AGGIORNAMENTI
Cerca
Rivarolo
11 Novembre 2022 - 10:01
Per la morte di Guido Zabena, operaio 51enne di Favria annegato nel sottopasso tra Rivarolo Canavese e Feletto la sera del 2 luglio 2018, sono stati condannati a un anno di reclusione ciascuno per omicidio colposo il sindaco di Rivarolo, Alberto Rostagno, gli assessori Francesco Diemoz e Lara Schialvino, il capo della polizia locale Sergio Cavallo e il capo dell'ufficio tecnico del Comune, Enrico Colombo.
Il sottopasso tra Rivarolo e Feletto la notte dell'incidente
La sentenza è stata pronunciata questa mattina dal giudice Antonio Borretta del tribunale di Ivrea.
Zabena entrò nel sottopasso con la propria auto durante un violento temporale e rimase bloccato nel tunnel a causa dell'acqua alta. Morì annegato a bordo della vettura.
Guido Zabena
La procura di Ivrea aveva chiesto inizialmente una condanna per tutti gli imputati a quattordici mesi di reclusione. I legali che difendevano Rostagno e gli altri, invece, avevano chiesto l'assoluzione. Ora si tratterà, per loro, di valutare, non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza, il ricorso in Appello.
Le reazioni della politica
Gli amministratori condannati, interpellati, preferiscono non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda. La politica, invece, ha immediatamente reagito alla sentenza. Consiglieri regionali, ex sindaci e altre cariche istituzionali hanno sottolineato per la gran parte la necessità di riflettere sulle responsabilità che si assumono gli amministratori pubblici nello svolgimento del loro mestiere, e sulla necessità di elaborare soluzioni che tutelino chi amministra.
"Mentre si discute, si polemizza o si solidarizza sull’esito del processo di oggi agli amministratori di Rivarolo io dico una cosa sola: sarebbe potuto succedere a me! - ha scritto il consigliere regionale leghista Claudio Leone sui social network - Chi amministra non ha una bacchetta magica per conoscere ogni pericolo del suo territorio di fronte ad un evento meteo catastrofico! Oggi la condanna al sindaco Alberto Rostagno, agli assessori Diemoz e Schialvino, al capo della polizia locale Cavallo e all’ex capo ufficio tecnico Colombo è la condanna di tutti gli italiani che decidono di occuparsi della “res publica”. Oggi chi fa queste scelte si carica di responsabilità enorme e rischia di trasformarsi in bersaglio per tutti i disagi, le avversità, i fatti eccezionali e imprevedibili. Mi stringo ai tecnici e agli amministratori. Uno di voi!".
Claudio Leone, consigliere regionale della Lega
Solidarietà ai tre amministratori condannati anche dallo schieramento opposto del consiglio regionale. "Conosco personalmente il Sindaco Alberto Rostagno e gli amministratori di Rivarolo - è intervenuto Alberto Avetta, consigliere regionale del Partito Democratico - ne ho grande stima e rivolgo loro un abbraccio affettuoso. Le sentenze si rispettano e si criticano in sede giudiziaria e mi auguro che nei successivi gradi tutto possa risolversi al meglio per le persone coinvolte".
Ciò detto, per Avetta si tratta dell’ennesima volta in cui "ci troviamo di fronte ad un caso emblematico di quanto sia divenuto impegnativo e rischioso dedicarsi all’amministrazione della cosa pubblica. Le numerose vicende giudiziarie che, anche recentemente, vedono coinvolti i Sindaci dimostrano l’urgenza di rimettere mano al complesso di norme che regolano la funzione di amministratore locale ed in tal senso si è espresso anche il Consiglio regionale con un Ordine del giorno con cui si chiede di ridefinire in modo più dettagliato i doveri degli amministratori locali in un quadro di regole certe, chiare ed omogenee".
Da tempo anche l’Anci insiste sulla necessità di ridefinire il livello di responsabilità degli amministratori locali. Un coinvolgimento di diverse realtà che, per Avetta, spinge a domandarsi: "Che cosa si aspetta ancora? Auspico che il nuovo Parlamento si faccia carico con estrema urgenza di questo problema, magari stimolato da un’iniziativa politica che parta proprio dal Canavese. Mi auguro che i nostri parlamentari vogliano fare propria questa battaglia, così che l’Italia torni ad essere un Paese per i Sindaci, dove Primi Cittadini non finiscano con l’essere il capro espiatorio di tutto”.
