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01 Dicembre 2020 - 10:28
Il “pitur” dipinge. La tavolozza in questione però è il manto verde di un campo da calcio. E il pennello è un piede destro educato che disegna traiettorie artistiche con il pallone. Christian Marteddu, classe 1991, è un centrocampista dai piedi buoni capace di interdire e costruire e che all’occorrenza sa anche giocare al centro della difesa. Insomma, un giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere a disposizione nella propria rosa. Cresciuto nel settore giovanile della Crescentinese, ha vestito la casacca granata esordendo in Promozione nella stagione 2007/2008, quella che ha portato al salto in Eccellenza tramite i playoff. Poi Orizzonti United, Alicese, La Biellese e Cossato, sua attuale squadra dal 2019.
“Pitur”, un soprannome nato quando.
Ai tempi di Crescentino durante una partita un dirigente esclamò “Ah come calcia il pitur” paragonato a un pittore per i tanti cambi di gioco che facevo. E da li è diventato il mio soprannome. Anche a lavoro ormai mi chiamano così.
L’allenatore a cui sei più legato.
Massimo Pairotto mi ha fatto esordire a 16 anni in una Crescentinese-Chieri del 2006. A fargli da secondo c’era Gabriele Mondini che ho avuto la fortuna di ritrovare anche ad Alice Castello: dal punto di vista umano è stato molto importante, mi ha sempre supportato. Sempre ad Alice ho conosciuto Ugo Yon e anche se è capitato alcune volte di avere visioni diverse è una bella persona e mi ha insegnato molto. Quest’anno mi sto trovando molto bene con Thomas Forzatti, un tecnico molto preparato, ma devo dire che negli anni sono maturato molto e riesco a vedere le cose in maniera differente.
Se dovessi scegliere un compagno tra quelli che hai avuto che vorresti sempre in squadra con te.
Roberto Fiore. Con lui ad Alice si è creata una bella sintonia e la scorsa estate sono riuscito a portarlo con me a Cossato. Come si suol dire è il primo che mi porterei se dovessi andare in guerra. E’ un giocatore fisicamente esplosivo, lo chiamo “molla” perchè quando corre sembra che salti. Poi nel corso degli anni è migliorato tantissimo tecnicamente. Ne cito altri due, Giovanni Bernabino e Oscar Meo Defilippi con cui ho giocato sia a Crescentino che ad Alice: metà abbondante della mia carriera l’ho trascorsa con loro e sono due ottimi amici.
Il gol più bello che hai realizzato.
Una sventola al volo durante un Biellese-Alicese della stagione 2016/2017. Era l’ultima giornata di campionato e su un calcio d’angolo a nostro favore come sempre ero appostato fuori area perché non sono un grande saltatore: il pallone è uscito dalla fagiolata dell’area di rigore e ho calciato di prima intenzione spedendolo all’incrocio dei pali. Era il 91’ e quel ci ha permesso di pareggiare 2-2. Diciamo che il tiro da fuori è la specialità della casa.
La partita più bella che hai giocato.
Direi che merita una menzione speciale SanMauro-Crescentinese della stagione 2011/2012, la mia ultima in maglia granata. Abbiamo vinto 3-1 e ho realizzato una tripletta, l’unica della mia carriera, entrando a gara in corsa. Punizione, rigore e fucilata di sinistro. La domenica perfetta.
La partita che vorresti rigiocare.
Ce ne sono due stampate nella mia mente. Una che mi ha fatto piangere per la gioia e un’altra che mi ha lasciato addosso tanta amarezza e delusione. Partiamo da quella bella va. Ultima giornata della stagione 2014/2015, Biogliese-Alicese: eravamo primi in classifica e dovevamo vincere per festeggiare la promozione in Eccellenza. Ce l’abbiamo fatta e al fischio finale è scoppiata una gran festa. La ricorderò per sempre perché è l’unico campionato che ho vinto. Almeno fino a questo momento. Con la forza del gruppo siamo riusciti a compiere una grande impresa. Non eravamo favoriti, ma la stagione precedente avevamo messo le basi per fare qualcosa di straordinario. Passando alle noti dolenti vorrei davvero poter rigiocare il playout di Eccellenza della stagione 2009/2010 con la Crescentinese. Giocavamo ad Oleggio ed eravamo costretti a vincere per la regola del peggior piazzamento in campionato. Ci eravamo quasi riusciti perché fino a 10’ dalla fine vincevamo 1-0, poi abbiamo incassato il pareggio. E siamo retrocessi. Ho pianto per giorni.
