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Il Regina Margherita ridà una speranza di vita ad un bambino gravemente ammalato

Bambino di due anni dopo l'influenza non riusciva più a camminare

Un intervento chirurgico senza precedenti in Europa. La mielite flaccida acuta (Afm) è stata la causa dell'improvvisa perdita delle capacità motorie

Bambino di due anni dopo l'influenza non riusciva più a camminare

foto archivio a puro scopo descrittivo

Nervi collegati come fili elettrici per rivitalizzare parti del corpo non funzionanti.

Un intervento chirurgico senza precedenti in Europa che è stato eseguito a Torino su un bimbo di poco meno di due anni: l'operazione, svolta all'ospedale infantile Regina Margherita, permetterà al piccolo di essere accompagnato verso il parziale recupero dei movimenti della gamba destra, paralizzata da nove mesi per le conseguenze di una malattia improvvisa e devastante.

La tecnica, già applicata negli Stati Uniti, è stata definita "pionieristica" negli ambienti sanitari subalpini. Si tratta di trasferire rami nervosi sani (in questo caso dai muscoli distali dell'addome e del nervo sciatico) su quelli non funzionanti (coscia, gluteo) in modo che, crescendo uno o due millimetri al giorno, possano fornire i loro preziosi impulsi alla parte lesionata.

Dopo un comune attacco influenzale, il bimbo era stato colpito da mielite flaccida acuta (Afm), una malattia neurologica rarissima che aggredisce il midollo spinale danneggiando le cellule che trasmettono i segnali motori ai muscoli.

Da allora la gamba era rimasta inerte.

Sette ore è durata l'operazione svolta dai chirurghi Paolo Titolo, Bruno Battiston e Nathalie Bini con la supervisione di Amy Moore, della 'Ohio State University', considerata fra i massimi esperti mondiali del settore.

"Il bimbo sta bene - informano alla Città della Salute - e il percorso di riabilitazione, portato avanti attraverso la collaborazione tra divisioni ospedaliere diverse, è cominciato".

I commenti del padre sono forgiati dalla cautela, dalla competenza e dalla lucidità. "I tempi - spiega - saranno molto lunghi. Il recupero totale della funzionalità dell'arto sarebbe bello, bellissimo, ma crediamo che non sarà possibile e non ce lo aspettiamo. Sarà un successo anche solo un ripristino incompleto della capacità motoria perché vorrà dire che il bambino potrà muoversi con maggiore facilità. In ogni caso quello che hanno compiuto i medici a Torino ha dell'incredibile".

L'uomo, imprenditore, laureato in ingegneria, vive insieme alla compagna, libera professionista, con la quale ha avuto due figli, in una grande metropoli del nord Italia.

"Nella nostra città - commenta - esistono ospedali di assoluta eccellenza. Ma non hanno avuto la capacità di intercettare i nostri bisogni come hanno fatto a Torino. In un momento che per noi era molto difficile".

"A nostro avviso - spiegano alla Città della Salute - non è sbagliato etichettare la Afm come la poliomielite del XXI secolo. C'è però ancora molto da fare sulla strada della conoscenza e della consapevolezza. L'accesso a cure specialistiche, terapie e risorse può essere molto limitato e molte famiglie si trovano ad affrontare questa sfida da sole. Promuovere la ricerca è fondamentale. Ora la chirurgia apre le porte a nuove opportunità di trattamento: un traguardo che potrebbe significare una speranza tangibile per molti altri bambini affetti da questa malattia debilitante". 

La mielite flaccida acuta (Afm) è stata la causa dell'improvvisa perdita delle capacità motorie del bambino, che si è manifestata dopo un attacco influenzale. L'equipe medica composta dai dottori Bruno Battiston, Paolo Titolo e Nathalie Bini, sotto la supervisione dell'esperta Amy Moore dell'Università 'State of Ohio', ha eseguito un'intervento durato sette ore, durante il quale sono stati collegati i nervi funzionanti a quelli non funzionanti della coscia e del gluteo. Questa procedura permetterà ai nervi sani di fornire un impulso elettrico alla parte lesionata, aprendo nuove opportunità di trattamento per i pazienti affetti da Afm.

