Alla fine anche sul Risveglio Popolare, il direttore Don Massimo Ricca, non ha potuto non parlarne. Fenomeno Gender? Ormoni ai bambini? Organizzazioni mondiali favorevoli all'omofobia? Ebbene sì! Anche per la Diocesi di Ivrea la professoressa del Liceo Botta di Ivrea Cristina Zaccanti s'è un po' fatta trasportare dall'immaginazione e dall’impaginazione. In un editoriale lungo come la quaresima (e non è ancora tempo) Don Massimo ha cercato di fare di tutto per salvare capra e cavoli, dando un colpo al cerchio e uno alla botte, tirando in ballo addirittura il Cardinal Bagnasco e Papa Francesco. E per venir fuori dall'impiccio ha preso a prestito il pensiero di Massimo Introvigne de "La Nuova bussola quotidiana". Introvigne non entra nel merito del dibattito e dell’indagine sociologica della Zaccanti ma sostiene che l'aggressione subita dalla professoressa sarebbe la dimostrazione che in Italia si può sostenere qualsiasi cosa, anche l'esistenza degli extraterrestri o che la terra è piatta e nessuno reagisce. Se però si denuncia il tentativo di imporre l'ideologia di genere "ecco che si viene sbattuti in prima pagina come dei mostri". Ora è chiaro che il paragone sta alla denuncia della Zaccanti non come il cacio sui maccheroni, ma come il cavolo a merenda. Anche perchè, a tutt'oggi, l'unica imposizione che c'è, è proprio l'ideologia contraria, cioè quella della famiglia, inquadrata in un mondo in cui gay o lesbiche vengono perseguitati e ostacolati. La verità, ci permetta Don Ricca, è che di fronte ad un pensiero unico, la famiglia tanto quanto la razza ariana, è la democrazia di una società a fare la differenza. Tutti liberi oggi di dire che la Zaccanti ha scritto solo e soltanto delle fregnacce, liberi di prenderla in giro, liberi di chiedere un'altra società e liberi anche di dire che nel bolletino parrocchiale di una comunità si dovrebbe fare un minimo di attenzione a ciò che si scrive Ecco... Se proprio vogliamo dirla tutta, diciamo che un dibatitto, ai tempi di Hitler, contro la razza ariana non sarebbe stato possibile. Così come non si può mettere in discussione per esempio la Sharja in alcuni paesi nord-africani non tanto democratici. Sta tutta qui la differenza.
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