Un giocatore a cui ti ispiri.
Ho un debole per Andres Iniesta. Lui e Xavi sono due calciatori pazzeschi. Quando ho tempo libero guardo sempre i video del “tiki-taka” del Barcellona di Pep Guardiola. Cerco di imparare i movimenti perché punto sempre a migliorare il mio stile di gioco e sono un amante del possesso palla e del palleggio.
E’ domenica di campionato. Suona la sveglia. Qual’è il tuo primo pensiero.
“Chissà come sarà il campo oggi? Se si potrà giocare la palla a terra”. E’ sempre questo il mio primo pensiero, poi mi immagino come possa svolgersi la partita, pensando ai movimenti provati in allenamento e a come metterli in pratica.
E la domenica senza calcio, come la vive il “pitur”.
In questo periodo è sicuramente più contenta la mia fidanzata. Mi manca il campo, il pallone e condividere lo spogliatoio. Provo a mantenermi in forma andando a correre, ma non è certo la stessa cosa che stare sul campo. Ci si prova a mantenere in forma a correre per casa. Siamo in attesa di conoscere il futuro del calcio dilettantistico e speriamo di farci trovare pronti dal punto di vista fisico quando si potrà tornare a riassaporare il campo.
Obiettivi per il futuro.
Voglio continuare a giocare il più possibile finché gli impegni lavorativi me lo permetteranno. Se una domenica svegliandomi non avrò più lo stimolo appenderò le scarpette al chiodo. Quando si fa qualcosa bisogna porsi un obiettivo per farla nel miglio modo possibile. Non mi piace fare le cose tanto per fare. Quando smetterò di giocare mi piacerebbe poter fare l’allenatore. In questi anni ho immagazzinato quello che mi hanno insegnato tutti gli allenatori che ho avuto. Io sono convinto che il calcio va studiato e applicato nel modo giusto. Certo, si può vincere anche buttando palla lunga alla punta e pedalare, ma a me piace il bel gioco. I miei compagni mi chiamano “psyco” perché sono un perfezionista.
Con la palla tra i piedi se la cava bene, ma non chiedetegli pronostici.
Lasciamo perdere. C’è un episodio che mi fa sempre sorridere ogni volta che mi passa per la mente. Prima giornata del campionato di Promozione 2011/2012 Crescentinese-CBS: alla fine del primo tempo eravamo in vantaggio 2-0 senza che gli avversari ci capissero nulla. In quella stagione a Crescentino avevamo una bella squadra. Nella CBS giocava un mio vecchio compagno e mentre ci avviavamo verso gli spogliatoi l’ho abbracciato e gli ho detto “Come fate a salvarvi con questa squadraccia?” Nel secondo tempo loro rimontano e la partita finisce 3-3. Indovinate chi ha vinto il campionato? La CBS e noi siamo arrivati quarti. Ci vedo proprio lungo.
Il “pitur” ha avuto la fortuna di giocare con due ex professionisti a Crescentino.
Michele Pisasale non si ricordava mai i nomi di noi giovani. Un anno a novembre la Crescentinese ha tesserato Stefano Mercuri, che ha all’attivo una presenza in serie A con il Torino. Al primo allenamento Pairotto lo mette a marcare me. Mi ha riempito di botte: ogni volta che toccavo il pallone cercavo sempre di fare la giocata e lui puntualmente mi “ranzava”. Mi ha fatto capire come funzionano le cose nel calcio che conta. Mi ritengo fortunato ad aver iniziato a giocare quando la mentalità era un’altra e il livello tecnico e umano erano decisamente più elevati. Noi giovani rispettavamo il giocatore più esperto e cercavamo sempre di imparare da loro. I giovani adesso hanno preso il sopravvento, vedo meno voglia e meno passione. A 18 anni pensano già ai soldi, quando nella nostra dimensione di soldi ne devono circolare ben pochi.
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