Alberto Avetta, consigliere regionale del Partito Democratico
A intervenire è anche il vicepresidente del consiglio regionale piemontese Daniele Valle (PD): "Esprimo la mia solidarietà e vicinanza al Sindaco di Rivarolo Alberto Rostagno e agli assessori Francesco Diemoz e Lara Schialvino. Auspico che nei prossimi gradi di giudizio si possano chiarire le loro effettive responsabilità, perché non possiamo accettare che gli amministratori diventino a prescindere i capri espiatori di tutti gli eventi tragici che colpiscono i territori dei loro Comuni. È giunto il momento che il Parlamento riformi la normativa che regola le funzioni degli amministratori locali, accogliendo le indicazioni che anche il Consiglio regionale del Piemonte ha formulato in un Ordine del giorno. Non dimentico il dolore dei familiari di Guido Zabena, che ha trovato la morte in quella drammatica sera del 2 giugno 2018: sono loro vicino e devono trovare giustizia ma non credo che addossare le colpe a chi amministra possa considerarsi una risposta moralmente e giuridicamente appropriata".
Daniele Valle, vicepresidente del consiglio regionale del Piemonte
Sempre dal Partito Democratico arrivano le parole dell'ex parlamentare Davide Gariglio: "La morte di un uomo è sempre una tragedia, su questo non si discute - ha detto Gariglio -. Sono però umanamente vicino anche al sindaco di Rivarolo, Alberto Rostagno. Le responsabilità penali che hanno i nostri amministratori locali sono oggettivamente insostenibili. Ho sempre sostenuto con ferma convinzione la battaglia di Anci: i nostri sindaci devono essere più tutelati, per il bene in primis dei nostri comuni e dei cittadini stessi".
Davide Gariglio, ex parlamentare del Partito Democratico
Non è solo Avetta a invocare nuove soluzioni legislative: "La magistratura si rispetta sempre, ma occorre rispettare i sindaci. Per i quali si chiede alla politica di intervenire, se non con uno 'scudo', con soluzioni giuridiche che li tutelino. Tutelino la loro vita amministrativa. Tanto più per questioni legate alla protezione civile. Perché non è sostenibile ci siano responsabilità per questioni ambientali ed emergenziali in capo agli amministratori. Serve una profonda revisione della normativa vigente che chiediamo a Governo e Parlamento con urgenza". Lo ha sostenuto il presidente nazionale dell'Unione Comuni Comiunità Enti Montani (Uncem), Marco Bussone, commentando la sentenza.
Marco Bussone, presidente Uncem
Reazioni di vicinanza agli amministratori rivarolesi anche da chi non è più sindaco, ma osserva ancora con occhio attento le dinamiche della politica locale.
"Non solo da ex Sindaco, ma da cittadino, pur consapevole che le sentenze vanno rispettate, non posso esimermi dall’esprimere la mia totale solidarietà per questa sentenza di primo grado al Sindaco Alberto Rostagno e agli Assessori Francesco Diemoz e Lara Schialvino - ha dichiarato in queste ore l'ex primo cittadino di Cuorgnè Beppe Pezzetto -. Dopo anni di parole a vuoto credo sia necessario definire nuove regole oppure sarà sempre più complicato trovare persone disposte a governare le nostre Città".
Beppe Pezzetto, ex sindaco di Cuorgnè
A fargli eco anche l'ex primo cittadino di Favria, Giorgio Cortese: "Come cittadino, Voglio esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanza al Sindaco di Rivarolo e agli Amministratori che sono stati oggi condannati. Sono delle brave persone e confido come tutti nel prossimo grado di giudizio. Sono vicino ai familiari della vittima e ne comprendendo il dolore. Esorto il Sindaco Alberto Rostagno, la sua Giunta e maggioranza a proseguire nel loro proficuo lavoro con l’impegno e la determinazione di sempre, forti della fiducia e della stima dei loro concittadini".
(Notizia in aggiornamento)
Giorgio Cortese, ex sindaco di Favria
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.