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Giudiziaria

Condannato per falso in bilancio l'Amministratore delegato di Banca di Asti

L'indagine era stata condotta dalla Guardia di Finanza, in merito al bilancio del 2015.

Carlo Demartini

Carlo Demartini

Sono stati assolti oggi in tribunale ad Asti la Banca di Asti e l'ex presidente Aldo Pia, dall'accusa di false comunicazioni ai soci in merito al bilancio. Il processo, in rito abbreviato, ha però visto condannato a 2 anni e 8 mesi l'amministratore delegato, Carlo Demartini. L'indagine era stata condotta dalla Guardia di Finanza, in merito al bilancio del 2015. Tra 90 giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza.  

Siamo certi della correttezza dell’operato  ell’amministratore delegato dottor Carlo Demartini

"Prendiamo atto con piacere - ha commentato l’attuale presidente Giorgio Galvagno - che il giudice di Asti abbia assolto con formula piena sia la nostra banca, sia l’ex presidente dottor Aldo Pia. Siamo certi della correttezza dell’operato  ell’amministratore delegato dottor Carlo Demartini e siamo convinti che anche la sua posizione verrà sicuramente chiarita nel prosieguo. Confermo al dottor Carlo Demartini la mia piena fiducia e stima".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mario Sacco: "Come Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Socio di Riferimento della Banca di Asti, sono lieto dell’assoluzione della Banca e dell’ex Presidente dottor Aldo Pia e sono sorpreso e dispiaciuto dell’esito del procedimento penale nei confronti dell’Amministratore Delegato certo della correttezza dell’operato del medesimo. Rinnovo la piena fiducia verso il dottor Demartini di cui apprezzo serietà, professionalità e dirittura morale".

L'accusa

Stando alle accuse nei bilanci presi di mira sarebbero stati indicati come ancora esigibili crediti per 35 milioni di euro nei confronti di soggetti (persone fisiche e giuridiche) che in realtà avevano perso la capacità di onorarne la restituzione.

Di quella cifra, una parte riguarda la linea di credito concessa all’immobiliarista astigiano Alberto Fassio, scomparso nel 2017.

La mancata comunicazione di queste “esposizioni” importanti in bilancio, per la Procura della Repubblica rappresentava una grave violazione delle norme che regolano i rapporti fra i dirigenti e i soci dell’istituto di credito.

Dal canto suo la Banca di Asti ha più volte ribadito che, nell’attesa di una definizione della vicenda giudiziaria, «tale procedimento non ha, né avrà, alcuna incidenza sul patrimonio della Banca, né potrà avere ricadute sugli azionisti o sulla clientela».

La vicenda era stata resa nota dalla stessa banca nel 2018: in quell’occasione era stato spiegato che l’inchiesta faceva riferimento a "differenti valutazioni sull’anno di competenza di accantonamenti relativi ad alcuni crediti nel bilancio della Banca» e si ribadisce la convinzione di aver «correttamente operato nel rispetto delle disposizioni di legge e di vigilanza e di principi di massima trasparenza, in linea con il rapporto di correttezza che da sempre connota le relazioni con i soci, clienti e collaboratori!.

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