di Brandizzo
In particolare alle 23.55 della notte tra mercoledì e giovedì scorsi il server che registra le conversazioni del settore "Armamento" di Rfi cattura la voce di Massa.
Massa parla con la dirigente movimento della stazione Chivasso, una donna che stava dialogando con lui anche pochi istanti prima. La linea, però, era caduta.
Lei richiama: "Ci sono problemi?", chiede. La risposta la gela: "Sono tutti morti, tutti morti!".
Le vite di Michael Zanera, 34 anni, Giuseppe Sorvillo, 43 anni, Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, Giuseppe Aversa, 49 anni, Kevin Laganà, 22 anni, operai della Sigifer di Borgo Vercelli, si è spenta contro un convoglio-vagoni vuoti che nulla sapeva di quei lavori sul binario. Aveva semaforo verde e non ha colpe nell'ultima grande tragedia italiana sul lavoro.
I lavori erano previsti in quel tratto e in orario notturno ma era necessario coordinarsi con la sala operativa in quanto era previsto il passaggio di tre treni: uno di linea, uno di servizio (quello che ha travolto gli operai) e un terzo convoglio all'una e mezza di notte.
Per iniziare i lavori l'addetto di Rfi al cantiere avrebbe dovuto ottenere il via libera dal dirigente di Chivasso.
In quella telefonata, a quanto risulta, non viene concesso alcun via libera al cantiere.
Quando a mezzanotte, l'addetto Rfi richiama Chivasso per ottenere il nullaosta, il primo treno di linea è già transitato sul binario 1 ed è possibile che sia stato erroneamente scambiato per il secondo che, invece, sta arrivando proprio in quel momento.
Saranno interrogati nei prossimi giorni a Ivrea Antonio Massa e Andrea Girardin Gibin, i due indagati per l'incidente sul lavoro che l'altra notte è costato la vita a cinque operai, travolti da un treno in transito alla stazione di Brandizzo.
"Queste persone, parzialmente, una loro versione l'hanno già fornita - conferma la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione - in parte consolidata da una serie di dati documentali, fotografici, video e telefonate di cui siamo già in possesso".
Per il momento gli indagati restano solo loro due: il primo, 46 anni di Grugliasco, è l'addetto di Rfi al cantiere, il cosiddetto "scorta-ditta"; il secondo, 52 anni di Borgo Vercelli, è il capocantiere della Sigifer, l'azienda vercellese che aveva in appalto i lavori di manutenzione sui binari, collega delle cinque vittime.
"Non rilascio dichiarazioni, c'è un'inchiesta della magistratura in corso". Questo è il messaggio che attraverso amici di famiglia ha fatto pervenire Antonio Massa, l'addetto di Rfi al cantiere.
Come era accaduto ieri anche oggi al citofono di Massa nessuno risponde nonostante l'uomo, insieme alla moglie e ai due figli sia in casa.
A quanto si apprende, al momento Massa non ha ancora nominato un suo legale di fiducia.
Passerà ancora del tempo prima di potere pensare ai funerali dei cinque operai morti travolti da un treno a Brandizzo, nel Torinese, travolti da un treno nella notte fra mercoledì e giovedì. C'è un problema di identificazione dei resti che sta rallentando le procedure.
"Abbiamo chiesto alle famiglie dettagli utili che possono aiutare all'identificazione - spiega la procuratrice capo di Ivrea, Gabriella Viglione - ma, secondo la relazione del medico legale, ci saranno comunque diverse parti che non potremo riconoscere".
Se ne occuperà un'equipe di medici legali, però le procedure dureranno parecchio tempo: "Non sarà una cosa breve - conferma la procuratrice - le attività sono già iniziate ma si tratta di un lavoro tecnico estremamente delicato per identificare i resti in maniera ragionevole".
Considerata la velocità e il peso del treno infatti i corpi dei cinque operai sono stati dilaniati come dall'esplosione di una bomba.
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