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Il caso
28 Febbraio 2023 - 13:56
Immagine di repertorio
Sindaco, vice Sindaco (e pure assessore al sociale), il loro telefono squilla a vuoto da giorni e nessuno sembra essere interessato a dire mezza parola sul caso di Valerio (detto Gianni) Bonomo.
Un signore di 60 anni, con una vita sfortunata, che rischia di finire per strada. Da qualche anno viene aiutato dal Comune, dalla chiesa ma ora dovrà fare i bagagli, lasciare l’appartamento messo a disposizione dalla parrocchia, e andare in un ostello a Torino.
Per quanto tempo? Non si sa, o comunque almeno fino a quando non ci sarà un alloggio popolare disponibile.
Ma non è tutto: dovrà anche compartecipare alla spesa con 50 euro su 600 che dovranno essere versati da lui.
Noi, in queste settimane ci siamo occupati della vicenda, ne abbiamo scritto e abbiamo provato a chiamare il Sindaco Giovanni Panichelli almeno una decina di volte, il telefono è squillato sempre a vuoto.
Vista la situazione abbiamo provato a chiedere lumi anche alla vice sindaca, e assessore al sociale, Irene Berardo (di lei si dice che vorrebbe fare la Sindaca un domani, speriamo cambi registro e si occupi un po’ di più dei casi di disagio sociale, che spieghi le situazioni) ma pure lì il telefono è squillato a vuoto.
Valerio Bonomo
Evidentemente erano affacendati in altro: ci sono le primarie del Pd, c’è la vice Sindaca Irene Berardo che punta a fare le scarpe al Sindaco Panichelli, insomma, cose più importanti, giusto?
A questo punto le domande le facciamo qui: si può sapere perché un cittadino di Volpiano viene spedito in un ostello a Torino? Un cittadino che ha una vita a Volpiano da 60 anni, che ha un garage dove tiene le sue cose, che ha un problema di salute, si può sapere perché?
Noi non vogliamo le dichiarazioni di tecnici e assistenti sociali, che fanno giustamente il loro lavoro, ma quelle della politica, della politica che si assume le responsabilità delle scelte che fa.
Panichelli e Berardo hanno il coraggio di dire mezza parola su questa storia?
La vice Sindaca e assessore al social Irene Berardo
A quanto pare no, perché Volpiano è così, è il paese dell’ipocrisia. Lo vediamo da anni con la presenza della ‘Ndrangheta o lo vediamo oggi con la storia di Valerio.
Il tema non è raccontare le cose e spiegarle ma “non fare brutta figura”, “non fare arrabbiare questo”, “non fare arrabbiare quello”, “non parlare male del parroco”.
In queste settimane il problema non è stato il caso di Valerio, il caso di un signore che rischia di finire per strada.
Il problema è stato Valerio che ci ha contattato e ha scelto, con un grido di dolore, di raccontare la sua storia.
Il Sindaco e il parroco, don Marco, sono andati su tutte le furie.
“Non dovevi farlo, il parroco si è incazzato”, come se il problema fosse questo.
Il Sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli
Qui c’è un signore che abita in un appartamento della chiesa e in queste ore viene mandato in un ostello a Torino. Guai a dire che la chiesa lo vuole cacciare, diciamo che l’appartamento della parrocchia non è più disponibile? Il senso delle cose cambia? Evidentemente a Volpiano sì, perché qui l’importante è non fare brutta figura.
Tant’è che dopo il primo articolo uscito online, intitolato “la chiesa vuole cacciare Valerio”, il parroco, don Marco, ci ha chiamato su tutte le furie spiegandoci: “Valerio fa la vittima, se rischia di andare per strada è anche colpa sua”.
Complimenti per la misericordia e pure per l’ovvietà.
Se una persona resta senza una casa spesso ha delle colpe ma non per questo non deve essere aiutato, o peggio ancora deve essere colpevolizzato.
L’unico che ci ha detto qualcosa sul tema è stato Tommaso Vullo, responsabile dei servizi sociali del Comune.
“Noi stiamo aiutanto Valerio - spiega - anzi, lo abbiamo aiutato molto. Ora il percorso prevede lo spostamento in un ostello a Torino, una soluzione che per la maggior parte sarà pagata da noi, Valerio dovrà contribuire con 50 euro al mese. Il progetto, poi, prevede l’arrivo all’assegnazione di una casa popolare”. Quando? Non si sa.
Ricapitoliamo i fatti
La storia di Gianni Bonomo è una storia sfortunata, immensamente sfortunata.
Fino a qualche anno fa tutto adava bene: aveva una tabaccheria al Villaggio Olimpia a Settimo, una vita normale e tutto procedeva per il verso giusto.
Nulla di eclatante ma Gianni aveva quanto necessario per vivere.
Poi, qualche anno fa una serie di sfortune: una truffa, poi l’aggressione e ora Gianni si ritrova con una flebite, le stampelle e rischia di finire sotto un ponte.
Gianni ha vinto le cause che l’hanno visto protagonista ma non è mai riuscito ad avere un minimo di indennizzo. Uno dei suoi aggressori è stato condannato, l’altro è scappato all’estero. Percepisce circa 450 euro di reddito di cittadinanza. Ha prima vissuto in un appartamento in via Sottoripa e poi nell’alloggio messo a disposizione dalla chiesa. In entrambi i casi non è riuscito a pagare tutte le bollette o gli affitti richiesti.
La settimana scorsa, Gianni, ci raccontava una grande preoccupazione.
“Dicono - spiega - che non vado per strada, mi mandano da un affittacamere ma dopo 20 giorni finisco i soldi e dove finisco? Dove vado? Cosa faccio in una situazione simile? Finisco nei dormitori, l’assistente sociale mi ha fatto capire che il Comune non può provvedere. Io dal 1980 ho sempre contribuito a Volpiano ora invece mi ritrovo così, così si muore. Tanti al mio posto si sarebbero già buttati da un ponte”.
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