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Giudiziaria
03 Gennaio 2023 - 12:35
La palla passa al Tribunale Ordinario Civile di Torino e al giudice Ludovico Sburlati. Appuntamento fissato per il 19 aprile 2023, ore 10,10, aula 84.
Dunque, la storia non è finita e per capire se le elezioni che hanno portato alla vittoria, a Caselle, del Sindaco Giuseppe Marsaglia, siano da considerare valide o meno bisogna attendere un nuovo pronunciamento dei togati.

Il decreto che fissa la nuova udienza
Tutto merito, o colpa (dipende dai punti di vista), di una nuova azione legale (dopo il primo ricorso per chiedere l'annullamento delle elezioni presentato a luglio al Tar) portata avanti dai consiglieri di minoranza Endrio Milano, Andrea Fontana e Paolo Gremo.

Il consigliere di minoranza, Progetto Caselle 2027, Endrio Milano
"Le opposizioni - spiega Endrio Milano - hanno riassunto presso il Tribunale il ricorso già presentato al TAR ed il Tribunale ha prontamente fissato l’udienza di discussione. In merito a questa vicenda tengo a precisare quanto segue: la legge affida al Consiglio Comunale ed in particolare alle minoranze il compito di controllo sulla regolarità dell’attività amministrativa: è preciso dovere/obbligo fare chiarezza ogni qualvolta si verifichino situazioni confuse. La presentazione del ricorso al TAR era quindi un atto dovuto, considerato quanto accaduto prima e durante il primo Consiglio Comunale. Il TAR non ha bocciato nel merito il ricorso (come qualche titolo ha voluto sostenere) ma, riconoscendo la sussistenza della questione, ha ritenuto che la competenza fosse del Tribunale disponendo la riassunzione della causa presso quest’ultimo, il quale ha prontamente fissato l’udienza di discussione al 19/04/2023. La verità dei fatti è che il contenuto del ricorso lo hanno tutto scritto Marsaglia e la Sua maggioranza; le opposizioni lo hanno doverosamente depositato".
Al centro della discussione c’è un ricorso presentato al Tar, nel mese di luglio 2022, dai consiglieri di minoranza, per chiedere l’annullamento delle elezioni.

Andrea Fontana, consigliere di minoranza per Caselle Futura
I consiglieri di minoranza Andrea Fontana, Endrio Milano e Paolo Gremo in estate avevano presentato un documento molto duro, scritto dall’avvocato (Fabrizio Cassia) che assiste i consiglieri di opposizione. “E’ convincimento dei ricorrenti – si leggeva nel documento – che l’intero procedimento elettorale, svoltosi nel Comune di Caselle Torinese in data 12 giugno 2022 è inficiato da forti e gravi irregolarità, con sospetto di infiltrazioni mafiose, in quanto molte persone che furono chiamate come testimoni nel processo San Michele sono state persone attive nella campagna elettorale del candidato sindaco Giuseppe Marsaglia Cagnola e della sua lista per i seguenti motivi che di seguito poi verranno adeguatamente sviluppati”.
I consiglieri, poi, mettevano in fila, punto per punto, le presunte irregolarità. Si parte da uno dei temi più discussi nel primo Consiglio Comunale della nuova amministrazione Marsaglia.
“Il candidato – si leggeva nel ricorso – Franco Zaccone, risultato essere il più votato (da solo, con 408 preferenze, rappresenta il 7,3% dei voti, ovviamente nulli perché non candidabile) era incandidabile e fu chiamato come testimone nel processo San Michele oltre ad aver avuto condanne contro la Pubblica Amministrazione”.

Il Sindaco di Caselle Giuseppe Marsaglia
Si parlava, poi di: “Gravi irregolarità nella convocazione della prima seduta del Consiglio Comunale; gravi incongruenze nella tenuta del protocollo; reticenze gravi in Consiglio Comunale da parte del Sindaco che non risponde alla domanda se Franco Zaccone era candidabile; mancata risposta nel merito della Prefettura alla richiesta di informativa da parte del consigliere dr. Endrio Milano”.
Il ricorso al Tar della minoranza si concludeva, quindi, con le seguenti richieste: “Dichiarare nulla ed inefficace la consultazione elettorale effettuata il giorno 12 Giugno 2022 e conseguentemente dichiarare nulla ed inefficace l’elezione del Sindaco e dei Consiglieri comunali a seguito di detta consultazione, per presunta infiltrazione mafiosa e comunque per le gravi irregolarità come elencate nella narrativa del presente atto”.
E poi: “Previo annullamento delle schede con preferenza al sig. Franco Zaccone occorre disporre il riconteggio di tutte le schede elettorali al fine di valutare l’esatta valutazione delle preferenze e di conseguenza la corretta composizione dei componenti il Consiglio Comunale di Caselle T.se”.
“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Seconda), definitivamente pronunciando, dichiara inammissibile il ricorso in epigrafe. In relazione alla parte del ricorso inammissibile per difetto di giurisdizione amministrativa, la causa va rinviata al giudice ordinario”.
Nel dettaglio i togati aveva respinto le obiezioni dei consiglieri di minoranza in merito a presunte irregolarità durante le elezioni: non ci sono le prove, è questo l’argomento dei giudici.

Franco Zaccone, era candidabile? Non è chiaro...
Restava in piedi, invece, la questione relativa a Franco Zaccone (parliamo del candidato che ha registrato più preferenze e che poco prima della proclamazione si è dimesso). Era candidabile? Si? No?

Un estratto della sentenza del Tar del 29 Settembre
“Per quanto precede il ricorso - si legge nella sentenza - va dichiarato inammissibile per difetto di giurisdizione di questo TAR, con rinvio della causa al giudice ordinario, ai sensi e con gli effetti dell’art. 11 del codice del processo amministrativo, in relazione sia alle censure secondo cui Franco Zaccone, già teste nel processo San Michele, ha patteggiato la condanna concernente l’appalto per lo sgombero della neve allo scalo di Caselle e sarebbe quindi ineleggibile, sia alle censure secondo cui il Consiglio Comunale non avrebbe accertato le cause della sua non candidabilità”. Insomma, checché ne dica qualche consigliere di maggioranza improvvisato, il tema resta: la maggioranza ha candidato qualcuno che non era candidabile? Non si sa, non è chiaro, un’eventualità che non era stata chiarita neanche dalla memoria difensiva depositata dal Comune prima dell’udienza.
Toccherà, quindi, al giudice ordinario accertare tutto ed eventualmente annullare le elezioni.
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