Accettando le critiche di quanti si sono sentiti offesi dal titolo lo abbiamo modificato. L'obbiettivo era ottenere un risultato in termini di visibilità che non avremmo ottenuto altrimenti. Più di 12 mila le persone raggiunte grazie alla nostra pagina di Facebook in poche ore. Ora il dibattito può prendere l'unica strada possibile: Marocco doveva chiederle le dimissioni di Scinica? Si o no? Alla fine era proprio come noi stiamo scrivendo da qualche settimana.... Le baracche di frazione Borghetto, costruite sui terreni di proprietà del consigliere comunale Michele Scinica, non sono in regola. Lo dicevano noi, lo dice l'ufficio tecnico e ci ha messo un timbro e una firma in calce pure il consiglio comunale, dove oggi, prima di cena, è approdata l'interrogazione del grillino Marco Marocco. Da adesso in avanti, cari noi e cari voi, della "patata" se ne occuperà l'autorità giudiziaria... Ma? Ma non basta! Quello che ci saremmo aspettati, tanto per cominciare proprio da Marocco, è che di fronte ad una notizia di questo genere, chiedesse immediatamente le dimissioni di Michele Scinica, se non proprio dalla carica di consigliere comunale, quanto meno da quella di Presidente della "Commissione Assetto e uso del territorio". E' invece? Invece non lo ha fatto. Anzi, con un valzer di parole, simili alle tante democristianità dei tempi andati, si è cimentato in un sano cerchiobottismo, dove il tutto equivale al suo contrario, la parte diritta diventa storta e tanti baci e abbracci. "Poteva non saperlo. Non voglio chiedere le dimissioni..." ha sottolineato davanti agli occhi inebetiti, impassibili e inermi della maggioranza e della restante minoranza, senza parlare di noi giornalisti. Ah no? E perché non gliele si dovrebbero chiedere? Non è un po' come se a un vigile urbano che passa tutto il giorno a fare la multe gli si concedesse di parcheggiare in un posto riservato ai portatori di handicap, perché poveretto non se ne è accorto. Non è un po' come giustificare un parroco che bestemmia durante una santa messa. Roba del genere: "Porcu faus!" L'abuso in questo caso, caro il nostro Marocco, non vale di meno, vale esattamente il doppio. E poco importa se il terreno è suo, le baracche sono state tirate su da altri, e lui non era a conoscenza dei barbecue, delle verande e di tutto ciò che ti fan dire che quelle tutto sono fuorché gabbiotti per il ricovero degli attrezzi.... Perché lui - e un bel Porcu fauss questa volta ci sta - fa proprio il Presidente di una commissione a cui si demandano tra le tante altre cose, anche un controllo sugli abusi e sulle nuove licenze e autorizzazioni edificatorie. Come si può credere che questo possa anche solo incidentemente essere catalogato come un fatto secondario...? Qualcuno ce lo spieghi e ce lo spieghi Marocco. La verità è che proprio queste sono le cose che non si possono più stare ad ascoltare. Insieme alle tante di un'Italia pronta a guardare le gobbe degli altri e a sottovalutare le proprie. O dei politici coinvolti in fatti più o meno gravi a loro insaputa.... Un consiglio al sindaco Libero Ciuffreda, a questo punto..., altro che se ci sta. Al posto dell'Università della legalità organizzi per i suoi consiglieri comunali dei veri e propri corsi di recupero, con il patto che in caso di bocciatura diano le dimissioni, potrebbe avere delle belle sorprese...
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.