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Malasanità
01 Luglio 2023 - 22:59
Andranno a processo in tre a Torino per il grave errore commesso in sala operatoria il 15 aprile 2021, quando durante un intervento per correggere una malformazione polmonare fu recisa l'aorta di un bambino di 10 mesi, provocandone la morte. L'udienza preliminare davanti al gup Agostino Pasquariello è stata fissata il 19 settembre.
I tre, accusati di omicidio colposo, sono il chirurgo, un anestesista e il direttore della struttura di Chirurgia pediatrica dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino. La richiesta di rinvio a giudizio riepiloga l'accaduto: il bambino venne operato "non da un chirurgo pediatrico esperto in chirurgia toracica infantile bensì da Paolo Lausi", medico per adulti, che gli sezionò l'aorta toracica "invece di occludere il vaso sanguigno anomalo".
L'anestesista non avrebbe "attuato un'idonea ininterrotta osservazione clinica, così da non accorgersi in tempo dell'errore commesso dal chirurgo".
E il direttore della Chirurgia pediatrica è chiamato in causa per avere indicato "come la persona adatta" a eseguire l'intervento il chirurgo che commise l'errore, il quale comunque prima di allora aveva già fatto "12 interventi di chirurgia polmonare" e "5 loboctomie polmonari".
Nell'attesa del responso della giustizia la famiglia del bimbo, rappresentata dall'avvocato Michela Malerba, invoca "rispetto e silenzio", e soprattutto "il più totale e rigoroso anonimato" riguardo al piccolo paziente.
Il piccolo, secondo i quattro periti nominati dalla gup Maria Francesca Abenavoli, era in «eccellenti condizioni di salute». Prima del parto gli era stata diagnosticata una malformazione congenita al polmone, «problematica non infrequente e di nozione comune per i medici infantili».
A seguito di diversi rinvii, l’ospedale aveva deciso di eseguire l’intervento il 15 aprile 2021. Il chirurgo delle Molinette, «prestato» al Regina Margherita, non avrebbe mai eseguito prima un intervento di quel tipo su un bambino così piccolo.
Nella perizia del tribunale si legge che «in chirurgia pediatrica quell’intervento viene eseguito solitamente in strutture di eccellenza e da parte di operatori di consolidata esperienza». I periti sottolineano che «l’errore acclarato, la chiusura e sezione aortica toracica in luogo di vasi aberranti afferenti alla malformazione polmonare, poteva certamente essere evitato solo considerando le caratteristiche anatomichedel sequestro polmonare, risultato extralobare, e quelle dell’aorta toracica del bambino, vaso comunque ben individuabile rispetto a tutti gli altri del distretto anche alla semplice visione toracoscopica».
Secondo i periti, l’interpretazione corretta della situazione del bimbo e una buona conoscenza dell’anatomia del neonato avrebbero contribuito ad evitare la tragedia.
Ma, dopo di questo, altri gravi sbagli sono stati commessi, ai danni del bambino, anche dagli anestesisti: in base alla valutazione dei periti, l’errore sarebbe potuto emergere se fosse stato posizionato in maniera corretta il pulsossimetro, l’apparecchio che serve a misurare l'ossigenazione del sangue, e forse sarebbe stato possibile intervenire in modo efficace. Ma «evidentemente tale prassi è stata disattesa, e solo per questo l’errore chirurgico commesso non fu immediatamente evidenziato, e di conseguenza ha potuto realizzarsi la disastrosa sezione aortica tra due emolock».
Dopo l’intervento, il neonato non è stato subito rianimato, perché nessuno si è reso conto dell’errore. Ma, con il passare delle ore, mentre il bimbo era in Rianimazione, i suoi valori sono peggiorati. Durante la notte è stata eseguita una seconda operazione, ma era troppo tardi. Il bambino, la cui famiglia è assistita dall’avvocata Michela Malerba di Torino, per i periti è morto per una «nefasta sequenza e corrispondenza di lacune del processo decisionale e gestionale operativo dei sanitari che lo ebbero in cura».
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