Alleluia! A forza di ripetere come un disco rotto quel mantra “non possiamo farlo, c'è il patto di stabilità”, il sindaco De Zuanne stava cominciando a diventare una macchietta. Davvero: lo prendevano in giro un po' tutti. A volte, e non è uno scherzo, si prendeva in giro pure da solo. In consiglio comunale quando si accendeva il suo microfono potevi star certo che, qualunque fosse l'ordine del giorno, dal piano regolatore alla sistemazione dei tombini, dal bilancio previsionale al menù della festa patronale, lui sarebbe andato a finire lì: a caricar di improperi quell'odiatissimo patto che bloccava tutto e tutti. E poi avanti con la tiritera dei comuni “virtuosi e legulei” come Volpiano che risparmiano come formichine e son cornuti e mazziati mentre i furbetti spendono e spandono che tanto poi arriva il condono da Roma e tutto va bene madama la marchesa. Il fatto preoccupante però era un altro: e cioè che la “Dezzuannite” si espandeva come un'epidemia: bastava ascoltare le ultime uscite del (possibile) successore del sindaco, l'assessore Giovanni Panichelli, tutte un “non-si-può-c'è-il-patto-di-stabilità” per rendersi conto che De Zuanne stava diventando contagioso. Scherzi a parte, non che lui non avesse ragione a sostenere che quel patto i cervelloni di Bruxelles avrebbero potuto studiarlo meglio. Ma di qui a farne un alibi buono per tutte le stagioni ce ne corre. Se prendi la legittima decisione politica di rispettare i vincoli di spesa poi non puoi farla pesare sui cittadini: sai com'è, quelli vogliono le strade senza buchi, i lampioni accesi, il riscaldamento nelle scuole. Insomma da un certo punto in avanti non è più colpa del patto: è colpa tua che decidi di rispettarlo anche a scapito dei servizi che sei tenuto a fornire. Ecco perchè De Zuanne l'altro giorno ha fatto bene a sconfessare le sue stesse cantilene, spiegando che c'è da sistemare la caldaia della scuola e quindi, caro patto, stavolta ti mando a stendere. Pero delle due, l'una: o il sindaco aveva ragione prima oppure ha ragione adesso. No, perchè qualcuno potrebbe anche pensare che - caldaie a parte – spendere per spendere, tanto vale spendere come si deve. E questo qualcuno potrebbe anche immaginare che di qui a qualche mese finalmente anche la staticissima Volpiano possa vedere realizzate una serie di opere che si fanno aspettare da anni, come Godot. E poi questo qualcuno - particolarmente maligno - potrebbe insinuare che, di tutti gli anni che c'erano per sfondare il patto di stabilità, quello prima delle elezioni era proprio il migliore di tutti.
lorenzobernardi@giornalelavoce.it
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