Come sempre, quando si vedono prepotenze e pubblici abusi, si prende “carta e penna” e si fa la propria parte di cittadino segnalando alle autorità quello che in Città non va. La scorsa settimana ho scritto al Sindaco di Chivasso, a Claudio Careggio, a Emanuel Bava (Presidente e Vicepresidente del Consiglio Comunale) e a Michele Scinica (Presidente della Commissione Assetto Uso del Territorio) chiedendo una cosa semplice: poter ascoltare un imprenditore edile che ha deciso di investire a Chivasso. Visto che non si trattava di Giuseppe Tamola, il giovane country manager per l'Italia di ZALANDO e neanche di Belén Frau, amministratore delegato di IKEA Italia, l'amministrazione chivassese ha rifiutato la mia richiesta. Strano vero? Purtroppo no. Questa amministrazione, che non pecca di modestia, si auto-definisce: aperta, disponibile e sempre presente. Peccato che queste qualità non sono riservate ai chivassesi ma per i poteri forti, ad esempio al gestore della discarica di Chivasso: la SMC. Dunque a questa maggioranza non importa un fico secco di ascoltare il Sig. Pierluigi Caramellino, titolare della Immobiliare SANT’ANDREA Spa, proprietaria del cantiere dell'ex-Convento "San Bernardino". Gli aperti e disponibili amministratori chivassesi dicono che non è possibile discute in commissione di un cantiere abbandonato da anni in pieno centro a Chivasso. Se non c'è una prescrizione medica che impone a questa maggioranza di ascoltare solo i monologhi del Sindaco allora è il PD e i suoi alleati ad avere uno strano concetto della democrazia e della trasparenza. Vediamo perché il comune dovrebbe interessarsi di "sapere": sul cantiere abbandonato in pieno centro pesano 700 mila euro di oneri di urbanizzazione incassati dal Comune che ci potrebbero costare anche il dover pagare un risarcimento nei confronti di chi non ha potuto eseguire l’opera così come era stata consentita dallo stesso Comune. Dunque Ciuffreda & compagni non vogliono sentire ragioni. Se ci fosse ancora qualche dubbio, nelle Commissioni e in Consiglio, i colleghi consiglieri esercitano un mero esercizio ginnico: alzare la mano. Ammirevole perché non si tratta di un esercizio che possono fare tutti, la difficoltà tecnica non è solo quella di alzare il braccio ma di sincronizzarsi quando lo ordina il capogruppo e non secondo coscienza. Se vogliamo avere un futuro dignitoso, non basta aspettare e sperare che qualcosa cambi, occorre vivere e soprattutto partecipare. Che ognuno si impegni in prima persona se vuole che le cose cambino, perché solo insieme possiamo farcela!
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