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CASALBORGONE. Tariffe dei rifiuti: ecco cosa fare per il ricorso

CASALBORGONE. Tariffe dei rifiuti: ecco cosa fare per il ricorso

Ferruccio Bogetti

Seconda parte dell'intervista a Ferruccio Bogetti, commercialista esperto in diritto tributario e collaboratore de "Il Sole 24 Ore". (se vuoi leggere la prima parte, clicca qui) Già, dove eravamo rimasti…. Alla pretesa tributaria, la quale è ottenuta moltiplicando dei metri quadrati per la tariffa unitaria media al metro quadrato. Allora vediamo la tariffa. Intanto bisogna capire che cosa e quali anni sono oggetto di recupero. Infatti una serie di provvedimenti normativi hanno “scisso” il tempo tra TARSU (quella sulla quale avevamo fatto una grande battaglia) TIA1, TIA2 e TARI. IN tal senso conviene fare un salto sul sito del Comune di Casalborgone. Digitando TARSU non salta fuori nulla. Ma con TARI, salta fuori la delibera n, 16 del 20 maggio 2014. Ora se non si comprende la tariffa (atto presupposto generale) non si può poi comprendere l’accertamento d’ufficio (per chi non ha dichiarato nulla) e l’accertamento in rettifica (per chi è stato infedele). Cosa si potrebbe fare? E’ importante avere in mano l'accertamento con la tariffe e con i metri quadrati. Sui metri quadrati, rinviamo a quanto è stato già detto lo scorso lunedì. Verosimilmente si può contestare il difetto di motivazione, se non sono allegate, o riportate nel loro contenuto minimo, tutte le delibere. E se ci sono (e ci sono) più annualità accertate, devono essere allegate tutte le delibere della TARSU e/o TIA1 e/o TIA 2 e/o TARI. E poi? Poi si possono contestare sia i “vizi degli atti presupposti”, cioè delle delibere, quindi i relativi vizi degli accertamenti se non sono in linea con la normativa. Ci spieghi meglio... Ad esempio, l’articolo 2 del Regolamento prevede che la TARSI debba andare a copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilato avviati allo smaltimento, svolto in regime di privativa pubblica dal Comune nell’ambito del proprio territorio, ai sensi della vigente normativa ambientale. Ci si può chiedere, ad esempio, se venga rispettato il “criterio di pareggio”, vale a dire se il Comune recupera solo i costi (copertura integrale dei costi) e non anche di più. Altra domanda, come sono state suddivisi i “costi di investimento” dai “costi di esercizio”, tenuto anche conto della nuova contabilità degli enti locali. Ed ancora, se questo regolamento rispetta tutta la normativa ambientale. Ma allora si possono rompere i c….. Ma certo. Ricapitolo. Chiedere tutte le delibere. Confrontare tutte le norme. Vedere se a loro volta gli atti infraprocediementali richiamati esistono o meno e, se esistono, se sono meramente apodittici, cioè fatti alla carlona o no. Tutti questi vizi si chiamano “violazioni di legge”. E c’è dell’altro….. Cosa? L'opportunità. L’opportunità? Certo! E’ il controllo di economicità, efficacia e trasparenza delle norme sul regolamento. In parole povere, si può andare a discutere sull’opportunità o meno di una scelta. Ad esempio, le modalità di avviamento dei rifiuti allo smaltimenti (chi? Come? Perché?), sotto l’analisi dei costi e dei benefici. Perché si è speso così tanto? Non si sarebbe potuto spendere di meno, o diversamente? Ah. E’ così? Basta prendere in mano il regolamento e volendo fare le pulci, si può trovare – anche pretestuosamente - di tutto e di più. L’Amministrazione della cosa pubblica è un po’ fatta così... Facciamo un esempio su Casalborgone? Mi sono stampato la delibera, di 24 pagine. All’articolo 10.3 si parla della tabella A, e questa esiste a pagina 22. Ma all’articolo 12.1 si parla della Tabella B, e io non la vedo, anzi, da pagina 23 a pagina 24 vedo Tabella D2……. Scaricate anche voi il Regolamento… Quindi che consigli? Si sarebbe potuto impugnare direttamente la delibera di fronte al TAR, ma nei 60 giorni dopo la pubblicazione. I termini sono ormai scaduti dal 20 maggio 2014. Adesso il singolo contribuente può impugnare “incidentalmente” l’accertamento. Ed ecco il riferimento promesso. Chi si vuole divertire può fare riferimento allo studio di Torino, di corso Vittorio Emanule II, 83. E’ qui che operano gli ex collaboratori di Ferruccio Bogetti. Stanno già affilando le spade...
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