Nonostante il lungo percorso di riabilitazione che attende il bambino, i genitori sono pieni di speranza.

"Il recupero completo sarebbe bellissimo, ma crediamo che non sarà possibile. Tuttavia, anche il ripristino parziale delle capacità motorie sarà un successo. Nostro figlio potrà muoversi con maggiore facilità", ha affermato il papà.

La famiglia ha espresso gratitudine verso l'ospedale Regina Margherita di Torino per aver compreso le loro difficoltà e per aver offerto una soluzione medica che altre strutture ospedaliere non avevano potuto garantire. Questo intervento pionieristico rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro la mielite flaccida acuta e offre una speranza concreta a molti altri bambini che affrontano questa malattia debilitante.

La Città della Salute di Torino sottolinea che questo successo chirurgico apre la strada a nuove opportunità di trattamento per i pazienti con Afm, rappresentando un importante punto di svolta nella ricerca medica. Mentre la famiglia aspetta con ansia il progresso del loro piccolo, questa storia di coraggio e speranza ispira molti altri ad affrontare le sfide mediche con determinazione e fiducia.

Cos'è la Mielite flaccida acuta (AFM, Acute Flaccid Myelitis)?

E il nome con cui viene definita una malattia rara che è tuttora circondata dal mistero. Si sa che questa condizione colpisce in modo prevalente i bambini, che è generalmente preceduta da febbre e difficoltà respiratorie e che, all'improvviso, si manifesta con una debolezza muscolare che evolve rapidamente in gravi forme di paralisi. C

iò che non si conosce della patologia è innanzitutto l'esatta causa scatenante, così come non è stata ancora individuata una valida opzione terapeutica. Intanto, nei primi sette mesi di quest'anno, gli Stati Uniti hanno registrato un aumento dei casi di AFM rispetto al 2015.

Per alcune sue caratteristiche, la mielite flaccida acuta sembra essere molto simile alla poliomielite, conosciuta anche come 'polio' o 'paralisi infantile', una malattia virale che può ormai considerarsi eradicata grazie allo sviluppo di appositi vaccini. In generale, le persone con AFM riferiscono di una crescente debolezza che insorge in uno o più arti e che peggiora fino alla paralisi. Dall'analisi del liquido cerebrospinale dei pazienti è emerso, spesso, un alto tasso di globuli bianchi, ma non è mai stata riscontrata alcuna traccia di microrganismi patogeni.

Secondo il rapporto dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), durante il periodo che va da gennaio a luglio di quest'anno, negli USA si sono verificati 32 nuovi casi di AFM, 25 in più rispetto agli stessi mesi del 2015. Il dato più allarmante è il brusco aumento riscontrato nel corso del trimestre maggio-giugno-luglio, in cui i casi sono stati 25 contro i 7 del quadrimestre precedente. Questa improvvisa impennata preoccupa le autorità statunitensi, che temono il ripetersi di quanto accaduto nel 2014, un anno in cui, da agosto a dicembre, sono stati registrati ben 120 casi di AFM.

Nel frattempo, l'ambiente scientifico si sta interrogando sulle possibili cause di questa malattia. Una delle ipotesi è che a scatenare il disturbo sia l'enterovirus D68 (EV-D68).

Infatti, proprio nel 2014, l'ondata di casi di AFM è arrivata in concomitanza con un'epidemia di gravi affezioni respiratorie dovute a EV-D68. Sebbene la teoria sia sotto indagine, nessun elemento certo ha finora permesso di confermare una connessione tra il virus e la mielite flaccida acuta.

Anche la ricerca di un trattamento efficace per l'AFM è ancora in alto mare. Secondo alcuni medici, l'impiego di immunoglobuline per via endovenosa (IVIg) potrebbe dare qualche beneficio, come nel caso di specifiche malattie virali che colpiscono il sistema nervoso, mentre altri consigliano l'uso di fluoxetina. Il bisogno di una cura valida è ancora più evidente se si considera che la mielite flaccida acuta è una condizione rara ma piuttosto grave. In base ai dati forniti dal CDC, su circa 60 bambini colpiti dalla malattia, soltanto 3 hanno riportato un recupero completo.

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